La vitamina D ha un potenziale ruolo anche nel diabete di tipo 1, stando a quanto si legge dalle pagine della rivista Diabetes dove è stato appena pubblicato uno studio sull’argomento condotto assieme ai suoi colleghi da Jill Norris, della Colorado school of public health alla CU Anschutz, negli Stati Uniti.
«Per anni la comunità scientifica si è chiesta quale fosse l’effetto della vitamina D sul rischio di autoimmunità delle isole pancreatiche e diabete di tipo 1» spiega la ricercatrice, ricordando che questo tipo di autoimmunità causa una reazione del sistema immunitario contro le cellule del pancreas che producono l’insulina e rappresenta una sorta di “anticamera” del diabete di tipo 1.
«Questa forma di diabete è una patologia autoimmune cronica in aumento del 3-5 per cento ogni anno a livello mondiale, rappresenta oggi il più comune disturbo metabolico tra i bimbi con meno di 10 anni, con un rischio che sembra essere maggiore più ci si allontana dall’equatore» precisano i ricercatori che hanno coinvolto nella loro ricerca 8.676 con un rischio genetico aumentato di diabete di tipo 1 provenienti da 6 centri negli Stati Uniti e in Europa. Seguendo nel tempo un sottogruppo di piccoli partecipanti allo studio, Norris e colleghi hanno osservato che i bambini che nel corso del periodo di osservazione hanno sviluppato autoimmunità avevano livelli di vitamina D più bassi in età pediatrica.
«Anche la genetica ha un ruolo dal momento che avere una particolare forma del gene per il recettore della vitamina D si associa a un aumento del rischio» dicono gli autori che poi concludono: «Dal momento che il nostro studio ha messo in luce un’associazione ma non un legame causa-effetto, è importante che vengano effettuati studi ad hoc per confermare che una strategia basata sulla vitamina D possa davvero prevenire il diabete di tipo 1».
