La sindrome da intestino irritabile (SII) è uno dei disordini gastrointestinali più comuni. Caratterizzata da sintomi quali dolore addominale, periodi di stipsi alternati a fenomeni diarroici, meteorismo, gonfiore addominale, flatulenza, borborigmi e nausea, i meccanismi biochimici alla base di tale patologia non sono ancora stati del tutto chiariti e non esistono marcatori biologici che ne consentano una corretta diagnosi. La terapia si basa per lo più sull’assunzione di farmaci (es. antispastici, procinetici, lassativi, antidiarroici e ansiolitici) per alleviare i disturbi della malattia, trattamento che nella maggior parte dei soggetti è inefficace. Molti quindi si rivolgono a rimedi alternativi, tra i quali prodotti a base di aloe vera (Aloe vera L. o Aloe barbadensis Mill.), sulla cui efficacia nell’alleviare i sintomi della SII, i pochi studi finora effettuati forniscono risultati contrastanti. Un recente studio clinico, condotto in doppio cieco con il controllo del placebo presso l’Università di Göteborg (Svezia), ha valutato gli effetti di un estratto di A. barbadensis Mill., assunto alla dose di 250 mg in compresse effervescenti, due volte al giorno prima di colazione e alla sera, per un periodo di 4 settimane. Allo studio hanno partecipato 68 adulti con età compresa tra i 18 e i 65 anni. Quattro soggetti del gruppo placebo hanno lasciato lo studio per peggioramento della nausea o per non aver percepito alcun miglioramento; la causa di abbandono nel gruppo sperimentale è stata sanguinamento rettale, problema già presente nel soggetto prima dell’inizio dello studio. Prima di entrare nello studio come parte del gruppo sperimentale o placebo e al termine delle 4 settimane di trattamento, i soggetti sono stati sottoposti alla misura del tempo di transito intestinale oroanale ed è stato loro chiesto di compilare due questionari per una autovalutazione rispettivamente dei sintomi gastrointestinali e di quelli psicologici (es. ansia e depressione) spesso associati alla SII. Allo studio clinico è seguito un periodo di osservazione di 2 settimane, alle termine delle quali i partecipanti sono stati contattati telefonicamente per raccogliere informazioni circa il loro stato di salute od eventuali effetti collaterali riferiti a trattamento concluso. Al termine dello studio si è registrato un miglioramento del dolore addominale, in termini sia di intensità che di frequenza, e della sensazione di gonfiore, maggiori nel gruppo in trattamento con l’estratto di aloe rispetto al placebo, sebbene la percentuale di soggetti che hanno risposto positivamente all’aloe rispetto a quelli che hanno riscontrato un effetto benefico con l’assunzione del placebo non possa considerarsi statisticamente significativa (affinché le differenze percentuali nelle risposte positive tra gruppo sperimentale e placebo siano significative in termini statistici è stato stimato che ogni gruppo debba essere costituito almeno da 71 soggetti). Alla fine del trattamento, non si sono osservate variazioni rilevanti rispetto all’inizio dello studio né per quanto riguarda i fattori psicologici né il tempo di transito oro-anale. I risultati di questo studio pilota dimostrano come questo particolare estratto di aloe sia in grado di alleviare alcuni sintomi della SII, sebbene tali evidenze necessitino di essere confermate da studi su più larga scala. Ulteriori studi sono inoltre necessari per comprendere i meccanismi d’azione alla base degli effetti benefici dell’aloe nell’alleviare il dolore associato a SII. Tale estratto non contiene aloina, il composto dal quale dipende l’azione lassativa dell’aloe.
Fonte: Journal of Gastrointestinal and Liver Diseases. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.15403/jgld.2014.1121.243.sst. “A
Pilot Study of the Effect of Aloe barbadensis Mill. Extract (AVH200®) in Patients with Irritable Bowel Syndrome: a Randomized,
Double-Blind, Placebo-Controlled Study”. Autori: S. Størsrud, I. Pontén, M. Simrén