Il probiotico Lactobacillus Paracasei ha dimostrato un’ottima attività “ceppo-specificità” utile nella strategia terapeutica e preventiva della cistite, disturbo causato prevalentemente da Escherichia coli ma anche dal frequente ricorso agli antibiotici con progressivo sviluppo di resistenze dello stesso batterio. Anche di questo si è parlato nel corso dell’evento “Spazio Nutrizione”, a Milano, durante l’intervento “Utilizzo dei probiotici nelle patologie dell’Apparato Uro-Genitale femminile” tenuto dal professor Franco Vicariotto, specialista in Ostetricia e Ginecologia, consulente senior dell’Ospedale Humanitas San PIO X di Milano, cofondatore della Sifiog (Società Italiana Integratori e Fitofarmaci in Ostetricia e Ginecologia) in particolare dell’uso dei probiotici abbinati a mirtillo rosso e D-mannosio. «Ogni probiotico ha la sua ceppo-specificità – ha spiegato Vicariotto – In merito alla cistite, infiammazione della vescica su base infettiva che colpisce una donna su due, è stata provata l’efficacia del Lactobacillus Paracasei, che ha un’azione antimicrobica contro microorganismi patogeni ed è stato studiato, isolato e caratterizzato per l’antibiotico resistenza secondo i criteri dell’Efsa, organismo che elabora pareri scientifici e consulenza in materia di catena alimentare sulla base delle politiche europee».
È stato ricordato che «la cistite è causata prevalentemente dall’Escherichia coli ma a volte anche dal frequente ricorso agli antibiotici, il cui uso eccessivo ha portato, negli ultimi 50 anni, a un progressivo sviluppo di resistenze da parte degli agenti microbici che dovrebbero contrastare. Da qui è nata la necessità di sviluppare nuove opportunità terapeutiche, soprattutto per fare prevenzione, che possano limitare il più possibile l’intervento farmacologico». Lactobacillus Paracasei ha dimostrato di avere un’ottima attività inibitoria contro Escherichia coli e Staphilococco e di favorire l’equilibrio della flora intestinale con il mirtillo rosso (cranberry), che contribuisce alla funzionalità delle vie urinarie e il D-mannosio. Quest’ultimo è uno zucchero semplice estratto dalla betulla che, una volta ingerito, mostra uno scarso assorbimento. In sede intestinale, interagisce con i batteri responsabili delle infezioni, tra cui Escherichia coli, riducendone il passaggio in vescica o impedendone l’adesione alle pareti in caso di trasmigrazione degli stessi.
I batteri responsabili delle infezioni, grazie a quest’azione, vengono eliminati attraverso le urine. «In tutte le età della donna è possibile intervenire con probiotici specifici e riportare in equilibrio i microbiomi che causano le patologie – ha aggiunto Vicariotto – le vaginiti in età fertile e menopausa, le cistiti ricorrenti, alcune patologie della gravidanza, la prevenzione di patologie neonatologiche, l’infertilità. È tuttavia necessario capire quali probiotici utilizzare (genere, specie e ceppo) e dimostrare e conoscere in modo scientifico il loro ‘valore’ per dare un corretto consiglio alla paziente».