Il fatto che il momento del parto sia un momento di così stretto contatto tra una madre abbondantemente colonizzata da microrganismi e un bimbo sterile ma pronto ad essere colonizzato dai ceppi materni, potrebbe essere in qualche modo “sfruttato” per provare a colonizzare il nascituro con ceppi opportunamente selezionati per una determinata caratteristica, che in qualche modo potrebbe risultare utile al neonato stesso.
È noto ad esempio che, per buona parte, le coliche neonatali sono determinate dalla sola presenza di serotonina intestinale, presente fin dal giorno della nascita, e dalla assenza di melatonina intestinale, che verrà invece sintetizzata e rilasciata dalle cellule enterocromaffini solo a partire dalla fine del 3° mese di vita.
La serotonina intestinale produce contrazioni; la melatonina rilassamento. Il fisiologico antagonismo tra le due sostanze annulla la dolorabilità intestinale a partire dal 4° mese, ma nel periodo precedente, il rilascio di sola serotonina è responsabile delle sole contrazioni, soprattutto serali, causa di importanti “mal di pancia” per il neonato.
Ceppi producenti melatonina con cui colonizzare l’intestino del neonato non sembrano esistere, ad oggi. Ma ceppi alto-producenti triptofano, precursore della melatonina, sono invece selezionabili.
Il Lactobacillus casei RO215 CNCM I-3429 ad esempio, in incubazione, arriva a produrre 30 mg/L di triptofano.
Similmente esistono ceppi, ad esempio il Lactococcus lactis ssp. lactis SP38 DSM 26868, caratterizzati da un’elevata capacità di produzione di beta-galattosidasi, enzima che digerisce il lattosio, e proteasi, capaci di demolire le proteine che si trovano nel latte. Il pool enzimatico, codificato su due diversi plasmidi, rilasciato da tale ceppo potrebbe essere in grado, dopo colonizzazione del nascituro, di favorire i processi di digestione del latte (sia materno che artificiale), riducendo il rischio di intolleranza al lattosio e di allergia alle proteine del latte.
Allo stesso modo, la colonizzazione di ceppi capaci di spostare la reattività immunitaria da una risposta primariamente Th2 (allergica) ad una risposta Th1 (non allergica) potrebbe ridurre l’incidenza di asma e allergie.
Un ceppo certamente capace di determinare il viraggio della risposta immunitaria in senso non allergico è il Bifidobacterium animalis subsp. lactis BB12 DSM 15954.
Anche da un punto di vista tossicologico è rilevante menzionare come il ceppo sia stato indagato fino a somministrazioni di 100 miliardi di UFC/die. Il ceppo risulta di particolare rilevanza durante la vaccino-terapia. Nel caso ad esempio della misurazione della risposta specifica (Ig-G) in seguito a somministrazione di vaccino anti-influenzale, la terapia con BB-12 è descritta come capace di potenziare la produzione anticorpale del 65% (Figura 54). Il ceppo BB-12 è in grado di potenziare la risposta immunitaria anche indipendentemente dalla terapia vaccinale. La somministrazione del ceppo a bambini inferiori ai 3 anni (Figura 55) ha dimostrato infatti di ridurre le infezioni respiratorie del 30% circa.
Trasferimento verticale “esogeno”
Se da un lato appare certa la trasmissione verticale al nascituro di microrganismi commensali per l’intestino e la vagina materna, dobbiamo invece interrogarci su quale sia la possibilità di trasmissione verticale di ceppi esogeni, cioè somministrati volontariamente durante la gravidanza con il preciso scopo di pilotare la colonizzazione del nascituro, e non presenti altrimenti nella flora materna.
Per quanto possa apparire miracoloso, il fenomeno sembra avvenire.
Da diversi anni sappiamo infatti che alcuni ceppi somministrati alle madri fino al giorno del parto, e poi mai più impiegati dalle stesse, sono stati ritrovati nelle feci dei loro bambini anche 24 mesi dopo l’ultima auto-somministrazione materna. Ovviamente questo tipo di informazione non può essere allargata con certezza a qualunque ceppo, ma è pur vero che i casi descritti in letteratura dimostrano che il fenomeno, per quanto appaia difficile, è comunque possibile.
Conclusioni
La somministrazione di Enterococcus faecium L3, selezionato e somministrato in base alle caratteristiche di stabilità, vitalità, aderenza e proliferazione, e dotato di una evidente azione “ginecologica” batteriocina-dipendente, ha dimostrato la possibilità di sfruttare la normale competizione tra ceppi batterici occupanti le medesime nicchie ecologiche per eliminare ceppi “minaccia”, caratteristici della fase finale della gravidanza e dotati di potenziale pericolosità per il nascituro.
La conoscenza dei possibili meccanismi di trasmissione verticale dei microrganismi vagino-rettali materni consente di ipotizzare inoltre terapie da eseguirsi con ceppi selezionati per caratteristiche utili al neonato che, somministrati durante la gravidanza, colonizzino prima la madre e poi il nascituro, durante il passaggio nel canale del parto, nell’istante della natalità. In questo senso, terapie “materne” a base di ceppi tipizzati, colonizzanti e alto-producenti beta-galattosidasi (lattasi) potrebbero garantire un’adeguata protezione al nascituro per quanto concerne l’intolleranza al lattosio.
Allo stesso modo, la somministrazione di ceppi rilascianti peptidasi efficaci nel demolire le proteine del latte, ridurrebbe il rischio allergico.
Ceppi ad elevata capacità di produzione di triptofano produrrebbero un effetto antagonista e di contrasto alle coliche intestinali tipiche del primo trimestre di vita. Essendo inoltre la melatonina gastro-intestinale coinvolta nella riduzione dei tempi di rilassamento del cardias, la somministrazione di tali ceppi potrebbe anche determinare effetto anti-reflusso gastro-esofageo. Infine, ceppi come ad esempio il BB-12, capaci di potenziare la risposta immunitaria di tipo Th1, riducendo di contraltare la Th2, somministrati alla madre e trasferiti durante il parto al nascituro, potrebbero contribuire a ridurre le manifestazioni asmatico-allergiche, a potenziare le risposte anticorpali specifiche indotte dai regimi vaccinali obbligatori e a diminuire il numero di episodi di patologia respiratoria di tipo infettivo.
Inutile segnalare che le medesime potenzialità pro-neonato questi ceppi le conservano anche se somministrati direttamente al neonato. La somministrazione neonatale è comunque di non semplice esecuzione e il neonato, colonizzato già dopo poche ore, è leggermente più refrattario alla colonizzazione di quanto non lo sia alla medesima, quando derivata da una trasmissione materno-neonatale di tipo verticale.
Fonte: Argomenti di Terapia Batterica, CEC editore