Il declino cognitivo è uno dei più seri problemi di salute pubblica dell’ultimo millennio che ha pesanti ripercussioni a livello sociale. Include due forme: il deterioramento cognitivo lieve (MCI: mild cognitive impairment) e la demenza. Il primo, caratterizzato da un leggero ma evidente declino della funzione cognitiva, può progredire verso la demenza. L’MCI può essere una conseguenza del morbo di Alzheimer o di altre cause. L’Alzheimer è la malattia neurodegenerativa più comune; si presenta inizialmente con lievi problemi di memoria per poi progredire, entro tempi brevi, in una grave compromissione cognitiva e funzionale.
La demenza, invece, è una sindrome di ritardo mentale progressiva e cronica che può essere una conseguenza del morbo di Alzheimer, della demenza vascolare o della demenza mista (Alzheimer, più vascolare). La terapia oggi è di tipo sintomatico; diverse sono le strategie di intervento ma con un efficacia talora moderata e limitata nel tempo.
Il Ginko biloba contiene flavonoidi, terpeni, lattoni e acidi ginkolici. Agli estratti di Ginkgo biloba sono associati vari effetti benefici (aumento della resistenza all’ipossia, miglioramento della fluidità del sangue e della microcircolazione; influenza sui livelli dei neurotrasmettitori e miglioramento della neuroplasticità; etc.).
Nell’ultimo decennio, diversi sono stati gli studi condotti per valutare l’efficacia di estratti di Ginkgo biloba nel trattamento dell’MCI e della demenza e numerose le revisioni sistematiche effettuate per comprendere se i risultati di tali studi fossero affidabili. Un gruppo di ricercatori cinesi ha provato a raggruppare i risultati di tutte le revisioni sistematiche e delle meta-analisi disponibili in letteratura sugli effetti del ginkgo nel trattamento di tali patologie, allo scopo di verificarne l’attendibilità.
Dei 195 studi trovati in letteratura, solo 10 sono stati selezionati per una più approfondita analisi in quanto gli unici a soddisfare pienamente i seguenti criteri di inclusione: (i) articoli su revisioni sistematiche o meta-analisi; ii) uso di estratti di ginkgo per prevenire il declino cognitivo o trattare forme di MCI o di demenza compresi Alzheimer, demenza vascolare o mista; iii) studi sull’uomo.
In tabella sono illustrate le principali caratteristiche delle review selezionate.
Due ricercatori, in modo distinto, hanno valutato la qualità delle revisioni sistematiche usando il questionario “OQAQ”, che si basa sull’assegnazione di un punteggio a specifiche domande. Sulla base dei punteggi, 9 studi sono stati giudicati di buona qualità, mentre in una review sono stati individuati diversi errori.
Solo due revisioni sistematiche hanno studiato gli effetti preventivi di estratti di ginkgo sul declino della funzione cognitiva con risultati non significativi considerato il basso numero di studi inclusi nelle rispettive review.
Di seguito le conclusioni tratte dalla revisione:
F MCI: una maggior efficacia nel controllo della funzione cognitiva si è osservata con l’estratto di ginkgo somministrato da solo o come adiuvante della terapia convenzionale che con la sola terapia farmacologica, mentre nessuna sostanziale differenza tra i diversi trattamenti è stata rilevata nelle attività quotidiane.
F Demenza: due revisioni sistematiche hanno dimostrato la maggior efficacia di un particolare estratto di ginkgo1, assunto alla dose di 240 mg/die, nel migliorare le condizioni cliniche globali e le attività quotidiane, sia rispetto al placebo che allo stesso estratto somministrato ad una dose inferiore. Gli effetti sulle attività quotidiane sono più rilevanti nei pazienti più giovani (< 75 anni).
Altre review hanno messo in evidenza che estratti di ginkgo sono in grado di migliorare la funzione cognitiva in individui affetti da demenza. La dose dimostratasi più efficace è 240 mg e gli effetti più importanti sono stati rilevati nei pazienti sotto i 75 anni.
In tutti i casi non è possibile escludere a priori l’efficacia nei soggetti sopra i 75 anni, data la carenza di studi clinici che abbiano coinvolto soggetti in questa fascia di età.
Alcuni studi hanno inoltre sottolineato la capacità di estratti di Ginkgo biloba, assunti sempre alla dose di 240 mg/die, di migliorare i sintomi neuropsichiatrici come la depressione.
F Morbo di Alzheimer: revisioni sistematiche hanno messo in evidenza la maggior efficacia di un estratto di ginkgo, rispetto al placebo, nel migliorare le condizioni cliniche globali, le attività quotidiane, la funzione cognitiva e i sintomi neuropsichiatrici in pazienti affetti da Alzheimer Anche in questo caso la dose risultata più efficace è stata di 240 mg/die. L’uso di prodotti a base di ginkgo, a confronto con la terapia convenzionale, ha portato ad un più effettivo miglioramento delle attività quotidiane e della funzione cognitiva anche in pazienti affetti da demenza vascolare
F Prevenzione: solo due revisioni sistematiche hanno valutato gli effetti preventivi del Ginkgo biloba sul declino della funzione cognitiva mostrando risultati poco attendibili a causa di numerosi errori sperimentali.
I pazienti in trattamento con il ginkgo non hanno riportato gravi effetti avversi. Rispetto ai gruppi placebo, si sono registrati meno casi di capogiro/vertigini, tinnito, mal di testa ed angina pectoris.
In generale, gli effetti migliorativi si sono osservati dopo somministrazione di un particolare tipo di estratto di Ginkgo biloba. In taluni casi, l’assenza di effetti benefici è stata associata a carenze sperimentali e all’uso di strumenti di misurazione non sufficientemente sensibili. Inoltre, alcune review non hanno incluso studi clinici più recenti e ben strutturati che hanno dimostrato la maggior capacità di uno specifico estratto di ginkgo, rispetto al placebo, di migliorare le funzioni cognitive e la qualità della vita in pazienti con MCI molto lieve o con sintomi neuropsichiatrici.
I risultati emersi dall’analisi delle revisioni sistematiche sugli effetti del ginkgo sulle malattie neurodegenerative evidenziano l’efficacia di un particolare estratto della pianta, somministrato alla dose di 240 mg/die, nel controllare i sintomi della demenza. Mancano studi sugli effetti del ginkgo sulla progressione del morbo di Alzheimer e sulla prevenzione della demenza nei soggetti sani
1 Estratto di Ginkgo biloba foglie standardizzato in 24% flavonoidi (principalmente quercetina, kaempferolo e isoramnetina) e 6% lattoni terpenici (2.8-3.4% ginkgolidi A, B e C, and 2.6-3.2% bilobalidi). Altri costituenti comprendono proantocianadine, glucosio, ramnosio, acidi organici, acidi D-glucarico e ginkgolico.
FONTE: Frontiers in Aging Neuroscience. Pubblicato on line prima della stampa DOI 10.3389/fnagi.2016.00276. An Overview of Systematic Reviews of Ginkgo biloba Extracts for Mild Cognitive Impairment and Dementia. AUTORI: H.-F. Zhang, L.-B. Huang, Y.-B. Zhong, Q.-H. Zhou, H.-L. Wang, G.-Q. Zheng, Y. Lin