Il mercato degli integratori alimentari, in base ai dati di New Line Ricerche di mercato e Iri che monitorano le vendite in farmacia e grande distribuzione1, ha raggiunto un valore prossimo ai 3 miliardi di euro per un totale di 212 milioni di confezioni vendute. I risultati di mercato sono positivi e caratterizzati da un incremento del fatturato del 5,9% e una variazione positiva dei volumi di vendita del 4,1%.
Circa il 92% del valore totale del mercato degli integratori viene generato in farmacia dove rappresentano la seconda categoria per ricavi dopo il farmaco etico con una quota pari al 10,6% sul fatturato complessivo delle farmacie italiane. In un contesto generale in cui il valore delle ricette SNN è in diminuzione, il numero di farmacie è in leggera crescita (CAGR +0,7%) mentre il loro fatturato medio decresce (CAGR -1,2%), gli integratori alimentari consentono di sostenere la marginalità del punto vendita contribuendo a sostenerne il fatturato complessivo risultando la categoria che registra il più alto trend di crescita (+5,5% nell’ultimo anno).
Gli integratori alimentari vengono venduti in farmacia con un valore medio a confezione di 15,7 euro, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente, tale valore scende a 13,8 euro se si prende in considerazione il mercato globale degli integratori alimentari. Dal rapporto di Federfarma “La farmacia Italiana 2016” si vede come il valore medio dei farmaci SSN venduti in farmacia è pari a 9,6 euro, quindi gli integratori sono per la farmacia una fonte di ricavi ad alto potenziale.
Le logiche di utilizzo degli integratori alimentari evidenziano una maggiore attenzione da parte dei consumatori all’adozione di stili di vita, inclusi quelli alimentari, più idonei a preservare la propria salute.
Emerge tra i consumatori una visione della salute sempre più evoluta, su cui numerosi individui investono maggiormente in termini di impegno e di buone pratiche.
Nell’ultimo anno il 65% della popolazione adulta, 32 milioni di italiani, ha utilizzato un integratore, con oltre i 2/3 dei consumatori che li considera sicuri ed efficaci. Mediamente ogni persona ha utilizzato nell’ultimo anno 2,5 tipologie di integratori.
Il mercato degli integratori può essere diviso in due categorie: un mercato tradizionale e consolidato nell’utilizzo che risponde ad una logica di sostegno del tono e di rinforzo energetico e un mercato più innovativo e in evoluzione che risponde a bisogni più complessi come “disturbi” specifici (es. “disturbi” intestinali e delle vie urinarie) e ad una logica di “prevenzione” (es. cardiovascolare, ossa, articolazioni).
I consumatori si dividono equamente tra le due categorie: il 50% ha dichiarato di utilizzare gli integratori alimentari con fini di sostegno del tono e di rinforzo energetico (35%) e per il benessere (15%) mentre l’altra metà li utilizza in situazioni specifiche (28%) o in ottica di “prevenzione” (22%).
Il ruolo che può avere il farmacista nei confronti dei consumatori è differente per le due categorie: nel primo caso ha un compito di supporto mentre nel caso degli integratori che rispondono a bisogni più specifici e complessi assume un ruolo attivo, è infatti chiamato a fornire un consiglio esperto.
Per valore delle vendite, gli integratori che rispondono ai bisogni più complessi possono essere distinti in diverse categorie riconducibili a specifiche aree di benessere/salute (poi discusse nel capitolo successivo): benessere cardio-metabolico, benessere muscolo-scheletrico, benessere mentale ed invecchiamento, benessere uro-ginecologico e benessere gastro-intestinale.
All’interno della dinamica di offerta della farmacia gli integratori alimentari consentono di sostenere la marginalità del punto vendita e di rispondere ai nuovi bisogni di salute in chiave “preventiva” dei clienti.
È importante notare che per le farmacie esistono opportunità nella gestione della categoria degli integratori alimentari. A tale proposito, una recente analisi condotta da New Line Ricerche di Mercato analizza il potenziale di sviluppo del fatturato delle farmacie italiane relativo al comparto degli integratori alimentari. L’analisi evidenzia che le farmacie a più alto potenziale di sviluppo presentano in prospettiva un fatturato integratori alimentari pari a quasi il triplo rispetto a quello della farmacia media, che presenta un fatturato potenziale stimato di circa 148.000 euro. Le possibilità di sviluppo appaiono più accentuate nelle farmacie localizzate nel Centro e Sud Italia, dove i consumi di integratori risultano meno consolidati rispetto all’area Nord del Paese.
Infine è essenziale evidenziare che le dinamiche del mercato italiano, che mantiene una posizione di primato nel mercato europeo, riflettono una struttura produttiva dinamica e in salute. Dal punto di vista delle dinamiche di settore, la maggior parte delle aziende associate a FederSalus, che coprono tutta la filiera di produzione degli integratori dalle materie prime alla trasformazione in prodotto finito e commercializzazione di prodotti a marchio, ha dichiarato nell’ultimo anno un incremento degli investimenti.