Sono stati documentati una serie di effetti potenziali correlati all’assunzione o comunque alla presenza di adeguati livelli ematici di tocotrienoli.
I tocotrienoli hanno un potenziale benefico anti-invecchiamento relativamente al deterioramento cognitivo e al danno al DNA. Possono inoltre inibire significativamente l’attività degli osteoclasti e promuovere quella degli osteoblasti
Alcuni ricercatori hanno effettuato una revisione sistematica con l’obiettivo di valutare l’effetto potenziale dell’assunzione di tocotrienoli o, comunque, dei livelli circolanti di tocotrienoli su parametri associati all’invecchiamento in buona salute, con particolare attenzione a:
- funzioni cognitive,
- osteoporosi,
- danni al DNA.
Inizialmente sono state ottenute tutte le pubblicazioni in lingua inglese presenti nei database PubMed e Scopus (a luglio 2016) per poi essere selezionate e processate in conformità con le raccomandazioni PRISMA (Preferred Reporting Items for SystematicReviews and Meta-Analysis statement).
Risultati della revisione sulle potenzialità dei tocotrienoli su osteoporosi e danni al DNA in persone anziane
Dalla revisione è emerso che studi prospettici e caso-controllo suggeriscono che un aumento dei livelli ematici di tocotrienoli è associato a esiti favorevoli relativamente alla funzione cognitiva, con rischio relativo (HR)
- 0,7 (IC95% fra 0,44 e 1,11) per Alzheimer,
- 0,27 (IC95% fra 0,1 e 0,78) per il decadimento cognitivo.
Uno studio clinico con supplementazione di tocotrienoli (160 mg/die) per 6 mesi ha rilevato un effetto benefico sui danni al DNA (p<0,001 verso gruppo placebo p>0,05) ma solo in persone anziane (>50 anni).
Relativamente all’osteoporosi è stato identificato un solo studio in vitro (colture di cellule ossee umane) da cui è emerso che i tocotrienoli possono inibire significativamente l’attività degli osteoclasti e promuovere quella degli osteoblasti.
Nelle loro conclusioni gli autori osservano che gli studi che hanno coinvolto persone di mezza età e anziane, suggeriscono che i tocotrienoli hanno un potenziale benefico anti-invecchiamento relativamente al deterioramento cognitivo e al danno al DNA.
Di 67 articoli iniziali, la revisione è stata fatta soltanto su 7 che hanno retto ai criteri PRISMA e che riguardavano persone anziane. La documentazione è quindi ancora veramente ridotta e ha carattere meramente indicativo. Sono dunque necessari studi preclinici e clinici per confermare e meglio profilare il potenziale qui riferito.
Revisione della letteratura realizzata da associati a vari istituti, fra questi: University of Canberra, Faculty of Health, Canberra, Australia.