Sospesa la valutazione sulla sicurezza del cannabidiolo (CBD) negli integratori alimentari
Date le numerose domande relative all’utilizzo del cannabidiolo (CBD) negli alimenti ed in particolare negli integratori alimentari, l’EFSA ha pubblicato la dichiarazione sulla sicurezza del cannabidiolo (CBD), nella quale si evince l’impossibilità di dimostrarne la sicurezza d’impiego, quale nuovo alimento, a causa della scarsità di dati disponibili.
Il cannabidiolo (CBD) è una sostanza che può essere ottenuta e sintetizzata chimicamente dalle piante di Cannabis Sativa L.
In campo farmacologico è stato autorizzato l’utilizzo del CBD come farmaco per il trattamento di alcune forme di epilessia che non rispondono ai normali trattamenti farmacologici. In tale contesto, gli effetti avversi sono tollerati dal momento in cui i benefici derivanti dal suo utilizzo risultano superiori rispetto ai suoi effetti negativi. Tuttavia gli effetti avversi derivanti, invece, dal suo utilizzo negli integratori alimentari o negli alimenti non sono tollerati.
La Commissione Europea ritiene che il cannabidiolo (CBD) si qualifichi come nuovo alimento ai sensi della legislazione europea, pertanto, ha chiesto all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) di esprimere un parere sulla sicurezza del CBD e sul suo utilizzo negli integratori alimentari.
Di rimando, l’EFSA ha incaricato il suo gruppo di esperti scientifici su nutrizione, nuovi alimenti e allergeni alimentari (NDA) di esaminare i dati disponibili per verificarne la sicurezza dell’utilizzo come integratore alimentare.
Il gruppo scientifico ha analizzato i dati disponibili derivanti da studi effettuati sugli animali e sull’uomo, includendo, inoltre, una revisione sistematica dei suddetti studi sull’uomo per verificare eventuali problematiche di sicurezza per l’utilizzo del CBD come integratore alimentare.
Analizzando i dati messi a disposizione dall’EFSA e dalla letteratura scientifica, il gruppo di esperti scientifici (NDA) ha individuato diversi effetti avversi legati all’assunzione del cannabidiolo (CBD); in particolare, gli studi condotti sugli animali hanno mostrato effetti negativi sulla funzione riproduttiva. Per tale motivo risulta, quindi, importante verificare se tali effetti sono riconducibili anche all’uomo.
L’NDA ha inoltre evidenziato che i dati sull’effetto del cannabidiolo (CBD) sul fegato, sul sistema endocrino, sul tratto gastrointestinale, sul sistema nervoso e sulla funzione psicologica non sono sufficienti e, dunque, devono essere colmati.
Gli studi recuperati sugli animali, sono stati effettuati con cannabidiolo (CBD) non chimicamente puro; e pertanto, potrebbero rappresentare in modo errato o oscurare i reali effetti della sostanza. Gli studi sull’uomo, invece, sono stati effettuati su pazienti trattati contemporaneamente con altre terapie farmacologiche e con dosi terapeutiche elevate che, anche in questo caso, potrebbero aver influenzato i dati.
Il gruppo di esperti scientifici su nutrizione, nuovi alimenti e allergeni alimentari (NDA) ha concluso che vi sono ancora troppe lacune ed incertezze nei dati disponibili, per cui, non si può garantire la sicurezza dell’utilizzo del cannabidiolo (CBD) negli integratori alimentari. Le operazioni sono quindi sospese fino all’aggiornamento di nuovi dati in merito e, di conseguenza, non sarà possibile commercializzare integratori alimentare contenenti cannabidiolo (CBD) sul mercato dell’Unione Europea e nei paesi in cui la presenza di tale sostanza negli stessi è ancora tollerata.
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