Oggigiorno, il diabete mellito è una delle malattie più comuni e l’iperglicemia è uno dei principali fattori che predispongono allo stress ossidativo. Nei pazienti diabetici tale condizione può creare nel tempo le condizioni favorevoli allo sviluppo di complicanze micro- e macrovascolari aumentando così i fattori di rischio di malattie cardiovascolari o di altre patologie.
L’ortica (Urtica dioica L., Fam. Urticaceae) è conosciuta per le sue proprietà ipoglicemizzanti e antinfiammatorie. Un gruppo di ricercatori iraniani ha condotto uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco con il controllo del placebo, per valutare gli effetti di un estratto idro-alcolico di ortica sul profilo lipidico plasmatico, sugli enzimi epatici e sui livelli di ossido nitrico in pazienti con diagnosi di diabete mellito di tipo 2.
Al trial hanno partecipato 50 donne in terapia per il diabete tipo 2, aventi livelli di emoglobina glicata (HbA1c) ≤ 10% e livelli di trigliceridi < 400 mg/dl. Le partecipanti sono state divise in due gruppi da 25 persone ciascuno, alle quali è stato chiesto di assumere 5 ml di un estratto idro-alcolico di parti aeree di ortica (gruppo sperimentale) o di placebo (gruppo controllo) diluito in acqua, 3 volte al giorno dopo ogni pasto, per un periodo di 8 settimane.
Le pazienti sono state contattate settimanalmente per comunicare eventuali eventi avversi o segnali di interazione con i farmaci che stavano assumendo.
Prima di iniziare lo studio e al termine del trattamento ai soggetti sono stati misurati: glicemia a digiuno, trigliceridi, lipoproteine a bassa e alta densità (LDL e HDL), ossido nitrico (NO) e gli enzimi epatici alanino-aminotransterasi (ALT), aspartato-aminotransferasi (AST) e superossido dismutasi (SOD).
Elevati livelli plasmatici di ALT e AST sono indicatori di danni a livello epatico. La superossido dismutasi ha invece un’azione antiossidante benefica per il nostro organismo.
Hanno completato lo studio 47 donne (un ritiro volontario dal gruppo sperimentale e due defezioni dal controllo per mancanza di efficacia).
Dopo 8 settimane di trattamento, i risultati ottenuti sono stati:
F rispetto al placebo, con l’estratto idro-alcolico di ortica si è osservato un decremento maggiormente significativo della glicemia a digiuno e dei livelli di trigliceridi;
F nei soggetti trattati con l’estratto di ortica si è registrato un aumento significativo della concentrazione plasmatica di HDL, il cosiddetto colesterolo buono, i cui livelli sono invece diminuiti nel gruppo placebo;
F nessuna differenza significativa è stata invece rilevata tra i due gruppi per quanto riguarda i livelli plasmatici di LDL;
F relativamente agli enzimi epatici, nei soggetti in trattamento con l’estratto di ortica, rispetto ai controlli, si è osservata una riduzione importante dei livelli di ALT, mentre nessuna differenza tra i due gruppi è stata rilevata nella concentrazione plasmatica di AST;
F i livelli di antiossidanti (NO e SOD) erano maggiori nel gruppo sperimentale, mentre nel placebo la concentrazione di SOD è diminuita nel tempo.
Gli effetti benefici osservati nel ridurre la glicemia a digiuno potrebbero essere dovuti alla capacità dell’estratto di ortica di inibire l’enzima alfa-glucosidasi. In passato erano state evidenziate le potenzialità di un estratto di U. dioica di aumentare la secrezione di insulina dalle cellule di Langerhans con conseguente diminuzione dei livelli plasmatici di glucosio.
I ridotti livelli nel sangue dell’enzima ALT suggeriscono invece che l’estratto di ortica potrebbe prevenire danni al fegato nei soggetti con diabete di tipo 2.
L’aumento dei livelli di NO e SOD nei soggetti trattati con U. dioica indicano che tale estratto possiede attività antiossidante, confermando i risultati di precedenti studi condotti in ratti con iperglicemia. Tale effetto è probabilmente dovuto ai polifenoli e flavonoidi presenti nell’estratto.
Nel complesso, quindi, i risultati di questo studio mostrano che l’estratto idro-alcolico di U. dioca può essere una fonte interessante di composti bioattivi e che può diminuire i fattori di rischio associati al diabete, quali danni al fegato e malattie cardiovascolari.
Tali dati sono tuttavia preliminari. Per confermare i risultati di questo studio, gli autori suggeriscono di condurre trials clinici su un campione più numeroso di soggetti e a più lungo termine per identificare eventuali effetti benefici tardivi ed eventi avversi.
FONTE: Avicenna Journal of Phytomedicine. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.13140/RG.2.1.4170.0249. “Effects of Urtica dioica supplementation on blood lipids, hepatic enzymes and nitric oxide levels in type 2 diabetic patients: A double blind, randomized clinical trial”. Autori: A.A. Behzadi, H. Kalalian-Moghaddam, A.H. Ahmadi