Studio NHANES: Associazione tra Assunzione di Acido Linoleico e Acido Alfa-linolenico e Mortalità nei Pazienti con Diabete
Il diabete mellito rappresenta una delle principali sfide per la salute pubblica, con crescenti preoccupazioni riguardo alle complicazioni croniche e alla mortalità associata. Tra le molteplici variabili coinvolte nella gestione del diabete, l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale.
In particolare, l’assunzione di acidi grassi essenziali come l’acido linoleico (LA) e l’acido alfa-linolenico (ALA) ha suscitato interesse per il suo potenziale impatto sulla salute cardiovascolare e sulla sopravvivenza a lungo termine dei pazienti con diabete.
Studi precedenti hanno suggerito un’associazione tra l’assunzione di LA e ALA e diversi esiti di salute, compresa la mortalità. Tuttavia, la natura esatta di questa associazione e il suo impatto nei pazienti con diabete non sono stati completamente chiariti. Pertanto, è cruciale esaminare in modo più dettagliato l’effetto dell’assunzione dietetica di LA e ALA sulla mortalità in questa popolazione specifica.
Utilizzando i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), questo studio si propone di investigare l’associazione tra l’assunzione di LA e ALA e gli esiti di mortalità in adulti statunitensi con diabete. I dati raccolti includono informazioni sulle caratteristiche demografiche, sullo stile di vita, sui parametri metabolici e sull’assunzione dietetica, consentendo un’analisi approfondita dei fattori di confondimento.
Comprendere meglio il ruolo di questi acidi grassi essenziali nella prognosi dei pazienti con diabete potrebbe avere implicazioni significative per la gestione clinica e le politiche nutrizionali volte a migliorare la salute e la qualità della vita di questa popolazione vulnerabile.
Per indagare l’associazione tra l’assunzione dietetica di acido linoleico (LA) e acido alfa-linolenico (ALA) con gli esiti di mortalità nei pazienti con diabete, sono stati coinvolti 3.112 adulti statunitensi di età ≥20 anni.
Le informazioni di base sono state raccolte all’inizio del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES). Sono stati anche misurati la CRP sierica (mg/dL), la proteina totale (g/L), la circonferenza vita (cm), la glicemia a digiuno (mmol/L), il conteggio dei globuli bianchi, il colesterolo LDL sierico e il colesterolo HDL sierico.
Le diete giornaliere sono state registrate tramite una rassegna dietetica di 24 ore per determinare l’assunzione individuale di LA e ALA. L’associazione tra i terzili di assunzione di LA e ALA con la mortalità è stata analizzata mediante modelli di Cox ponderati per i principali confonditori.
Lo studio ha coinvolto 3.112 adulti con diabete del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) dal 1999 al 2008. Gli esiti della morte sono stati accertati tramite collegamento ai record del database fino al 31 dicembre 2015.
I soggetti con un’alta assunzione di LA (T3) hanno avuto riduzioni del 17% [rischio relativo (RR) 0,83, intervallo di confidenza al 95% 0,70-0,99) e del 48% (RR=0,52, 0,35-0,80)] nella mortalità per tutte le cause e nella mortalità cardiovascolare, rispettivamente, rispetto ai soggetti con l’assunzione più bassa (T1).
Risultati simili sono stati osservati per l’ALA, con un RR per la mortalità cardiovascolare di 0,55 (0,38-0,81) e per la mortalità per tutte le cause di 0,85 (0,69-1,04) confrontando i terzili di assunzione più alta e più bassa.
Assunzioni più elevate di LA e ALA erano inversamente associate a morti per malattie cardiovascolari e per tutte le cause nei pazienti con diabete. Un’assunzione dietetica adeguata di LA e ALA potrebbe contribuire alla salute cardiovascolare e alla sopravvivenza a lungo termine dei pazienti con diabete.
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