Malattia di Alzheimer: estratto di zafferano per combatterlo
Da qualche anno lo zafferano (Crocus sativus L.) è oggetto di vari progetti di ricerca volti a testarne le proprietà in molteplici ambiti della salute e del benessere.
Questo recente studio ha valutato in maniera specifica gli effetti dello zafferano sulle performance cognitive e su alcuni marcatori circolatori in soggetti con malattia di Alzheimer di entità lieve-moderata.
Da qualche anno lo zafferano (Crocus sativus L.) è oggetto di vari progetti di ricerca volti a testarne le proprietà in molteplici ambiti della salute e del benessere. La pianta contiene tra l’altro princìpi attivi con un’ampia valenza antiossidante.
Alcuni componenti attivi dello zafferano (Crocus sativus L.), come ad esempio le crocine e le crocetine, hanno mostrato a livello sperimentale interessanti proprietà nell’ambito della neuroprotezione. Alcune sperimentazioni hanno anche evidenziato i possibili effetti positivi dello zafferano sulle funzioni cognitive di soggetti con malattia di Alzheimer.
A livello globale, si stima che 47 milioni di persone siano affette da demenza, che è la seconda causa di morte negli anziani, solo dopo l’insufficienza cardiaca. In uno studio longitudinale su una popolazione anziana di Medicare è stato riportato che il 13,6% dei decessi è stato causato dalla demenza negli Stati Uniti. La stragrande maggioranza dei casi si manifesta in persone di età pari o superiore ai 50 anni.
Lo Studio
Questo recente studio randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, con disegno a gruppi paralleli del Journal of Herbal Medicine ha valutato in maniera specifica gli effetti dello zafferano sulle performance cognitive e su alcuni marcatori circolatori in soggetti con malattia di Alzheimer di entità lieve-moderata.
Sessanta adulti con malattia di Alzheimer di grado lieve-moderato con queste caratteristiche sono stati randomizzati in due gruppi (N:30): un gruppo ha ricevuto il farmaco donepezil, un inibitore della acetilcolinesterasi usato nel trattamento della demenza, più capsule di zafferano (Crocus sativus L.) al dosaggio di 15 mg due volte al giorno, l’altro gruppo ha assunto il farmaco più una sostanza placebo.
Gli outcome principali dello studio erano i cambiamenti nel punteggio del questionario Minimental state examination (MMSE), un test neuropsicologico di valutazione dei disturbi dell’efficienza intellettiva e della presenza di deterioramento cognitivo, dei marcatori sierici di infiammazione (IL·lP, IL-6 e TNF-P) antiossidanti e di stress ossidativo, ossia glutatione perossidasi, superossido dismutasi, malondialdeide e capacità antiossidante totale (TAC).
La supplementazione dli zafferano (Crocus sativus L.) non ha avuto un effetto statisticamente rilevante e significativo sugli esiti cognitivi nei pazienti con malattia di Alzheimer di grado lieve-moderato, ma ha ridotto in modo statisticamente significativo i livelli di IL·1P (p = 0,036) e di malondialdeide (p = 0,021); aumentando inoltre la capacità antiossidante totale (p = 0,032), migliorano notevolmente i parametri infiammatori, antiossidanti e di stress ossidativo del gruppo zafferano (Crocus sativus L.) rispetto al gruppo placebo.
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Fonte: Leila Rasi Marzabadi, Seyyed Mohammad Bagher Fazljou, Mostafa Araj-Khodaei, et al. Saffron reduces some inflammation and oxidative stress markers in donepeziltreated mild-to-moderate Alzheimer’s Disease patients: A randomized double-blind placebo-contro/ tria/, Journal of Herbal Medicine, Volume 34, 2022, 100574, 155N 2210-8033