Al 21° Congresso Internazionale di Medicina e Chirurgia Estetica Sies – Valet svoltosi a Bologna è stato presentato un documento di consenso sull’acido ialuronico stabilizzato non animale, alla base dei cosiddetti skinbooster, pubblicato da un gruppo di esperti italiani sul Journal of Drugs in Dermatology. Il documento evidenzia come i trattamenti con gli skinbooster risultano minimamente invasivi, sicuri e efficaci nel miglioramento della texture cutanea e nel mantenimento della qualità della pelle riscuotendo un elevato livello di soddisfazione da parte dei pazienti. «Oltre al trattamento delle imperfezioni cutanee» spiega Magda Belmontesi, dermatologa di Milano, «questi prodotti sono stati impiegati e si stanno dimostrando promettenti anche nella secchezza marcata della pelle che colpisce i soggetti con dermatite atopica. Le fasi acute o di riaccensione della malattia si manifestano sulla pelle con vescicole, rossore intenso, prurito, bruciore e fissurazioni di variabile intensità e il più delle volte necessitano di cure farmacologiche, quali steroidi e altri farmaci specifici.
In remissione, persiste molto spesso la secchezza, in particolare sul dorso delle mani e sul volto, una condizione che può talvolta diventare invalidante per il paziente che presenta pelle ruvida e lichenificata (ispessita) con perdita della naturale elasticità e flessibilità. È in questa fase che l’utilizzo degli skinbooster può indurre un notevole miglioramento della qualità della pelle e la regressione della secchezza e della lichenificazione, dando un notevole beneficio sulla qualità di vita del paziente» conclude. «Recenti studi hanno mostrato l’efficacia dell’acido ialuronico nel migliorare l’aspetto delle cicatrici da acne proprio grazie alla stimolazione della produzione di collagene» aggiunge Carlo Di Gregorio, chirurgo plastico di Palermo. «Nel trattare le cicatrici da acne, un ulteriore vantaggio di questo trattamento è dato dalla possibilità di combinarlo all’impiego di altre tecnologie, quali ad esempio il laser, che possono contribuire efficacemente al risultato finale.
J Drugs Dermatol. (2018) 17(1):83-88.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29320592
Cochrane Database Syst Rev. 2015 Jul 14;(7):CD010591. doi: 10.1002/14651858.CD010591.pub2Ciò dimostra come una detersione intima corretta specifica non è solo una buona pratica igienico-comportamentale, ma risulta anche un supporto terapeutico essenziale.