Si pone all’ attenzione una nuova sentenza della Corte di giustizia dell’UE relativa ai claims sulla salute di cui Regolamento (CE) 1924/2006 (NHCR), resa disponibile di recente: C-363/19, Konsumentombudsmannen (KO) contro Mezina AB.
La causa riguarda una domanda di pronuncia pregiudiziale relativa allo status dei Claims in attesa e alla responsabilità e allo standard per la loro giustificazione.
La società Mezina produce e vende integratori alimentari a base di Botanicals in Svezia e utilizza indicazioni sulla salute che sono “sospese”. Questo è stato contestato dall’Agenzia svedese dei consumatori, un’agenzia governativa che cura gli interessi dei consumatori, secondo cui la società non avrebbe giustificato scientificamente le indicazioni e l’EFSA aveva già emesso pareri negativi. Le indicazioni non sarebbero quindi più conformi ai principi generali dell’NHCR.
Questo non è quanto sostiene la Corte, secondo la quale tali indicazioni “sospese” possono essere fornite “sotto la responsabilità dell’operatore del settore alimentare”. Esse sono ammissibili se è dimostrato che hanno effetti nutrizionali o fisiologici benefici “come stabilito da prove scientifiche generalmente accettate” (art. 5.1) e se sono “basate su prove scientifiche generalmente accettate” (art. 6.1). Questo è lo standard probatorio richiesto.
Premesse
Il giudice del rinvio ha sottoposto alla Corte di giustizia dell’Unione europea le seguenti questioni pregiudiziali:
- se l’onere della prova per giustificare un’indicazione sulla salute “sospesa” sia disciplinato dall’NHCR o determinato in base al diritto nazionale.
- Se questo è regolamentato dall’NHCR, l’onere della prova spetta all’azienda che presenta l’indicazione sulla salute o all’autorità che chiede il divieto dell’indicazione
- Gli standard di riferimento per giustificare l’indicazione sulla salute sono disciplinati dall’NHCR o determinati in base alla legislazione nazionale? Se disciplinati dall’NHCR, quali sono gli standard probatori imposti?
- L’NHCR può essere applicato congiuntamente alla direttiva (CE) 2005/29 (pratiche commerciali sleali)?
Sentenza
La sentenza conferma che entrambi gli aspetti (responsabilità e standard probatorio) sono coperti dall’NHCR e non dalle disposizioni nazionali.
Standard probatorio
Lo standard è la “prova scientifica generalmente accettata”, il che significa che tale prova non dovrebbe essere limitata alle credenze, alle dicerie derivanti dalla saggezza popolare o alle osservazioni o alle esperienze di persone al di fuori della comunità scientifica, ma, al contrario, a prove oggettive e scientifiche. Questo significa, in particolare, che “dovrebbe esserci un accordo scientifico sufficiente sui benefici delle sostanze a cui si riferiscono le indicazioni sulla salute”. Inoltre, “un’indicazione dovrebbe essere scientificamente corroborata, tenendo conto del complesso dei dati scientifici disponibili e valutando gli elementi di prova.” (considerando 17).
Le disposizioni nazionali non possono quindi stabilire lo standard probatorio, ma disciplinare solo le modalità di presentazione delle prove o i metodi per ottenerle.
Responsabilità
La Corte conferma che le indicazioni sulla salute in attesa devono essere utilizzate “sotto la responsabilità degli operatori del settore alimentare” e che “l’operatore del settore alimentare che fornisce un’indicazione nutrizionale o sulla salute deve giustificare l’uso dell’indicazione” (art. 6.2).
L’operatore del settore alimentare interessato deve quindi essere in grado di giustificare l’indicazione sulla salute che utilizza. Tali prove possono essere quelle contenute in un fascicolo preparato a sostegno della domanda di iscrizione nell’elenco di cui all’articolo 13, paragrafo 3, o provenire da altre fonti, a condizione che tali prove abbiano un valore scientifico sufficiente.
Relazione tra l’NHCR e la direttiva (CE) 2005/29
La Corte ha inoltre concluso che le disposizioni dell’NHCR prevalgono su quelle della direttiva (CE) 2005/29.
La sentenza in oggetto conferma che i principi dell’NHCR sono al di sopra del diritto nazionale, che non c’è ragione di modificare la prassi attuale e salvaguarda le richieste in sospeso fintanto che non sono state autorizzate o respinte.
Conferma tuttavia che le società che utilizzano un claim “sospeso” devono avere a disposizione le prove necessarie per giustificare l’affermazione riferita al loro prodotto o ingrediente. Lo standard è una prova scientifica generalmente accettata. Qualsiasi indicazione sulla salute deve essere basata su prove oggettive che abbiano un supporto scientifico sufficiente.
È degno di nota il fatto che non vi sia alcun riferimento alla “valutazione scientifica del più alto livello possibile” (considerando 23), che l’EFSA considera come la base della sua metodologia di valutazione. La Corte sembra pertanto riconoscere come sufficiente una prova scientifica generalmente accettata, basata sulla totalità e sulla valutazione complessiva delle prove scientifiche disponibili, con un sufficiente livello di accettazione scientifica (almeno per le indicazioni dell’articolo 13 che rientrano nell’ambito di applicazione della presente sentenza).
Il fatto che l’NHCR non consideri l’uso tradizionale come un criterio, significa tuttavia che non sarebbe accettabile, in linea di principio, giustificare un’indicazione “sospesa” basandosi esclusivamente sulla tradizione d’uso.
Chiaramente la sentenza in questione non modifica l’attuale situazione nazionale dove i Claims sui Botanicals sono comunque “disciplinati” attraverso linee guida ministeriali, ma costituisce un importante riferimento sia per quanto riguarda il significato di uso tradizionale, che per quanto concerne il livello al quale le prove scientifiche a sostegno di un claim sulla salute dovrebbero essere condotte.