Gli autori di questa revisione della letteratura scientifica hanno esaminato sistematicamente gli studi clinici relativi alla supplementazione nutrizionale, fitoterapica e alle attività fisiche finalizzate a modificare la progressione del cancro alla prostata e la mortalità dovuta a tumore. Gli autori hanno prestato particolare attenzione al rischio di bias (errori sperimentali sistematici che influenzano i risultati) e alla qualità metodologica degli studi.
Sono stati inclusi nella revisione gli studi RCT identificati attraverso ricerca (a tutto luglio 2014) sulle banche dati biomediche Amed, CINCH, Cochrane Library, Embase, MEDLINE, e Web of Science. Fatte le dovute selezioni (12.037 report identificati, 2.344 erano duplicati; 9.481 non soddisfacevano i criteri inclusione; 212 sono stati letti dei quali 160 esclusi per vari motivi) sono stati isolati e valutati 44 studi clinici randomizzati, pubblicati fra il 2001 e il 2014. La sostanziale eterogeneità dei dati caratterizzanti gli studi ne ha impedito la meta-analisi. Gli studi hanno coinvolto complessivamente 3.418 pazienti con cancro alla prostata (mediana: 64 persone per studio) provenienti da 13 diversi paesi (26 studi negli USA; 3 in Australia, Olanda e Regno Unito …). Tre studi, fra i dieci con minore rischio di bias e maggiore qualità metodologica, hanno rilevato effetti benefici; si tratta dell’assunzione di capsule contenenti estratto di semi di melograno, tè verde broccoli e curcuma (miglioramento PSA: p=0.0008; stabile dopo 6 mesi: p=0.00001), valutate in persone in vigile attesa (40%) o sorveglianza attiva (60%); dell’assunzione di semi di lino verso dieta povera di grassi e verso controllo con dieta usuale (tasso di proliferazione p=0.0013; ma altri indicatori non significativi come PSA e tasso apoptotico) valutata in pazienti sottoposti a prostatectomia radicale e dell’assunzione di un integratore composto di soia, licopene, selenio e coenzima Q10 (miglioramento PSA: p=0.030), valutato in pazienti in fase di radioterapia (31%) o prostatectomia radicale (69%). Alcuni dei rimedi appena segnalati (licopene, melograno) sono stati indagati singolarmente nell’ambito di alcuni degli altri 7 studi ad elevata qualità metodologica con risultati negativi, forse ad indicare la superiorità delle formulazioni complesse contenenti più rimedi attivi.
Gli altri studi considerati sono risultati sottodimensionati, ad elevato o probabile rischio di bias, non adeguatamente illustrati, di breve durata o valutati considerando misure di risultato surrogate con relazione non dimostrata con mortalità o progressione della malattia; circostanze che invalidano ogni eventuale esito positivo segnalato. Allo scopo di rafforzare le evidenze positive rilevate e di verificare risorse incerte e nuove gli autori della revisione auspicano che siano realizzati ampi studi, randomizzati e ben concepiti.
National Institute for Health Research (NIHR) Bristol Nutritional Biomedical Research Unit, University Hospitals Bristol NHS Foundation Trust and the University of Bristol, Bristol, UK. Hackshaw-McGeagh LE, Perry RE, Leach VA, Qandil S, Jeffreys M, Martin RM, Lane JA. A systematic review of dietary, nutritional, and physical activity interventions for the prevention of prostate cancer progression and mortality. Cancer Causes Control 2015 Nov;26(11):1521-50.