La relazione fra microbiota e alterazioni/malattie della sfera psicologica e psichiatrica è stata osservata da tempo ma, in passato, è stata poco considerata e studiata. Negli ultimi anni è emersa invece un’attenzione crescente in questo campo.
Dinan e colleghi hanno definito psicobiotico “un organismo vivo che, quando ingerito in adeguate quantità, produce un beneficio per la salute in pazienti affetti da malattia psichiatrica.” Queste classi di probiotici sono in grado di produrre e di fornire sostanze neuroattive come l’acido gamma- amminobutirrico e la serotonina che agiscono sull’asse cervello-intestino. Sul piano preclinico, una serie di valutazioni fatte nei roditori suggeriscono che alcuni psicobiotici possiedono attività antidepressiva e ansiolitica. Gli effetti possono essere mediati attraverso il nervo vago, il midollo spinale o sistemi neuroendocrini. L’ambito di studio più vicino all’area psichiatrica ha riguardato pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, in cui sono stati riportati effetti positivi per un certo numero di organismi come Bifidobacterium infantis.
Dalla letteratura finora pubblicata si può ricavare che ci sono prove emergenti che questi batteri possono alleviare i sintomi della depressione e la sindrome da affaticamento cronico. Questi effetti possono essere correlati alle azioni anti-infiammatorie di alcune psicobiotici e alla loro capacità di ridurre l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. (Dinan 2013). Wall e colleghi dopo aver riferito per i psicobiotici una serie di vie d’azione (a quelle sopra richiamate aggiungono catecolamina e acetilcolina) coinvolte nell’”alterazione della mente” osservano che questi batteri probiotici possono rappresentare una potenziale strategia terapeutica nella prevenzione e/o trattamento di alcune condizioni neurologiche e neurofisiologiche (Wall R. 2014).
Tang e colleghi osservano che recenti evidenze hanno documentato le forti influenze che il microbiota ha sull’attività cerebrale; si soffermano poi sul ruolo che i probiotici hanno nello sviluppo neurologico del bambino e delle conseguenze potenzialmente deleterie dell’abuso di antibiotici che, alterando il microbiota, possono compromettere il neuro-sviluppo del bimbo e, conseguentemente, essere causa o concausa dell’emergere di futuri problemi di salute mentale (Tang F. 2014). Infine la disfunzione dell’asse microbioma-intestino-cervello è risultata implicata nei disturbi legati allo stress come la depressione, l’ansia e la sindrome dell’intestino irritabile (Borre e al 2014). Questo insieme di evidenze e il quadro complessivo di conoscenze che stanno delineando potrebbe portare a individuare nuove risorse a beneficio della salute mentale.
Laboratory of NeuroGastroenterology (Borre 2014), Alimentary Pharmabiotic Centre (Dinan 2013; Wall 2014), University College Cork, Cork, Irlanda. Department of Molecular Biology, Division of Biological Sciences, University of California at San Diego, La Jolla, Calif., USA. (Tang 2014). Dinan TG e al. Psychobiotics: A novel class of psychotropic. Biol Psychiatry 2013, Nov 15;74(10):720-6. Wall R. e al. Bacterial neuroactive compounds produced by psychobiotics. Adv Exp Med Biol. 2014;817:221-39. Tang F e al. Psychobiotics and Their Involvement in Mental Health. J Mol Microbiol Biotechnol. 2014 Aug 30;24(4):211-214. Borre YE e al. The impact of microbiota on brain and behavior: mechanisms & therapeutic potential. Adv Exp Med Biol. 2014;817:373-403.