Il mercato degli integratori continua a crescere e non mostra alcun cenno di rallentamento. Lo dimostrano i risultati dell’indagine condotta dal Centro Studi di Federsalus su 112 aziende associate, dai quali emerge un incremento negli ultimi 12 mesi del fatturato (+6%), dei volumi di vendita (+4,8%) e del valore (+6,5%) che ha raggiunto i 2,7 miliardi di euro, pari a 193 milioni di confezioni vendute.
Un contributo significativo proviene dalla presenza delle aziende nei mercati internazionali; quasi il 70% delle aziende associate (+ 5% rispetto al 2015) ha un fatturato proveniente dall’export e altre attività all’estero. Sul fatturato totale di filiera (1,080 miliardi di euro), la quota dell’export è pari al 19,8% (vs 18,5% nel 2015). La quota di incremento è dovuta a un aumento degli investimenti e delle attività (+10% per il 68,7% delle aziende rispetto al 2015) da parte delle aziende già presenti sul mercato estero. Si tratta in genere di aziende di grandi dimensioni, con un fatturato medio di 12,2 milioni di euro e mature, presenti nel mercato italiano da almeno 15 anni. Approssimativamente un terzo di queste aziende esporta oltre un quarto del fatturato all’estero e per il 47% di queste l’export rappresenta oltre il 50% dei ricavi totali.
La maggior parte delle aziende che opera all’estero (62,5%) è distributore, quasi un quarto (23,6%) ha una presenza diretta con filiali oltre confine, il 18,8% è licenziatario e il 12,5% è presente come importatore.
Le destinazioni principali dell’attività di export sono innanzitutto i Paesi dell’area Euro (Finlandia, Francia, Germania, Portogallo, Spagna…), seguiti da altri Paesi europei di interesse più recentemente nel settore (Bulgaria, Polonia, Regno Unito, Romania e Svezia) e i Paesi extraeuropei (Norvegia, Svizzera, Turchia…). Seguono poi la Russia (20,3%), la Cina (17,2%) e l’India (10,9%). La tendenza futura sembra essere una riduzione dell’export verso i Paesi europei per aumentare la presenza nei Paesi asiatici e anche nel Nord e Centro America.
Leggermente diverse sono le destinazioni delle aziende che non hanno ancora un fatturato estero, ma stanno valutando di approcciare i mercati internazionali. Per loro, in generale, si evidenzia una maggiore focalizzazione sull’Europa. Da notare che nell’indagine del 2016, la Cina non è stata identificata dalle aziende come una destinazione per avviare un percorso di internazionalizzazione.
Profilo del mercato europeo
Il mercato europeo degli integratori alimentari vale circa 13 miliardi di euro e rappresenta il 37% del mercato totale Consumer Healthcare (farmaci OTC, integratori e alimenti funzionali). Il 70% del valore è concentrato in Europa Occidentale e il 57% in soli 5 Paesi: Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Russia. In particolare il mercato italiano degli integratori ha una posizione di leadership nel contesto europeo: otto italiani su 10 utilizzano gli integratori alimentari, in una logica prevalentemente salutistico-preventiva. L’Europa assorbe approssimativamente il 20% circa del consumo mondiale di integratori alimentari, pari a 66 miliardi di euro.
La crescita media annua, pari al 4% rilevata negli ultimi 5 anni, non è uniformemente distribuita. Nell’area occidentale si è osservato un tasso medio annuo di crescita del 2% a fronte del 10% riportato nel mercato dell’Europa Orientale. L’Europa Occidentale, su cui si concentrano oltre i due terzi delle vendite, mostra ormai segnali di maturità. I mercati dell’Europa Orientale, più dinamici, hanno beneficiato di un aumento della capacità di spesa del consumatore contemporaneamente alla crescita dell’attenzione alla cura dell’aspetto fisico e alla salute.
Categorie di prodotti
In generale le tipologie di integratori alimentari possono essere raggruppate in due grandi categorie: quelli a base di vitamine e minerali e quelli a base di sostanze diverse da vitamine e minerali e quindi i prodotti botanici (estratti vegetali), acidi grassi essenziali, probiotici, enzimi, amminoacidi e altre sostanze. In Europa gli integratori a base di vitamine e minerali rappresentano la metà del valore totale, quelli a base vegetale il 22%, le altre sostanze il 28%.
Le categorie più dinamiche negli ultimi 5 anni sono risultate i probiotici, i pluricomposti e i minerali. In Europa Occidentale prevalgono gli integratori per il benessere generale, per la funzione digestiva, il funzionamento del sistema immunitario, la bellezza e il recupero energetico, mentre nel mercato europeo orientale sono maggiormente diffusi gli integratori per la funzione digestiva, la salute delle ossa, il benessere maschile e il funzionamento del sistema immunitario.
Focus su alcuni Paesi
Germania
Il mercato tedesco degli integratori vale 1,568 miliardi di euro (2016). Nel periodo 2009-2015 il mercato ha registrato mediamente un tasso negativo, in leggera ripresa nell’ultimo anno. Sono in aumento la frammentazione e la competizione sia tra produttori sia tra canali distributivi. I prodotti prevalenti sono costituiti dagli integratori botanici (33%), i minerali (25%) e le vitamine (22%) e riguardano il benessere generale, la memoria, la salute di ossa e articolazioni. Il livello di spesa pro-capite del consumatore tedesco supera di poco i 19 euro.
Dal punto di vista distributivo, farmacie e parafarmacie rappresentano la scelta parimenti principale. Secondo gli analisti, le performance del mercato dovrebbero migliorare con un aumento annuo dell’1,9%. Il sostegno più ampio alla ripresa del mercato è atteso da parte della popolazione anziana.
Russia
Il valore del mercato è stimato in oltre 1,152 miliardi di euro (2016), con una crescita nell’ultimo quinquennio pari all’11,8% (+5,8% rispetto al 2015), nettamente superiore a quello di tutti gli altri Stati esaminati e in linea con le dinamiche tipiche di un mercato emergente. Il livello di spesa pro-capite è ancora modesto e si attesta sugli 8 euro (+5,6% rispetto al 2015). Le tipologie di prodotti prevalenti sono vitamine (22%) probiotici (15%), prodotti botanici (14,2%), minerali (13,3%). Per quanto riguarda i canali di
distribuzione, al primo posto si colloca con il 78% la farmacia. Al secondo posto, seppur a grande distanza, si colloca la vendita diretta (14,3%), meno presente negli altri Paesi dell’Europa Occidentale. Secondo gli analisti di Euromonitor, entro il 2020 assisteremo a un ulteriore incremento del mercato del 10,7%. Anche in questo caso le prospettive di crescita sono sostenute da una maggiore attitudine attesa presso i consumatori russi verso la cura di sé e dal progressivo invecchiamento della popolazione.
Regno Unito
Il valore del mercato supera di poco l’1,160 miliardi di euro, con una crescita media annua di circa 4 punti percentuali nel periodo 2011-2016. L’incremento è dovuto a un consumatore inglese sempre più attento alla sua salute, teso a migliorare le condizioni di base del suo benessere ma anche più interessato agli ingredienti e ai cibi naturali. Le tipologie di integratori maggiormente diffuse sono: le vitamine (32%), i prodotti botanici (14%), gli acidi grassi (11%) e pluricomposti a base prevalentemente non vegetale (9%). Il principale canale di distribuzione è il grocery (39,7%) seguito dall’ecommerce. Marginale la vendita presso farmacie e parafarmacie.
Il livello di spesa pro-capite si aggira attorno ai 18 euro (+3,3% rispetto al 2015). Le aspettative di crescita sono buone nel complesso (la proiezione di Euromonitor al 2020 è di una crescita media annua del 2,8%) con migliori prospettive per i multivitaminici e i prodotti pluricomposti.
Francia
Il mercato francese ha raggiunto il miliardo di euro in valore nel 2016, con una crescita di +8% rispetto allo scorso anno (+5% nel quinquennio 2011-2016). Tra gli integratori più diffusi, i prodotti botanici assorbono il 32% a valore, una quota tra le più alte in Europa, insieme a Germania. Seguono le combinazioni di prodotto a base di altre sostanze non vegetali (16%), le vitamine (18%) e i probiotici (10%), ovvero prodotti che riguardano l’energia, la funzionalità del sistema immunitario e la bellezza. Il livello di spesa pro-capite si attesta attorno ai 16,4 euro. La farmacia rappresenta il principale canale distributivo (58,7%), seguito a distanza (14,2%) dal grocery. Secondo le prospettive di Euromonitor nei prossimi anni è attesa una crescita annuale del mercato del 2,3%.
Polonia
Il valore del mercato polacco sfiora i 600 milioni di euro ed evidenzia un trend di tutto rilievo con un incremento medio annuo del 4,3% nel periodo 2011-2016, grazie alla sempre maggiore attenzione e consapevolezza dei consumatori versi i temi della salute e del benessere. La spesa media pro-capite per gli integratori in Polonia si attesta sui 15,20 euro (+4,7% rispetto al 2015). Vitamine (33%) e minerali (28%) rappresentano le categorie
di integratori più consumate, cui seguono i probiotici (12,2%) e i prodotti botanici (10,2%).
Per quanto riguarda i canali di distribuzione, il primato assoluto va alla farmacia che rappresenta il 62,2% del mercato. Le stime di Euromonitor indicano continuità nella crescita (5,2%) anche periodo 2015-2020.
Tendenza sostenuta non solo dalla crescente attenzione ai temi della salute e del benessere da parte dei consumatori polacchi, ma anche dal previsto incremento della loro capacità di spesa.
Belgio
Il valore del mercato belga supera di poco i 340 milioni di euro, in crescita a un tasso annuo medio del 2,1% nel periodo 2011-2016 (+0,1% rispetto al 2015). Le categorie prevalenti sono le vitamine che rappresentano il 28% delle vendite a valore, cui seguono i prodotti botanici con il 18% e i minerali con il 13,5%. La quasi totalità degli integratori è venduta in farmacia, il canale che rappresenta oltre il 70% dell’intero comparto. Significativo è il livello di spesa pro-capite del consumatore belga, che raggiunge i 30 euro. Le previsioni di Euromonitor stimano un rallentamento del ritmo di crescita che nel periodo 2015-2020 avrà un tasso medio annuo dell’1,8%.
Spagna
Nel mercato spagnolo gli integratori alimentari valgono 273 milioni di eur (2016) e registrano un andamento sostanzialmente stabile negli ultimi 5 anni (+0,7%). Nei prossimi anni è tuttavia attesa una crescita annua del mercato del 2,7%. Gli over-50 rappresentano il target principale degli integratori, percepiti come uno strumento per invecchiare in salute.
Le vitamine e i minerali sono gli integratori più consumati (45%), seguiti dai prodotti botanici (25%). Per quanto riguarda i canali distributivi, il primato assoluto con oltre il 70% del mercato va alla farmacia, seguita dal grocery (19%). Il livello di spesa pro-capite è il più basso dei Paesi analizzati e non supera i 6 euro
Bibliografia essenziale
- Vittorio Silano, Marco Fiorani. “Integratori alimentari nell’Unione Europea. Normativa comunitaria e normative nazionali, aspetti scientifici della valutazione della sicurezza e dell’efficacia e struttura dei mercati nell’UE”. Ed. Tecniche Nuove, Settembre 2016.
- Elaborazione Federsalus di dati Euromonitor International 2016 relativi alle categorie Dietary Supplements e Tonics.
- Centro Studi Federsalus. Indagine di settore 2016. La filiera italiana degli integratori alimentari.