Una meta-analisi recentemente pubblicata di sedici studi osservazionali, comprendenti 47.648 individui, conclude che la carenza di vitamina D può essere collegata a un aumento del rischio di tromboembolismo venoso (TEV).
A causa del ridotto tasso di sopravvivenza, dell’elevato costo delle cure e delle frequenti recidive, il tromboembolismo venoso è considerato un problema critico di salute pubblica.
Sebbene la vitamina D sia antitrombotica, le associazioni tra lo stato sierico della vitamina D e il rischio di tromboembolismo venoso (TEV) rimangono incoerenti.
In passato, bassi livelli di vitamina D sono stati collegati a un aumento del rischio di TEV. Tuttavia, questi risultati potrebbero essere stati influenzati da un potenziale effetto dose-dipendente. Inoltre, una precedente meta-analisi incentrata su studi caso-controllo non ha rivelato alcuna correlazione tra il livello di vitamina D e la TEV, indicando una debole evidenza su questo argomento.
Per rispondere a queste preoccupazioni, una nuova meta-analisi ha cercato di definire la relazione tra il livello di vitamina D e il rischio di tromboembolismo venoso, insieme ad analisi secondarie sui disegni degli studi, sull’esistenza di malattie neurologiche e sui potenziali effetti dello stato di vitamina D.
Questa analisi ha incluso 16 studi osservazionali che hanno coinvolto 47.648 persone, fornendo una forte evidenza aggiuntiva su questo argomento.
La precedente meta-analisi ha studiato l’associazione tra lo stato della vitamina D e il rischio di TEV combinando il rapporto di probabilità e il rapporto di rischio. L’analisi attuale, invece, ha valutato i dati sul rapporto di probabilità e il rapporto di rischio separatamente per minimizzare i possibili bias. È stata anche valutata la correlazione dose-dipendente tra i livelli di vitamina D e il rischio di TEV.
Inoltre, questa meta-analisi ha riguardato studi in diversi contesti clinici, per cui i risultati possono essere applicati a uno spettro di individui.
Questa meta-analisi aggiornata di sedici studi osservazionali che hanno arruolato 47.648 individui ha rivelato una relazione negativa tra lo stato della vitamina D e il rischio di tromboembolismo venoso. La bassa eterogeneità (I2 = 31%) e l’assenza di bias di pubblicazione significativi nell’attuale studio hanno evidenziato la solidità delle evidenze derivate”.
Sono necessari ulteriori studi per indagare il potenziale effetto benefico dell’integrazione di vitamina D sul rischio a lungo termine di tromboembolismo venoso.
La meta-analisi
Sono stati consultati i database Embase, Medaline, Cochrane Library e Google Scholar per trovare studi osservazionali che esplorassero i legami tra il livello di vitamina D e il rischio di tromboembolismo venoso nelle persone. La correlazione tra i livelli della vitamina e il rischio di tromboembolismo venoso è stata visualizzata come rapporto di probabilità e il rapporto di rischio.
Gli esiti secondari includevano gli effetti del disegno della ricerca, l’esistenza di disturbi neurologici e lo stato della vitamina D sulle associazioni.
Il pool ha rivelato una relazione negativa tra i livelli di vitamina D e il rischio di tromboembolismo venoso sia in base al rapporto di probabilità che in base al rapporto di rischio.
Questa associazione è rimasta significativa nelle analisi di sottogruppo del disegno dello studio e in presenza di malattie neurologiche. Rispetto ai soggetti con uno stato vitaminico D normale, è stato osservato un aumento del rischio di tromboembolismo venoso nei soggetti con carenza di vitamina D (OR = 2,03, 95% CI: da 1,33 a 3,11) ma non con insufficienza.
Meccanismo d’azione
La conservazione del calcio e dell’omeostasi ossea è una funzione ben nota della vitamina D, un ormone secosteroide. Si è scoperto che ha effetti pleiotropici extrascheletrici sui sistemi circolatorio, nervoso e immunologico. Grazie alle sue qualità antinfiammatorie e antiossidative, la vitamina D può anche proteggere le lesioni vascolari endoteliali.
Inoltre, la vitamina D inibisce la via della coagulazione, il che la rende antitrombotica. Pertanto, una carenza della vitamina in questione può ipoteticamente determinare uno stato protrombotico che potrebbe favorire l’insorgenza di tromboembolismo venoso.
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Fonte: “Vitamin D deficiency increases risk of vein thrombosis, meta-analysis concludes”, Olivia Haslam.