L’obesità rappresenta, oggi, un enorme problema di salute pubblica e di spesa per il sistema sanitario nazionale. In Italia vi sono circa 22 milioni di persone in sovrappeso e 6 milioni di obesi e questo si traduce in un costo annuo stimato in 9 miliardi di euro tra spese sanitarie, calo di produttività, assenteismo dal lavoro e mortalità precoce. L’obesità è considerata dalla popolazione generale più un problema estetico, che una vera e propria patologia, alla quale sono tuttavia associate altre importanti malattie, quali il diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari, che sta diventando un problema crescente anche nell’infanzia: l’Italia è il primo paese in Europa per il maggior numero di bambini obesi. Studi in vitro o in vivo in modelli animali e nell’uomo hanno dimostrato che molte sostanze di origine vegetale hanno effetti benefici nel controllo del metabolismo glucidico e lipidico, fornendo quindi un supporto alla terapia farmacologica convenzionale o da usarsi come approccio preventivo.
In un recente studio clinico, randomizzato, condotto in doppio cieco con il controllo del placebo, a 75 soggetti in sovrappeso (IMC: 24-30 kg/m2) con livelli plasmatici di trigliceridi tra 100 e 250 mg/dL, sono stati valutati gli effetti anti-obesità di una miscela composta da 500 mg di glicosil esperidina (Gesperidina) estratta da Citrus aurantium, e quantità variabili di caffeina, assunta in forma di compressa per un periodo di 12 settimane. Ogni 4 settimane, i soggetti si sottoponevano ad esami clinici per misurare la massa grassa totale, il tessuto adiposo viscerale e quello sottocutaneo, il peso corporeo, l’indice di massa corporea (IMC), la circonferenza vita e fianchi, e il profilo lipidico.
Di seguito i risultati ottenuti nello studio:
– massa grassa: dopo 12 settimane di trattamento, si è osservata, rispetto ai valori iniziali, una significativa diminuzione della massa grassa totale e del tessuto adiposo sottocutaneo nei soggetti che hanno assunto, insieme alla G-esperidina, 50 o 75 mg di caffeina, mentre nel gruppo controllo e in quello in trattamento con 25 mg di caffeina, non è stata registrata alcuna variazione significativa. Al termine del trattamento, in nessuno dei gruppi sperimentali sono state invece evidenziate, rispetto al placebo, riduzioni rilevanti del tessuto adiposo viscerale.
– Peso corporeo: la riduzione del peso corporeo e dell’IMC è risultata maggiormente significativa dopo 8 settimane di trattamento nel gruppo che ha assunto 75 mg di caffeina, mentre il decremento della circonferenza vita è stato più significativo nei soggetti che hanno assunto, insieme alla G-esperidina, 25 mg di caffeina, dopo 8 e 12 settimane di trattamento. In nessuno dei gruppi sperimentali, rispetto al placebo, sono state invece osservate variazioni significate nella circonferenza fianchi.
– Profilo lipidico: qualsiasi tipo di trattamento non ha portato, rispetto al placebo, a variazioni significative dei livelli plasmatici di trigliceridi, colesterolo e LDL. Gli effetti anti-obesità osservati nello studio (riduzione della massa grassa totale, del tessuto adiposo sottocutaneo, del peso corporeo e dell’IMC) sono probabilmente dovuti all’azione inibente di Gesperidina e caffeina sulla lipogenesi epatica, processo che a partire dall’acetil-CoA porta alla sintesi di acidi grassi e lipidi.
La riduzione del tessuto adiposo è un obiettivo importante in quanto, diversi sono gli studi clinici che mostrano come l’adiposità addominale sia considerata oggi, più dell’IMC, un indicatore dell’aumentato rischio cardiovascolare nei soggetti in sovrappeso. Gli effetti più evidenti si sono osservati combinando 500 mg di G-esperidina con 75 mg di caffeina.
I risultati di questo studio dimostrano come tale miscela possa essere un utile rimedio sia nella prevenzione che nel trattamento dell’obesità.
Fonte: Nutrition Journal. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.1186/s12937-016-0123-7. “Oral intake of a combination of
glucosyl hesperidin and caffeine elicits an anti-obesity effect in healthy, moderately obese subjects: a randomized double-blind
placebo-controlled trial”. Autori: T. Ohara, K. Muroyama, Y. Yamamoto,S. Murosaki