CURCUMINOIDI E PIPERINA INSIEME RIDUCONO I SINTOMI DELL’OSTEOARTRITE AL GINOCCHIO
La Curcumina, principio attivo della Curcuma, radice da lungo tempo utilizzata in ambito culinario come spezia (curry), appartiene al gruppo dei curcuminoidi, composti polifenolici che le conferiscono …
La Curcumina, principio attivo della Curcuma, radice da lungo tempo utilizzata in ambito culinario come spezia (curry), appartiene al gruppo dei curcuminoidi, composti polifenolici che le conferiscono il classico colore dorato, simile allo zafferano. La curcumina, tra tutti i curcuminoidi, è la più abbondante ed è generalmente considerata la più attiva dal punto di vista farmacologico, proprio per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che ne hanno fatto da tempo uno degli interessi del mondo scientifico internazionale.
Secondo uno nuovo studio condotto dai ricercatori dell’University of Medical Sciences di Teheran, la curcumina in associazione con la piperina, un estratto del pepe nero in grado di aumentarne la biodisponibilità, rappresentano un trattamento sicuro e efficace per l’osteoartrite al ginocchio.
Lo studio ha analizzato l’associazione di 3 Curcuminoidi con Piperina, utilizzata per aumentare la biodisponibilità di questo composto notoriamente difficile da assorbire, e ha valutato diversi gradi di fastidio al ginocchio. Il trial randomizzato verso placebo, ha incluso 40 pazienti con osteoartrite al ginocchio da lieve a moderata. Un gruppo di 19 pazienti ha assunto 1500mg di curcuminoidi-piperina tre volte al giorno, mentre i 21 membri del gruppo di controllo hanno ricevuto la stessa quantità di placebo. Le difficoltà date dall’osteoartrite sono state misurate attraverso gli indici WOMAC (Western Ontario and McMaster Universities Osteoarthritis Index, VAS (visual analogue scale) e LPFI (Lequesne’s pan functional index), che misurano la diminuzione dei sintomi e quindi il miglioramento della qualità di vita. Il gruppo test ha mostrato un incremento statisticamente significativo in tutti i punteggi, fatta accezione per la parte relativa alla rigidità dell’indice WOMAC. Non è stato, inoltre, rilevato nessun effetto collaterale nello stesso gruppo.
«Nonostante il numero dei pazienti coinvolti nella sperimentazione sia modesto (19 trattati + 21 di controllo) e il periodo di trattamento è breve (6 settimane), lo studio in doppio cieco con placebo è stato condotto con un sufficiente rigore metodologico su pazienti con osteoartrite modesta o media» afferma la Prof.ssa Maria Daglia, Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università di Pavia. «Inoltre, i parametri da valutare presi in considerazione (WOMAC, VAS, LPFI), sono convalidati da associazioni mediche qualificate, per cui i risultati ottenuti si basano su dati scientifici oggettivamente determinati che depongano a favore di un effetto terapeutico dei curcuminoidi alternativo ai farmaci».
Secondo gli esperti, le malattie osteoarticolari, quali l’osteoartrite, rappresentano la sfida del terzo millennio, per quanto riguarda le patologie croniche. Le cause che innescano e favoriscono questi processi patologici non sono solo dovuti alla degenerazione senile, ma possono riguardare anche i giovani, a causa dell’intensa attività fisica, di traumi, per immobilizzazione post-traumatica o post-chirurgica, allineamento articolare errato (varismo, valgismo, scoliosi) o sovraccarico dell’articolazione dovuto a sovrappeso o obesità. L’osteoartrite, in particolare, colpisce circa il 10% della popolazione adulta generale e il 50% delle persone che hanno superato i 60 anni di età. Questa patologia è una delle cause più comuni di disturbi dolorosi e, generalmente, colpisce le articolazioni maggiormente sottoposte ad usura e al carico del peso corporeo, ad esempio le vertebre lombari e le ginocchia.
La tipologia di studio condotta non ha permesso di indagare il meccanismo d’azione attraverso il quale i curcuminoidi svolgevano il loro effetto. Sono state tuttavia avanzate alcune ipotesi, tra cui il possibile effetto antiinfiammatorio, e antiossidante. Gli autori stessi concludono l’articolo sottolineando la necessità di intraprendere studi volti alla definizione del meccanismo d’azione alla base dell’effetto antidolorifico registrato.
Secondo uno nuovo studio condotto dai ricercatori dell’University of Medical Sciences di Teheran, la curcumina in associazione con la piperina, un estratto del pepe nero in grado di aumentarne la biodisponibilità, rappresentano un trattamento sicuro e efficace per l’osteoartrite al ginocchio.
Lo studio ha analizzato l’associazione di 3 Curcuminoidi con Piperina, utilizzata per aumentare la biodisponibilità di questo composto notoriamente difficile da assorbire, e ha valutato diversi gradi di fastidio al ginocchio. Il trial randomizzato verso placebo, ha incluso 40 pazienti con osteoartrite al ginocchio da lieve a moderata. Un gruppo di 19 pazienti ha assunto 1500mg di curcuminoidi-piperina tre volte al giorno, mentre i 21 membri del gruppo di controllo hanno ricevuto la stessa quantità di placebo. Le difficoltà date dall’osteoartrite sono state misurate attraverso gli indici WOMAC (Western Ontario and McMaster Universities Osteoarthritis Index, VAS (visual analogue scale) e LPFI (Lequesne’s pan functional index), che misurano la diminuzione dei sintomi e quindi il miglioramento della qualità di vita. Il gruppo test ha mostrato un incremento statisticamente significativo in tutti i punteggi, fatta accezione per la parte relativa alla rigidità dell’indice WOMAC. Non è stato, inoltre, rilevato nessun effetto collaterale nello stesso gruppo.
«Nonostante il numero dei pazienti coinvolti nella sperimentazione sia modesto (19 trattati + 21 di controllo) e il periodo di trattamento è breve (6 settimane), lo studio in doppio cieco con placebo è stato condotto con un sufficiente rigore metodologico su pazienti con osteoartrite modesta o media» afferma la Prof.ssa Maria Daglia, Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università di Pavia. «Inoltre, i parametri da valutare presi in considerazione (WOMAC, VAS, LPFI), sono convalidati da associazioni mediche qualificate, per cui i risultati ottenuti si basano su dati scientifici oggettivamente determinati che depongano a favore di un effetto terapeutico dei curcuminoidi alternativo ai farmaci».
Secondo gli esperti, le malattie osteoarticolari, quali l’osteoartrite, rappresentano la sfida del terzo millennio, per quanto riguarda le patologie croniche. Le cause che innescano e favoriscono questi processi patologici non sono solo dovuti alla degenerazione senile, ma possono riguardare anche i giovani, a causa dell’intensa attività fisica, di traumi, per immobilizzazione post-traumatica o post-chirurgica, allineamento articolare errato (varismo, valgismo, scoliosi) o sovraccarico dell’articolazione dovuto a sovrappeso o obesità. L’osteoartrite, in particolare, colpisce circa il 10% della popolazione adulta generale e il 50% delle persone che hanno superato i 60 anni di età. Questa patologia è una delle cause più comuni di disturbi dolorosi e, generalmente, colpisce le articolazioni maggiormente sottoposte ad usura e al carico del peso corporeo, ad esempio le vertebre lombari e le ginocchia.
La tipologia di studio condotta non ha permesso di indagare il meccanismo d’azione attraverso il quale i curcuminoidi svolgevano il loro effetto. Sono state tuttavia avanzate alcune ipotesi, tra cui il possibile effetto antiinfiammatorio, e antiossidante. Gli autori stessi concludono l’articolo sottolineando la necessità di intraprendere studi volti alla definizione del meccanismo d’azione alla base dell’effetto antidolorifico registrato.
Fonte: Federsalus.it