Il deficit cognitivo spesso associato all’invecchiamento può alterare la velocità di elaborazione, la capacità di memoria di lavoro 1 e la memoria a lungo termine. La compromissione della memoria associata all’età (AAMI: Age-associated memory impairment) è una condizione non patologica legata al normale invecchiamento cerebrale.
Evidenze scientifiche hanno rilevato che in individui sani, a partire dai 40 anni, la memoria di lavoro tende a diminuire del 10% ogni dieci anni.
Diversi sono gli studi in corso per trovare rimedi naturali efficaci per il mantenimento della salute cognitiva o per rallentare il declino cognitivo. Tra questi alcune preparazioni a base di piante appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae come il rosmarino, la salvia e la menta crispa. Gli effetti benefici sulla memoria potrebbero essere dovuti ai polifenoli presenti in queste piante e nei loro estratti, come l’acido rosmarinico e salvianolico, che, in studi in vitro ed in vivo, hanno mostrato attività anticolinesterasica, antiossidante, neuroprotettiva e neurotrofica.
Tecniche tradizionali di riproduzione hanno consentito di sviluppare varietà di menta crispa, (Mentha spicata L.) con un contenuto maggiore in polifenoli (8-9% di acido rosmarinico contro lo 0-6% contenuto in altre specie della famiglia delle Lamiaceae).
In un modello murino di senescenza accelerata, con un estratto acquoso secco di Mentha spicata dal contenuto in polifenoli maggiore, somministrato alla dose di 320 mg/kg p.c./die per 12 settimane, si è registrato un miglioramento dell’apprendimento e della memoria, correlato ad una riduzione delle proteine carbonilate e della 3-nitrotirosina nell’ippocampo, il cui incremento è indice di stress ossidativo.
Uno studio clinico in doppio cieco con il controllo del placebo ha valutato gli effetti sulla memoria di un estratto secco brevettato di menta crispa contenente il 14,5% in peso di acido rosmarinico e il 24% di polifenoli totali, tra cui anche acido litospermico, caftarico e salvianolico A e B, in 90 volontari sani (età media: 59,4 ± 0,6 anni). Ai soggetti, suddivisi in gruppi da 30, è stato chiesto di assumere durante la colazione, per un periodo di 90 giorni, 600 o 900 mg/die dell’estratto di menta. I due gruppi sperimentali sono stati messi a confronto con un placebo.
Le valutazioni sui partecipanti sono state effettuate prima dell’avvio dello studio, dopo 45 giorni e al termine e sono consistite in:
Valutazione cognitiva in termini di attenzione, elaborazione delle informazioni, memoria episodica e di lavoro, funzione esecutiva e controllo motorio.
Valutazione dell’umore relativamente ai seguenti stati d’animo: tensione-ansia, depressione-abbattimento, rabbia-ostilità, vigore, affaticamento-inerzia, confusione-disorientamento. Da ultimo, è stato assegnato un punteggio al disturbo dell’umore totale (TMD: total mood disturbance).
Valutazione soggettiva del sonno in relazione a: facilità di addormentarsi, qualità del sonno, risveglio e comportamento successivo al risveglio.
Per quanto riguarda la salute cognitiva, nei soggetti in trattamento con l’estratto si è rilevato, rispetto al gruppo placebo, un più ampio miglioramento della memoria di lavoro e della memoria di lavoro spaziale (capacità di mantenimento ed elaborazione di informazioni visuo-spaziali e di generare immagini mentali), soprattutto alla dose maggiore di menta crispa (900 mg/die).
Dopo trattamento con l’estratto di menta crispa si è osservato, nel complesso, un miglioramento dello stato d’animo soprattutto in termini di vigore/attività fisica e sempre alla dose più elevata del preparato.
Nei soggetti in trattamento con 900 mg/die di estratto, rispetto alla dose più bassa, si è inoltre registrata una maggior riduzione del tempo richiesto per prendere sonno ed un miglioramento dell’umore al risveglio.
I risultati di questo studio dimostrano che soggetti anziani sani con possibili disturbi di memoria correlati all’età (AAMI) potrebbero beneficiare dell’assunzione di un estratto di menta crispa contenente un quantitativo più elevato di acido rosmarinico in termini di miglioramento delle prestazioni cognitive, del sonno e, di conseguenza, dell’umore, aumentando la qualità della vita.
1 La memoria di lavoro è definita come un sistema per il mantenimento temporaneo e per la manipolazione dell’informazione durante l’esecuzione di differenti compiti cognitivi, come la comprensione, l’apprendimento e il ragionamento.
FONTE: The Journal of Alternative and Complementary Medicine. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.1089/acm.2016.0379. Spearmint Extract Improves Working Memory in Men and Women with Age-Associated Memory Impairment. AUTORI: K.A. Herrlinger, K.M. Nieman, K.D. Sanoshy, B.A. Fonseca, J.A. Lasrado, A.L. Schild, K.C. Maki, K.A. Wesnes, M.A. Ceddia.