La sindrome metabolica è caratterizzata dalla coesistenza di più fattori di rischio cardiovascolari. Tra questi, la disfunzione delle cellule endoteliali causata da una diminuzione della biodisponibilità di sostanze vasodilatatrici, in particolare di ossido nitrico (NO), e dall’aumento di vasocostrittori. Altre condizioni metaboliche che possono contribuire alla disfunzione endoteliale nei soggetti con sindrome metabolica sono: iperinsulinemia, iperglicemia, aumento dei livelli di acidi grassi, di proteina C-reattiva, stress ossidativo, trigliceridi e colesterolo LDL e diminuiti livelli di colesterolo HDL.
Il trattamento primario della sindrome metabolica prevede modifiche allo stile di vita associate a terapia con farmaci (ipolipemizzanti, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, antidiabetici, antiaggreganti, etc.) che, pur agendo in modo specifico sulle varie alterazioni metaboliche, non risultano sempre efficaci nel migliorare la funzione endoteliale e potrebbero avere effetti collaterali.
Sono pertanto in studio trattamenti alternativi di origine naturale come ad esempio l’uso dei frutti dell’emblica (Phyllanthus emblica L.; sin. Emblica officinalis Gaertn.), un importante fonte di composti fenolici. Uno studio clinico in doppio cieco, con il controllo del placebo, ha valutato gli effetti di un estratto acquoso standardizzato del frutto di P. emblica contenente non meno del 60% di tannini idrosolubili a basso peso molecolare (emblicanina A, emblicanina B, pedunculagina e punigluconina) sulla disfunzione endoteliale in 59 soggetti con sindrome metabolica. I soggetti reclutati sono stati suddivisi in 3 gruppi che hanno assunto, per un periodo di 12 settimane, due capsule/die contenenti o 250 mg o 500 mg di estratto oppure di placebo. In confronto al gruppo placebo, nei soggetti trattati con l’estratto di P. emblica, si è osservato dopo 8 e 12 settimane un significativo miglioramento della funzione endoteliale (l’efficacia maggiore si è raggiunta con la dose di 1000 mg). Al termine del trattamento, nel gruppo sperimentale rispetto al placebo si è registrata una riduzione dello stress ossidativo misurata in un incremento dei livelli di NO e di glutatione (GSH) e in una diminuzione della malondialdeide (MDA) e della proteina C reattiva (hsCRP). Dopo 12 settimane, con l’estratto di emblica, si è osservata una significativa diminuzione dei livelli plasmatici di colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi, mente il colesterolo HDL è aumentato.
Nel complesso, i risultati migliori si sono ottenuti con la dose di 1000 mg al giorno. I risultati di questo studio clinico hanno dimostrato la capacità dell’estratto acquoso del frutto di P. emblica di alleviare in modo significativo lo stress ossidativo e l’infiammazione e di migliorare il profilo lipidico e la funzione endoteliale di soggetti con sindrome metabolica. Il frutto di questa pianta si è dimostrato quindi un potenziale adiuvante nel trattamento convenzionale della sindrome metabolica consistente in modifiche dello stile di vita associate a terapia farmacologica. Ulteriori studi sono necessari per confermare tali effetti benefici in un più ampio campione di soggetti e per approfondire i meccanismi d’azione.
Il trattamento primario della sindrome metabolica prevede modifiche allo stile di vita associate a terapia con farmaci (ipolipemizzanti, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, antidiabetici, antiaggreganti, etc.) che, pur agendo in modo specifico sulle varie alterazioni metaboliche, non risultano sempre efficaci nel migliorare la funzione endoteliale e potrebbero avere effetti collaterali.
Sono pertanto in studio trattamenti alternativi di origine naturale come ad esempio l’uso dei frutti dell’emblica (Phyllanthus emblica L.; sin. Emblica officinalis Gaertn.), un importante fonte di composti fenolici. Uno studio clinico in doppio cieco, con il controllo del placebo, ha valutato gli effetti di un estratto acquoso standardizzato del frutto di P. emblica contenente non meno del 60% di tannini idrosolubili a basso peso molecolare (emblicanina A, emblicanina B, pedunculagina e punigluconina) sulla disfunzione endoteliale in 59 soggetti con sindrome metabolica. I soggetti reclutati sono stati suddivisi in 3 gruppi che hanno assunto, per un periodo di 12 settimane, due capsule/die contenenti o 250 mg o 500 mg di estratto oppure di placebo. In confronto al gruppo placebo, nei soggetti trattati con l’estratto di P. emblica, si è osservato dopo 8 e 12 settimane un significativo miglioramento della funzione endoteliale (l’efficacia maggiore si è raggiunta con la dose di 1000 mg). Al termine del trattamento, nel gruppo sperimentale rispetto al placebo si è registrata una riduzione dello stress ossidativo misurata in un incremento dei livelli di NO e di glutatione (GSH) e in una diminuzione della malondialdeide (MDA) e della proteina C reattiva (hsCRP). Dopo 12 settimane, con l’estratto di emblica, si è osservata una significativa diminuzione dei livelli plasmatici di colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi, mente il colesterolo HDL è aumentato.
Nel complesso, i risultati migliori si sono ottenuti con la dose di 1000 mg al giorno. I risultati di questo studio clinico hanno dimostrato la capacità dell’estratto acquoso del frutto di P. emblica di alleviare in modo significativo lo stress ossidativo e l’infiammazione e di migliorare il profilo lipidico e la funzione endoteliale di soggetti con sindrome metabolica. Il frutto di questa pianta si è dimostrato quindi un potenziale adiuvante nel trattamento convenzionale della sindrome metabolica consistente in modifiche dello stile di vita associate a terapia farmacologica. Ulteriori studi sono necessari per confermare tali effetti benefici in un più ampio campione di soggetti e per approfondire i meccanismi d’azione.