Con un valore sviluppato in farmacia di circa 458,4 milioni di euro e con un incremento in crescita del 6,9% negli ultimi dodici mesi, gli integratori a base vegetale sono senza dubbio una delle voci più importanti del mercato in Italia.
In virtù di questi numeri, la definizione di una cornice legislativa Europea coerente e armonizzata è una questione rilevante a livello politico, ma anche una necessità per le numerose aziende impegnate in un settore vivace e dinamico dell’economia europea.
Il principale nodo da sciogliere resta quello della definizione dei criteri con i quali valutare i claims degli integratori alimentari a base vegetale, nell’ottica di formalizzare al più presto un modello di validazione scientifica.
Il Regolamento comunitario richiede infatti che siano eseguiti complessi studi scientifici su individui sani e paradossalmente esclude il criterio della tradizione d’uso, che è previsto per un’altra categoria di preparati con ingredienti vegetali, i cosiddetti “farmaci vegetali tradizionali”.
La road map dell’Europa prevede che nel 2017 venga stilato un report finale in base al quale sarà predisposto un piano d’azione per armonizzare la materia, che diventerà attivo nel 2018. Ponendo così fine al lungo periodo di incertezza sui botanicals, a beneficio dello sviluppo del settore e a tutela della salute del consumatore.
Nell’ambito della road map, all’interno del programma di controllo dell’efficacia e della coerenza normativa chiamato REFIT, la Commissione Europea ha avviato lo scorso dicembre un’indagine rivolta a tutti gli stakeholders (Associazioni, consumatori etc.) per interrogarli sui botanicals e sul Regolamento CE 1924/06, che disciplina le indicazioni per la salute a livello comunitario: dall’efficacia ed efficienza del Regolamento, alla sua pertinenza in tema di piante, fino alla coerenza con il complesso delle norme comunitarie.
L’assenza di una legislazione armonizzata sui botanicals a livello EU causa di contro una grande confusione nei consumatori. Nel libero mercato dell’Unione Europea, è infatti attualmente possibile trovare prodotti che sono registrati come alimenti o farmaci, in base alla regolamentazione locale.
L’assenza di una regolamentazione armonizzata sui botanicals è un ostacolo all’innovazione e alla promozione dei prodotti a livello UE, privando le imprese di nuove opportunità di business e determinando un aumento della concorrenza sleale. Molto spesso, questo deficit rappresenta per le aziende anche una limitazione all’export.