Considerato il mercato globale farmaceutico, l’Italia si è classificata nel 2007 al 6° posto per dimensione della spesa e nel 2012 al 7° posto, dopo il Brasile. È stato stimato che nel 2017 l’Italia rischierà la sua attuale posizione per via dell’aumento del fabbisogno dei Paesi in via di sviluppo come l’India (IMS Health, 2013).
In generale, la dimensione dell’industria farmaceutica in Italia è rappresentata dai seguenti numeri (dati Farmindustria, 2014):
- 174 fabbriche;
- 29 miliardi di euro di produzione, il 72% destinato all’export;
- 2,5 miliardi di euro di investimenti, dei quali 1,3 in R&S e 1,2 in produzione;
- +71% la crescita dell’export negli ultimi 5 anni rispetto al +38% della media manifatturiera.
La produzione farmaceutica italiana
In Europa, l’Italia è seconda solo alla Germania per valore assoluto della produzione con 28,7 miliardi di euro rispetto ai 30,4 miliardi di euro del paese tedesco, mentre è prima per produzione pro-capite (stime 2014).
In particolare, rispetto ai cinque Big dell’UE, l’Italia pesa di più per la produzione che per le vendite:
- da un lato l’industria farmaceutica italiana è talmente competitiva da attestarsi il 26% della produzione farmaceutica sul totale;
- dall’altro lato il suo mercato interno non regge questo livello di confronto e l’export diventa il vero booster del comparto farmaceutico produttivo italiano. Nel periodo 2014/09 è stata stimata una variazione di produzione del 22,7%, di cui il 70,6% per le esportazioni e il -29,2% per le vendite interne (Farmindustria, 2014).
Quest’ultimo dato chiarisce come mai all’interno delle industrie farmaceutiche italiane vi siano particolari difficoltà all’interno delle aree Marketing e Vendite.
Ricerca e Sviluppo motore dell’industria farmaceutica
L’industria farmaceutica è leader in Italia per investimenti in Ricerca e Sviluppo. In particolare, i dati elaborati da Farmindustria (2013) hanno evidenziato che:
- Il 42% della R&S è legata a finanziamenti pubblici;
- Il 48% è data da finanziamenti privati all’interno delle strutture pubbliche (seguendo il trial clinico);
- Il 3% è no profit;
- Il 7% per farmaceutica e biotech del farmaco.
A partire da questi dati sorge spontanea una domanda: è forse un rischio che la ricerca farmaceutica sia così frequentemente finanziata da aziende private?
Se la finalità della ricerca farmaceutica è quella di sviluppare un’innovazione, che è sostenuta per il 90% dalle imprese, e di proteggerla attraverso un brevetto, che è necessario per sostenere gli investimenti delle stesse, forse la risposta alla precedente domanda ha una connotazione positiva. Non solo. Il brevetto consente di produrre e vendere il farmaco a marchio, il quale conferisce qualità e riconoscibilità, fiducia nei pazienti e impegno industriale. Dunque, dall’innovazione al marchio c’è un processo continuo che non può essere interrotto per la sostenibilità dell’attività industriale, la quale lavorerà sia sul marketing per la spinta del marchio e della molecola sia sulla protezione del brevetto stesso.
Mercato farmaceutico e integratori alimentari in Italia
Negli ultimi 30-35 anni, le scadenze di brevetto dei farmaci più utilizzati su larga scala hanno facilitato l’introduzione dei biosimilari, o comunemente, farmaci generici. Questo cambiamento ha drasticamente ridotto la marginalità sulla vendita del farmaco poiché i generici hanno un prezzo di cessione inferiore a quello del farmaco brevettato anche se scaduto. Infatti, tra Gennaio e Marzo 2015, i farmaci con marchio (con o senza brevetto) hanno subito una variazione negativa (-3,3%), mentre i generici hanno avuto un aumento del + 6,9%.
Un altro rilevante mutamento a cui si sta assistendo in questi untimi anni riguarda il maggior consumo di integratori alimentari, ovvero quei prodotti specifici assunti oltre la regolare alimentazione, volti a favorire l’assunzione di determinati principi nutritivi non presenti negli alimenti di una dieta non corretta, sbilanciata o insufficiente. Di fatto, ad oggi valgono oltre 2,5 miliardi di euro e rappresentano la seconda quota di mercato dopo il farmaco etico con una crescita nell’ultimo anno di quasi il 9% che supera il farmaco di automedicazione. L’integratore va considerato come un prodotto per il consumo di massa per la gestione di diverse esigenze e nell’ultimo anno ha registrato vendite per circa 183 milioni di confezioni. Le motivazioni d’uso degli integratori non sono legate solo a carenze nutrizionali bensì ad un rinnovato impiego dei prodotti che ha generato lo sviluppo di nuove categorie, come ad esempio i ”disturbi” stagionali. Sebbene lo sviluppo di questa categoria sembri non voler rallentare la sua ascesa, la definizione univoca del suo quadro regolatorio per tutti i paesi europei risulta, al contrario, lenta e faticosa. Mentre in Germania vige la seguente differenziazione:
- Gli integratori alimentari sono considerati integratori di nutrienti quali vitamine, minerali, micro e macro nutrienti;
- I prodotti fitoterapici appartengono invece a una categoria di farmaci ben definiti, i farmaci vegetali ad uso tradizionale. Poiché al loro interno è presente un pool di principi attivi che compiono un’azione sinergica tra di loro, si ritiene abbiano un’azione farmacologica a tutti gli effetti. Questi farmaci hanno un iter di registrazione facilitato poiché i principi contenuti hanno una lunghissima tradizione di uso e la dose di quella sostanza viene ritenuta sicura ed efficace (es. valeriana, rhodiola rosea).
Diversamente, in Italia, Francia e Belgio i fitoterapici sono considerati integratori alimentari e, come tali, il loro costo di registrazione è inferiore rispetto a quello del farmaco. Per questo, il Progetto Belfrit (BELgio, FRancia e ITalia) nasce in risposta alla posizione della Germania: il suo obiettivo è quello di armonizzare all’interno della Comunità Europea l’utilizzo di sostanze vegetali contenute negli integratori alimentari, così da aumentare il livello di tutela dei consumatori e favorire la libera circolazione dei prodotti. Data la complessità dell’argomento, la questione dei botanicals risulta ancora aperta.
Fonte: digitalforacademy.com