Il consumo regolare di succo di pomodoro sembra migliorare la motilità dello sperma nei pazienti infertili. Questa è la conclusione a cui è giunto un team di ricerca polispecialistico giapponese ed è il primo lavoro che mira a dimostrare che un cibo facilmente disponibile in commercio, come il succo di pomodoro, potrebbe apportare benefici in caso di infertilità maschile. Il principio attivo del succo di pomodoro che migliora la motilità spermatica potrebbe essere il licopene, ma il meccanismo è ancora sconosciuto. Molti studi hanno già evidenziato il ruolo dello stress ossidativo nell’infertilità maschile, ma non è stato ancora del tutto chiarito il meccanismo di azione. Questo lavoro ha utilizzato come presupposti le teorie della lipoperossidazione dello spermatozoo e ha verificato il ruolo protettivo del licopene sul migliorare la capacità antiossidante dello sperma. Endpoint per studiare l’ipotesi sono stati i livelli di licopene nel liquido seminale e i parametri spermatici negli uomini infertili, tra cui i valori di MDA, un indicatore importante di perossidazione seminale. Quarantaquattro pazienti hanno completato lo studio e sono stati così ripartiti: gruppo di controllo: 12, gruppo che ha assunto un integratore antiossidante (vitamina C 600 mg, vitamina E 200 mg e 300 mg di glutatione): 15, gruppo che ha bevuto succo di pomodoro (30 mg di licopene): 17. Nel gruppo del succo di pomodoro il livello di licopene nel plasma era significativamente aumentato alla 12° settimana. Inoltre questo gruppo ha evidenziato una diminuzione dei globuli bianchi plasma seminale e un aumento della motilità dello sperma statisticamente significative alla 12° e 6° settimana, rispettivamente, rispetto al gruppo di controllo. Nel gruppo che ha assunto un integratore di antiossidanti non è stato osservato nessun miglioramento significativo nei parametri seminali. Nello studio non sono riusciti a determinare gli effetti degli antiossidanti sui livelli di MDA a causa di un’inadeguatezza della dimensione del campione.
Fonte:
Asia Pac J Clin Nutr. 2017 Jan;26(1):65-71