Non è ancora ben chiaro quale sia l’esatto meccanismo d’azione della melatonina introdotta per via orale: infatti, sembra incapace di la barriera emato-encefalica e di svolgere le azioni della melatonina endogena a livello cerebrale. Si pensa quindi che l’induzione del sonno sia dovuta ad uno stato di ipotermia periferica indotta dall’ormone, che come conseguenza induce l’addormentamento.
Studi sperimentali su animali indicano che l’ormone aumenta la concentrazione di acido aminobutirrico e di serotonina nel mesencefalo e nell’ipotalamo ed incrementa la sintesi dell’acido aminobutirrico, della dopamina e della serotonina.
Un interessante utilizzo della melatonina può riguardare i pazienti ipertesi in terapia con beta-bloccanti. Questi farmaci, infatti, sopprimono la secrezione endogena di melatonina e, a seguito di questo possono causare “insonnia” come effetto collaterale. L’assunzione di 2,5mg di melatonina alla sera per 3 settimane ha migliorato la quantità totale di sonno, la profondità dello stesso e ridotto il tempo per addormentarsi profondamente. Gli effetti favorenti l’addormentamento si sono mantenuti anche una volta smessa la somministrazione, evitando l’effetto rebound.
La dose massima ammessa negli integratori alimentari è di 1mg di melatonina, ma su prescrizione medica, il dottore può aumentare a piacimento questo dosaggio.
Per ovviare ai sintomi del jet-lag si consiglia di iniziare l’assunzione di melatonina 3 giorni prima del volo e continuare la stessa per 2-3 giorni nel paese di destinazione. Ma gli effetti della melatonina non si limitano alla regolazione del ritmo sonno-veglia, anche in campo dermatologico si stanno studiando le proprietà di questo ormone.
Non più tardi del 2015 è apparso uno studio italiano che ha analizzato l’effetto della melatonina su patologie cutanee, in particolare la dermatite atopica.
La dermatite atopica è un disturbo infiammatorio della pelle, che porta ad alterazioni della fisiologia cutanea. È stato osservato che lo stress ossidativo può considerarsi, a buon ragione, uno stimolo scatenante ed un possibile fattore predisponente la dermatite atopica.
Gli studiosi italiani hanno osservato, in vivo, come la melatonina riesca a ridurre la produzione di citochine pro-infiammatorie e combatte gli stimoli stressogeni endogeni ed esogeni, e, infine, migliorare l’integrità cutanea. Effetti protettivi a livello cutaneo si possono osservare anche quando si utilizza un pre-trattamento topico con melatonina prima del trattamento radioterapico.
L’applicazione che può più sorprendere è l’attività della melatonina nel trattamento dell’alopecia androgenetica.
È quanto affermano fischer e Innocenti che nel 2012, hanno fatto applicare per 90 giorni una lozione a base di melatonina. Al termine del trattamento, i pazienti hanno riportato una significativa riduzione del grado e della severità dell’alopecia, con un aumento di densità del 20% e una riduzione della caduta del 30%. Effetti collaterali e alterazioni dei livelli sistemici di melatonina non si sono riscontrati.
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