Giungere ad una definizione armonizzata di cosmetico naturale e biologico (NOC: natural and organic cosmetics) rimane, ancora oggi, un sogno per molti nel settore. In mancanza, quindi, di una definizione univoca nell’UE, numerosi sono i consorzi privati che rilasciano certificazioni a garanzia della qualità di questi prodotti contro cosmetici reclamizzati come “sostenibili” ed “ecofriendly”, senza che tale reputazione abbia alcuna giustificazione o riscontro oggettivo. Tuttavia, la grande eterogeneità delle etichette presenti sul mercato non fa altro che aumentare il senso di incertezza da parte dei consumatori, ai quali mancano gli strumenti necessari per poter discernere i NOC veri da quelli falsi. Nel 2010, l’industria cosmetica “convenzionale”, in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per la normazione ISO, ha presentato una proposta di linea guida per la corretta identificazione dei NOC. Obiettivo di questo progetto la creazione di norme tecniche armonizzate che aiutino le aziende ad innovarsi e ad usare in modo fondato i claims spendibili su questi prodotti. Le linee guida ISO16128 per gli ingredienti e i prodotti NOC che il gruppo di lavoro ISO sui cosmetici sta preparando, constano di due parti: “definizioni” (16128-1) la cui finalizzazione era prevista per la seconda metà del 2015, e i “criteri” (16128-2), attesa nel 2016. Dal punto di vista pratico, per identificare le materie prime e i prodotti cosmetici naturali e biologici, sarà necessario disporre di entrambe le parti della linea guida. In linea di principio, di tali linee guida potrebbero beneficiarne sia l’industria che i consumatori. Poiché la norma ISO 16128 non prevede criteri per determinare se un prodotto cosmetico può, o non può, essere classificato come “naturale” o “biologico”, per i consumatori potrebbe essere particolarmente difficile sapere esattamente se un prodotto soddisfa o meno i requisiti per essere considerato “naturale” o “bio” basandosi sugli ingredienti in esso contenuti. Criticità in questo progetto sono state evidenziate da NATRUE, una fondazione internazionale, proprietaria del marchio omonimo e degli standard per la definizione dei cosmetici “naturali e biologici”, la cui missione è quella di supportare le autorità regolatorie nel disciplinare questo settore e nell’aiutare i consumatori a scegliere in modo consapevole al momento dell’acquisto, fornendo loro strumenti utili per poter discernere tra i tanti prodotti che sul mercato rivendicano le caratteristiche di “naturalità” e “biologicità”. Tutto ciò serve ad aumentare la fiducia dei consumatori nei confronti dei NOC. Di seguito i dubbi sollevati:
– Trasparenza: gli standard privati per la certificazione dei prodotti NOC sono volontari e il loro contenuto è liberamente accessibile al pubblico, ma solo alcuni hanno valore a livello internazionale. La norma ISO 16128, invece, anch’essa volontaria, potrà essere utilizzata a livello internazionale, ma solo dietro acquisto della norma stessa presso l’ISO.
– Classificazione degli ingredienti “naturali”: il punto di forza di una norma ISO sui NOC si dovrebbe basare su chiari criteri di definizione, requisiti specifici, coerenza e assenza di deroghe. Così come redatta, ISO 16128-1 non soddisferebbe le aspettative dei consumatori, consentendo l’uso di ingredienti sintetici e OGM. Nell’attuale versione della norma ISO 16128 è consentito l’utilizzo per metà del peso di ingredienti provenienti da fonti petrolchimiche e l’impiego di piante geneticamente modificate. Questo approccio è ritenuto incompatibile con una possibile armonizzazione a livello internazionale
– Classificazione degli ingredienti “biologici”: sebbene nella norma ISO 16128 si trovi una definizione di ingrediente biologico, essa non richiede l’uso di un approccio armonizzato riconosciuto (secondo IFOAM) per classificare una materia prima come biologica; sono invece ammesse deroghe per differenze a livello (inter)nazionale.
– Prove a sostegno dei claims rivendicati in etichetta: le linee guida ISO 16128 attuali non forniscono alcuna indicazione su come dimostrare la fondatezza delle dichiarazioni riportate sull’etichetta dei NOC. L’assenza di tali informazioni è correlata alla mancanza di una specifica definizione che consenta di classificare un prodotto cosmetico come “naturale” o “biologico”.
– Marchio di qualità: mentre le certificazioni private dei cosmetici “naturali” e “bio”, sono riconoscibili dalla presenza in etichetta di un marchio che ne garantisce la certificazione di qualità, la norma ISO 16128, così come è stata proposta, non prevede l’uso in etichetta di un logo a garanzia che il prodotto possa davvero rivendicare la sua origine “naturale” o “biologica”, data anche la mancanza di una definizione precisa di questo tipo di cosmetico.
Sulla base di tali criticità, le linee guida ISO 16128, così come presentate, appaiono quindi meno incisive rispetto alle certificazioni rilasciate oggi da consorzi/associazioni private, verso le quali i consumatori hanno imparato a nutrire una sempre più crescente fiducia. Tali linee guida potrebbero quindi generare nei consumatori più confusione che chiarezza, e una certa potenziale diffidenza, senza tener conto delle loro aspettative.