Le patologie croniche sono un ampio gruppo di malattie caratterizzate da una progressiva degenerazione, con un forte impatto socio economico e una ricaduta sulla qualità di vita di chi ne è affetto. In particolare, quelle legate alla salute delle ossa, al colesterolo alto, all’ipertensione, al diabete, all’apparato circolatorio, incidono su una popolazione caratterizzata da un elevato invecchiamento. Esse sono infatti più frequenti nella fascia dei Senior, tra i 55 e i 74 anni, composta da quasi 15 milioni di individui. Una quota non trascurabile di queste malattie è dovuta a stili di vita scorretti, quali fumo, alcool, mancanza di attività fisica, cattiva alimentazione. Tuttavia all’interno di questa categoria della popolazione, come emerge dalla ricerca di Gfk per FederSalus “Salute, ciclo di vita e integratori”, circa 2 milioni sono i cosiddetti Active Aging, persone attive, dedite alla cura di sé e alla promozione del proprio benessere, che mettono in pratica atteggiamenti verso la salute competenti e responsabili. In una logica di attenzione alla salute e orientamento alla prevenzione , gli Active Aging integrano più degli altri la propria alimentazione. Questa nuova fascia della popolazione costituisce un modello comportamentale da tenere in considerazione e che, se supportato, porterebbe a significativi risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale.
Il ruolo del farmacista, attore fondamentale nel processo di cura, in termini di relazionalità sociale, assume in questo contesto un’importanza determinate per l’affermarsi di questo modello virtuoso che potrebbe contribuire al contenimento dei costi del SSN, abituando il paziente ad adottare atteggiamenti che prevengano l’insorgere di patologie ospedaliere.
Quando adottati per la prevenzione e controllo di specifiche patologie ad alto impatto socioeconomico, oltre ai benefici clinici, i prodotti nutraceutici possono infatti giocare un ruolo
importante sul contenimento dei costi sanitari. In particolare, uno studio1 di recente
pubblicazione, volto ad esaminare i benefici economici del trattamento dietico-conservativo della malattia renale cronica, ha evidenziato come l’adozione di una dieta a severa restrizione proteica, nei pazienti ≥70 anni, è risultata in grado di posticipare l’inizio della dialisi di circa un anno, comportando un risparmio stimato per il SSN di 21.180 €/paziente per il primo anno di trattamento. Inoltre, la somministrazione della terapia dietetica nel paziente in fase predialitica è supportata anche da uno studio2, secondo cui l’adozione della dieta ipoproteica rispetto alla standard sarebbe in grado di comportare una riduzione a dieci anni del 18% degli ingressi in dialisi e un risparmio per il SSN di 13.829€/paziente.
‘La ricerca scientifica ha confermato i benefici clinici ed economici del trattamento dietetico conservativo nella malattia renale cronica tramite diete ipoproteiche ed eventuale supplementazione con chetoanaloghi e amminoacidi essenziali – afferma il Prof. Piergiorgio L. Colombo, docente dell’Università degli Studi di Pavia – i nutraceutici non contribuiscono soltanto al mantenimento della salute e del benessere della popolazione, ma anche alla sostenibilità economica del servizio sanitario’.
Gli integratori alimentari sono la seconda categoria nel canale farmacia subito dopo il farmaco branded. Il mercato totale degli integratori sviluppa nell’anno mobile terminante a gennaio 2017 un valore di quasi 2,8 miliardi di euro che si traduce in circa 196,7 milioni di confezioni vendute. Il trend a valore si conferma positivo registrando un incremento del +7,7% rispetto all’anno mobile terminante a gennaio 2016. Tale trend positivo è sempre guidato dal canale farmacia dove gli acquisti si concentrano con una quota del 92,4%3.
1 (Scalone et al 2010)
2 (Mennini et al, 2013)
3 NewLine Ricerche di Mercato e Iri per FederSalus, MAT Gennaio 2017