PROPOLI VERDE BRASILIANA
La propoli verde brasiliana è una propoli derivata da alveari situati in aree incontaminate del sud e sud-est brasiliano, a basso rischio di inquinamento antropico; il contributo principale alla …
La propoli verde brasiliana è una propoli derivata da alveari situati in aree incontaminate del sud e sud-est brasiliano, a basso rischio di inquinamento antropico; il contributo principale alla composizione chimica della propoli verde deriva dalla raccolta che le api effettuano sugli apici vegetativi di Baccharis dracunculifolia. Sono stati isolati diversi composti biologicamente attivi, molti di notevole interesse salutistico e farmacologico: i principali sono un gruppo di derivati prenilici dell’acido cinnamico (alcuni chiusi ad anello cromenico e altri aperti) e diversi terpenoidi. I flavonoidi contrariamente alla propoli bruna non rappresentano la frazione principale, seppure siano ugualmente presenti. L’artepillina C è un prenil-derivato non cromenico che ha destato grande interesse per le azioni antisettiche, antiossidanti, immunomodulatorie e antitumorali in vitro. Estratti idroalcolici di propoli verde hanno mostrato azione antisecretiva a livello dello stomaco contribuendo a ridurre le lesioni della mucosa in un modello sperimentale di ulcera. Somministrata a ratti sottoposti a condizioni di stress per immobilizzazione, essa riduce l’attivazione dei macrofagi peritoneali mostrando dunque un’azione immuno-modulatoria; questa si manifesta anche con un incremento della risposta anticorpale quando la propoli viene somministrata insieme a un immunizzante (azione adiuvante). In modelli murini sono state dimostrate anche l’azione antiinfiammatoria, antidolorifica e neuroprotettiva (nei confronti del danno indotto sulla retina dalla perossidazione lipidica). La propoli verde inibisce in vitro la replicazione di vari microrganismi tra cui l’E. Coli (principale responsabile di infezioni del tratto genito-urinario), lo S. mutans (che causa la carie dentale) e il Trypanosoma cruzi responsabile di varie malattie tra cui il morbo di Chagas. Molte di queste azioni sono proprie dell’artepillina C, che è stata isolata e testata singolarmente; questa molecola, per esempio, ha effetti anti-infiammatori mediati attraverso la regolazione di un fattore di trascrizione chiave del processo flogistico (e non solo) come l’NF-kB. In vitro stimola l’apoptosi in alcune linee di cellule tumorali, possiede attività citotossica diretta, inibisce l’angiogenesi e previene i processi di cancerogenesi.
Fonte: nutraceutica.it