Vi informiamo che in data odierna l’EFSA ha avviato una consultazione pubblica sulla sua bozza di parere relativo all’acido alfa-lipoico (ALA).
Il parere, redatto a seguito di una richiesta della Commissione europea dal gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sull’alimentazione, i nuovi alimenti e gli allergeni alimentari (NDA), discute i dati sulla relazione tra l’assunzione di acido alfa-lipoico (o acido tiottico) e il rischio di sindrome autoimmune da insulina (IAS) e studia la possibilità di stabilire una dose al di sotto della quale non si prevede che l’ALA aggiunto agli alimenti possa causare IAS nella popolazione generale o in sottogruppi vulnerabili.
La richiesta si riferisce alla procedura di cui all’articolo 8, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1925/2006 sull’aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti.
Di seguito la sintesi delle conclusioni del parere e le raccomandazioni del Panel:
“Il gruppo di esperti ritiene probabile che il consumo di ALA aggiunto agli alimenti, compresi gli integratori alimentari, porti ad un aumento del rischio di sviluppo di IAS in individui con determinati polimorfismi genetici, anche se il meccanismo plausibile con cui l’ALA può aumentare questo rischio non è ancora stato del tutto chiarito. L’EFSA non ha individuato alcuna prova di un legame tra ALA naturalmente presente negli alimenti e IAS.
La prevalenza dei tre principali alleli HLA associati a un maggior rischio di sviluppo di IAS è stata riportata intorno allo 0,1-3,9% in Europa, a seconda degli alleli e del paese (Uchigata et al., 2000; Gonzalez-Galarza et al., 2019).
Il gruppo osserva che gli individui portatori del polimorfismo in questione non possono essere facilmente identificati senza test genetici. L’incidenza di IAS (da tutte le cause) per gli anni 2017-2018 nella popolazione generale in Giappone è stata stimata a 0,017 per 100.000 abitanti (per un totale di 22 casi in questi anni) (Yamada et al., 2020).
L’incidenza in Europa è probabilmente inferiore, considerando che la prevalenza di alleli associati a un maggior rischio di sviluppo di IAS è meno frequente nelle popolazioni di etnia sia caucasica che asiatica. Tuttavia, sulla base dei limitati dati disponibili, il gruppo di esperti conclude che la prevalenza della IAS in Europa, e il rischio associato allo sviluppo di IAS in seguito al consumo di ALA, non possono essere quantificati né per la popolazione generale né per i sottogruppi o gli individui con suscettibilità genetica.
Il gruppo di esperti scientifici conclude inoltre che una dose di ALA al di sotto della quale non si prevede il verificarsi di IAS è probabilmente variabile tra gli individui e non può quindi essere determinata sulla base dei dati disponibili.
Sono state rilevate le seguenti fonti di incertezza:
– mancano informazioni sul fatto che la produzione industriale di ALA utilizzata negli integratori alimentari differisca da quella dell’ALA utilizzata nei medicinali, cioè se l’ALA di grado alimentare e quello di grado farmaceutico siano intercambiabili;
– le pubblicazioni in lingue non UE non sono state considerate;
– è improbabile che tutti i casi di IAS in seguito al consumo di ALA in Europa siano stati pubblicati;
– il verosimile meccanismo per cui l’ALA può scatenare IAS in individui con certi polimorfismi genetici, deve ancora essere dimostrato;
– anche se sono disponibili dati sulla frequenza allelica per un certo numero di paesi europei, mancano dati che coprano un campione rappresentativo sufficientemente ampio dell’intera popolazione dell’UE.
Il gruppo di esperti riconosce queste incertezze, ma le stesse non diminuiscono le conclusioni scientifiche.
Raccomandazioni
Al fine di ridurre le incertezze, il gruppo ha individuato le seguenti raccomandazioni per le ulteriori ricerche:
– chiarire il meccanismo d’azione con cui l’ALA aumenta il rischio di sviluppare IAS;
– indagare sulla prevalenza di IAS nell’UE anche in relazione all’uso di ALA;
– indagare sulla prevalenza degli alleli HLA associati a un aumento del rischio di sviluppo di IAS in un campione rappresentativo della popolazione dell’UE