L’ASSUNZIONE DI INTEGRATORI NELL’ANZIANO
Secondo una statistica recente (World health statistics 2014), redatta dall’Organizzazione mondiale della sanità, l’Italia è uno dei paesi con la più alta aspettativa di vita: al 7° posto per quanto …
Secondo una statistica recente (World health statistics 2014), redatta dall’Organizzazione mondiale della sanità, l’Italia è uno dei paesi con la più alta aspettativa di vita: al 7° posto per quanto riguarda gli uomini (età media 80,2 anni) e al 5° per le donne (85 anni). Sembra inoltre da indagini europee che fra la popolazione anziana sana vi sia una bassa incidenza di malnutrizione anche se sono stati spesso riscontrati bassi livelli nel siero di alcuni micronutrienti, probabilmente per un ridotta assunzione con la dieta. Le categorie più a rischio sono ovviamente gli anziani resi più fragili da patologie croniche, da condizioni di disabilità o di disagio socio economico, per i quali possono essere necessari interventi mirati di sostegno dietetico. Negli altri casi bisogna comunque considerare che squilibri nella dieta possono essere indotti da modificazioni tipiche dell’età avanzata: l’atrofia delle mucose, del cavo orale e della lingua; l’innalzamento della soglia gustativa – servono stimolazioni circa 10 volte maggiori rispetto al giovane adulto per ottenere una la stessa sensibilità gustativa – o il deficit di masticazione. Nella popolazione in generale, una dieta bilanciata dovrebbe essere sufficiente a garantire gli apporti necessari di macro e micronutrienti ed è sconsigliato il ricorso diffuso e indistinto agli integratori alimentari, che sono una fonte concentrata di sostanze nutritive, pensati per integrare la normale dieta in condizioni particolari, non per sostituirsi ad essa. A meno di ragioni mediche che lo impediscano, l’alimentazione consigliata per gli anziani è sovrapponibile a quella dell’adulto. Possono però verificarsi condizioni in cui l’integrazione di particolari microelementi risulta efficace per scongiurare certe carenze, anche dovute a un minore consumo di alcune fonti alimentari.
• Vitamina D: in assenza di un sufficiente consumo di pesce e uova e a causa di una diminuita esposizione ai raggi solari e a una minor sintesi endogena, può essere indicata un’assunzione di 10 microgrammi di vitamina D/die.
• Vitamina B12: consigliata l’integrazione per gli anziani che consumano pochi alimenti di origine animale (come per i vegetariani stretti).
• Calcio: l’assorbimento di microelementi diminuisce con l’età; l’integrazione di calcio potrebbe rivelarsi utile soprattutto nel caso in cui sia scarso il consumo di latte e derivati, fonte preferibile per la maggior biodisponibilità.
• Acidi grassi omega-3: a meno di un consumo adeguato di pesce (3 volte alla settimana) può essere raccomandata l’assunzione di integratori a base di omega-3.
• Vitamina D: in assenza di un sufficiente consumo di pesce e uova e a causa di una diminuita esposizione ai raggi solari e a una minor sintesi endogena, può essere indicata un’assunzione di 10 microgrammi di vitamina D/die.
• Vitamina B12: consigliata l’integrazione per gli anziani che consumano pochi alimenti di origine animale (come per i vegetariani stretti).
• Calcio: l’assorbimento di microelementi diminuisce con l’età; l’integrazione di calcio potrebbe rivelarsi utile soprattutto nel caso in cui sia scarso il consumo di latte e derivati, fonte preferibile per la maggior biodisponibilità.
• Acidi grassi omega-3: a meno di un consumo adeguato di pesce (3 volte alla settimana) può essere raccomandata l’assunzione di integratori a base di omega-3.
Fonte: World health statistics 2014