Sovrappeso ed obesità sono condizioni che affliggono ormai quasi un quinto della popolazione europea, e circa un terzo della popolazione americana, con numeri in continua crescita, accompagnati dall’aumento del rischio di sviluppare disturbi metabolici, malattie cardiovascolari e diabete.
Nei paesi orientali sviluppati, come ad esempio il Giappone, la situazione non appare ancora così compromessa, con prevalenza di obesità al 5%, contro il 20% circa dell’Italia, il 18% della Francia e il 33% degli Stati Uniti.
Parte della comunità scientifica sostiene che queste evidenze siano attribuibili alle diverse abitudini alimentari: la popolazione giapponese ha infatti tradizionalmente un consumo molto elevato di cibi provenienti dal mare, come pesce, molluschi, crostacei e, per ultimi ma non per importanza, alghe.
Per la maggioranza della popolazione europea, e occidentale in generale, il consumo di alghe come alimento (o integratore) non sembra aver attirato fino ad oggi il giusto interesse, se si eccettua la loro presenza nel sushi. Riportiamo qui gli esiti degli studi condotti negli ultimi 2 anni sul fitocomplesso artico di Ascophyllum nodosum*. Il prodotto è stato oggetto di un primo studio in vitro sullo stimolo della lipasi in adipociti, osservando, già a concentrazioni minime, un aumento di attività del 45% rispetto al controllo. Successivamente è stata valutata l’azione del fitocomplesso, incluso in una dieta grassa a differenti dosaggi, su un modello di ratto, evidenziando una diminuzione di tessuto adiposo bianco a partire dal 18% (dose più bassa) negli animali trattati, rispetto ai controlli, e una riduzione dell’amilasi sierica. A seguito di questi risultati incoraggianti, il prodotto è stato testato in cronico su volontari umani, ottenendo una lieve ma significativa riduzione della circonferenza e del grasso addominale, accompagnata da una diminuzione significativa del contenuto di trigliceridi nel plasma, e da una tendenza all’aumento dell’adiponectina. Gli studi, effettuati in doppio cieco e controllati con placebo, in assenza di cambiamento di abitudini alimentari ed esercizio fisico, sono una conferma delle potenzialità di questa preziosa risorsa marina nel contribuire, assieme ad uno stile di vita salutare, al benessere metabolico in generale.
Arctic phytocomplex of Ascophyllum nodosum
Potential benefits for metabolic wellbeing
Overweight and obesity are conditions that today address almost one fifth of the European population and one third of the American one, with numbers in progressive growth, together with the risks of developing metabolic and cardiovascular diseases, and diabetes.
In advanced Eastern populations, such as Japan, the situation is not yet critical, with only 5% prevalence in obesity, in contrast with 20% in Italy, 18% in France and 33% in the United States. Part of the scientific community suggests that these evidences could be due to the very different eating habits: Japanese traditionally eat on average much more food coming from the sea, such as fish, and other seafoods, and, last but not least, seaweed. For the most part of the European population, and Western people in general, seaweed is considered neither a supplement nor a food, if we except sushi wrap.
In this work we summarize the studies we did during the last 2 years on Arctic Phytocomplex of Ascophyllum nodosum*. This product was tested in vitro in adipocytes to measure the stimulating effect of lipase, giving, even in low concentration, 45% increase in the activity respect to control. After that, the Phytocomplex was used in combination with a high fat diet at different dosages, in a rat model, producing a reduction in white adipose tissue of 18% minimum (at the lowest dosage) in treated animals compared to controls, and a reduction of serum amylase activity.
These results encouraged us in going further, testing the product in human volunteers in double-blind and placebo controlled chronic (6 and 8 weeks) studies, without any change in food habits and physical exercise. We observed a slight but significant reduction in abdomen circumference and abdominal fat thickness, and, in a second study, 5% reduction in plasma triglycerides and a trend in adiponectin increase. These last results suggest the potential of this precious marine resource in contributing to metabolic wellness.