Ketosi Nutrizionale e Corpi Chetonici: Riduzione della Frequenza degli Attacchi di Emicrania in uno Studio Promettente
Uno studio promettente condotto da Elena Gross presso lo University of Basel Children’s Hospital, in Svizzera, ha rivelato un possibile collegamento tra chetosi nutrizionale e riduzione della frequenza degli attacchi di emicrania. Durante il 18° Congresso della International Headache Society (IHC) 2017, Gross ha spiegato che crescenti evidenze suggeriscono l’esistenza di un disturbo da deficit di energia nell’emicrania.
Utilizzando chetoni come combustibile alternativo al glucosio, si possono evitare gli effetti negativi di questa carenza energetica. Il principale corpo chetonico prodotto nello stato di chetosi nutrizionale è il beta-idrossibutirrato (bHB).
Per incrementare i livelli di corpi chetonici nel sangue, Gross ha sviluppato una bevanda contenente sali di bHB. In una dieta occidentale tipica, i livelli di chetoni nel sangue sono uguali o inferiori a 0,2 mmol/L, mentre la chetosi nutrizionale può elevarli tra 0,5 mmol/L e 8 mmol/L, ben al di sotto della soglia di 15 mmol/L associata alla chetoacidosi.
Lo studio ha coinvolto cinque partecipanti (quattro donne e un uomo) con emicrania frequente (da 6 a 24 giorni al mese), di età compresa tra 25 e 61 anni. Ogni partecipante ha assunto 10 g di sali bHB in formulazione liquida, due volte al giorno, per quattro settimane.
I risultati hanno mostrato che, partendo da una media basale di 0,162 mmol/L, i livelli ematici di bHB raggiungevano un picco di 0,62 mmol/L un’ora dopo l’ingestione, con una concomitante riduzione di 1 mmol/L (18 mg/dl) della glicemia.
I livelli di bHB ritornavano ai valori basali entro tre ore. Dopo tre settimane di assunzione giornaliera, il picco di bHB un’ora dopo l’ingestione si era quasi dimezzato, passando da 0,62 mmol/L a 0,33 mmol/L.
Gross ha suggerito che questo calo dei livelli di corpi chetonici possa indicare che il corpo ha sviluppato più trasportatori ed enzimi per i chetoni, diventando più efficiente nel loro utilizzo come fonte energetica preferita rispetto al glucosio. Osservazioni pilota sull’efficacia hanno mostrato che questa diminuzione nei livelli di bHB era associata a una significativa riduzione della frequenza degli attacchi di emicrania, passando da una media di 16 giorni al mese a 8 giorni al mese entro il primo mese di integrazione.
Nonostante l’assenza di gravi effetti collaterali segnalati, uno dei partecipanti ha abbandonato lo studio a causa di disturbi gastrointestinali e del gusto sgradevole della bevanda. Attualmente, i ricercatori stanno arruolando pazienti per uno studio controllato con placebo su scala più ampia, per testare ulteriormente l’efficacia della bevanda a base di bHB.
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Fonte: Congresso della International Headache Society (IHC) 2017