Per Botanicals si intendono piante, sostanze vegetali e preparati derivati – impiegati in ambito alimentare, e quindi negli integratori alimentari – utilizzati per i loro effetti fisiologici. Queste sostanze sono apprezzate per le loro proprietà benefiche nella prevenzione e nel trattamento di diverse patologie.
Un recente articolo pubblicato su NutraIngredients dal titolo “Botanicals: Research round-up” ha fatto il punto sugli ultimi risultati ottenuti dalla ricerca scientifica relativamente alle proprietà attribuibili ad alcuni fra gli ingredienti più popolari utilizzati nei Botanicals.
Gli effetti immunostimolanti dell’Echinacea sono comunemente riconosciuti per accelerare la guarigione da raffreddori ed influenze. Un recente studio a cura di alcuni ricercatori dell’Università di Scienze Mediche Iraniana (IUSM) ha voluto esaminarne l’efficacia nel trattamento delle infezioni delle vie respiratorie. Partendo da una banca dati molto ampia e dettagliata, la ricerca ha portato considerevoli prove a dimostrazione degli effetti positivi dell’Echinacea in questa direzione.
“Stimolando prevalentemente le difese immunitarie aspecifiche, l’echinacea si presta a trattamenti acuti di breve-media durata, mentre è forse meno utile nel cronico”, osserva il Dott. Arrigo Cicero, Presidente SINut, Società Italiana di Nutraceutica.
Mentre la maggior parte della ricerca scientifica si è focalizzata sulla resa in olio essenziale del finocchio, ci sono numerosi studi che ne hanno esaminato le proprietà antiossidanti e antibatteriche.
Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Tecnologia di Isfahan in Iran ha valutato gli estratti di 23 campioni di finocchio per identificarne i principali composti.
Il flavonoidi, la quercetina e l’apigenina sono stati individuati come presenti in maggioranza nel finocchio, con campioni che presentavano proprietà antiossidanti e antiglicanti (la glicazione è un processo biochimico, che dipende dalla quantità di zuccheri nel sangue, e rappresenta una voce molto importante nel controllo metabolico, in particolare nel diabete).
Lo studio ha evidenziato come gli estratti di finocchio e i loro componenti attivi potrebbero offrire notevoli prospettive per il trattamento preventivo delle complicanze del diabete.
“Il dato è particolarmente rilevante perché dal danno da glicazione dipendono la microangiopatia (che può portare a cecità) e la neuropatia periferica del diabete (che contribuisce, fra l’altro, ad aumentare il rischio di amputazione delle estremità)”, aggiunge ancora il Dott. Cicero.
La soia è molto apprezzata per le sue proprietà nutrizionali, è infatti uno degli alimenti più ricchi di proteine che esistono in natura, addirittura considerata la fonte principale di proteine vegetali.
Inoltre, è stato dimostrato che un consumo costante di soia è in grado di abbattere la quantità del colesterolo LDL (cosiddetto “cattivo”), determinando un beneficio per il sistema cardiovascolare.
È più recente invece una ricerca che ha attribuito alla soia proprietà anti-infiammatorie. Un team di ricercatori della Wonkwang University in Corea ha infatti dimostrato che alcuni componenti della soia sono capaci di generare un meccanismo di azione nelle cellule situate nel sistema nervoso centrale, per il quale viene inibita la produzione di sostanze chimiche pro-infiammatorie.
“Questo dato conferma nuove potenziali proprietà di questo legume, – continua il Dott. Cicero – l’effetto antinfiammatorio di peptidi bioattivi e fitoestrogeni era infatti già noto per altre piante e solo parzialmente per la soia”.
Lo zenzero è comunemente usato in tutto il mondo, ed è stato a lungo una delle piante medicinali più frequentemente utilizzate per una vasta gamma di malattie. Gli effetti dello zenzero sulla nausea legata alla gravidanza o alla chemioterapia sono stati ben documentati negli anni, anche rilevando ulteriori aree di beneficio tra cui il diabete, i dolori mestruali, e l’artrite.
Ora un nuovo studio a cura dell’Università Coreana Daegu Haany approfondisce ulteriormente il potenziale dei principali componenti dello zenzero nel trattamento della dermatite allergica e dell’eczema.
I risultati dello studio hanno condotto i ricercatori a concludere che ci siano le basi per teorizzare un’efficace terapia alternativa per la dermatite allergica grazie all’utilizzo dello zenzero.
“Tale effetto sembra legato ad un’azione simile a quella degli steroidi (più che degli antistaminici) ma senza gli effetti mineralcorticoidi (e quindi senza rischio di indurre ritenzione idrosalina ed iperglicemia)”, conclude il Dott. Cicero.
Fonte: sinut.it