Oggi i frutti del giuggiolo sono richiesti dall’industria alimentare come aromatizzanti e dolcificanti, tuttavia una recente review (1) ci rammenta anche quali siano le solide proprietà farmacologiche dei suoi estratti e dei numerosi principi attivi.
I frutti infatti esprimono attività epatoprotettive (polisaccaridi, acido maslinico), antiossidanti (antociani e polifenoli), antinfiammatorie (triterpeni), antiepilettiche (oleamide) e proapoptotiche (acidi ursolico e betulico), mentre i semi mostrano proprietà ansiolitiche e sedative (saponine), neuroprotettive (jujuboside A), ipolipemizzante (acidi terpenici), nootrope (spinosina).
In particolare, l’attività GABAergica è indirettamente confermata dal fatto che in Taiwan il frutto del giuggiolo è il secondo rimedio prescritto per l’insonnia; davvero interessante anche l’attività ipolipemizzante, confermata da un recente RCT (n=116) (2) in pazienti affetti da T2DM. Un infuso di giuggiole, somministrato prima dei pasti principali per 12 settimane -unitamente ad una dieta ipocalorica- si è dimostrato in grado di abbassare i livelli di emoglobina glicata, colesterolo totale, colesterolo LDL, trigliceridi, riducendo quindi indice di rischio cardiovascolare e LDL/HDL ratio in misura statisticamente significativa mostrando inoltre effetti collaterali trascurabili e predisponendo ad un’ottima compliance da parte dei pazienti (losto on follow up=6).
La qualità dei risultati ottenuti e la numerosità crescente della letteratura offrono un buon razionale scientifico per approfondire i meccanismi d’azione degli estratti di giuggiolo in diverse aree terapeutiche.
1. Rodriguez Villanueva J., Rodriguez Villanueva L., Experimental and Clinical Pharmacology of Ziziphus jujuba Mills, Phytother Res. 2017 Mar; 31(3):347-365.
2. Yazdanpanah Z., et al., Effect of Ziziphus jujube Fruit Infusion on Lipid Profiles, Glycaemic Index and Antioxidant Status in Type 2 Diabetic Patients: A Randomized Controlled Clinical Trial, Phytother Res. 2017 Mar 7.