Sono saliti a 20 i casi segnalati dall’Istituto superiore di sanità correlati all’assunzione di integratori contenenti estratti di curcuma e insorgenza di epatite colestatica acuta di origine non virale, diagnosticati sulla base dell’aumento degli enzimi epatici e della bilirubina.
I prodotti relativi ai casi segnalati sono
- Piperina e Curcuma plus HTF Group San Marino – lotto 2379 – prodotto da ALSA LAB
- Piperina e curcuma più 95 – lotto 9023 scadenza febbraio 2022- Bodyline, prodotto da Phytoprime
- CRCMN-P – HB (Health & Beauty)
- Piperina e Curcuma plus HTF Group San Marino – lotto 2379 – prodotto da ALSA LAB
- Rubigen curcuma e piperina – lotto 210219 scadenza febbraio 2022 – Naturfarma
- Movart – lotto M80315 – Scharper S.p.A., Farmaceutici Procemsa spa Nichelino
- Curcuma Piperina Abbè Roland prodotto da Studio 3 Farma s.r.l.
- Versalis – lotto I 0187 scadenza 01/2022 – Geofarma s.r.l. – prodotto da Labomar s.r.l.
- Rubigen curcuma e piperina – lotto 250119 – Naturfarma
- Curcumin+piperin – Vegavero – prodotto da Vanatari International GMBH, Berlino
- Tendisulfur Forte bustine – Laborest Italia s.r.l. prodotto da Nutrilinea s.r.l.
- Cartijoint Forte – lotto 24/18 – Fidia Farmaceutici s.p.a. prodotto da Sigmar Italia s.p.a.
- Curcuma liposomiale più pepe nero – lotto 1810224, scadenza 10/21, prodotto da Laboratories Nutrimea con sede e stabilimento di produzione rue des Petits Champs 20, FR 75002, Parigi
- Curcuma 95% Maximum – lotto 18L264, scadenza 10/2021, prodotto da Ekappa Laboratori s.r.l. per conto di Naturando s.r.l.
- Curcuma complex – B.A.I. aromatici per conto di Vitamin shop
- Tumercur – Sanandrea
- Movart – lotto M70349 scadenza 08/2019 – Scharper S.p.A., Farmaceutici Procemsa spa Nichelino
- Curcuma Meriva 95% 520mg Piperina 5 mg – Farmacia dr. Ragazzi, Malcontenta
- Curcuma “Buoni di natura” – Terra e Sole
- Curcumina Plus 95% – lotto 18L823 – NI.VA prodotto da Frama
- Curcumina 95% Kline – lotto 18M861 – NI.VA prodotto da Frama
- Curcumina Plus 95% piperina linea@ – lotto 2077-LOT 19B914 – NI.VA prodotto da Frama
- Curcumina Plus 95% piperina linea@ – 18c590 – NI.VA prodotto da Frama
Non si tratta certamente di una “epidemia”, considerando l’elevato numero di prodotti a base di estratti di curcuma presenti sul mercato e venduti tra il 2018 ed i primi mesi del 2019, quale dovrebbe essere nel caso queste reazioni fossero legate alla presenza “significativa” di un componente epatotossico comune o di adulteranti delle materie prime, né è pensabile che i prodotti in questione contengano lo stesso componente tossico o adulterante stante la differenza tra i prodotti in termini di origine delle materie prime e di siti produttivi.
Componente tossico o adulteranti che anche le analisi fatte dall’Istituto superiore di sanità sembrerebbero al momento comunque escludere, anche se tali analisi non sarebbero state ancora completate.
Anche la presenza di curcumina sintetica, accertata in qualcuno di questi integratori alimentari, non giustifica gli effetti a livello epatico, fermo restando che tale aggiunta sarebbe comunque illecita considerando lo status di Novel food di questo ingrediente che non è presente o utilizzato negli alimenti in Europa da prima del 15 maggio 1997.
A livello europeo negli ultimi 10 anni non ci sono state segnalazioni di eventi avversi correlati a Integratori alimentari a base di estratti di curcuma (sistema RASFF1), mentre sarebbero una trentina nell’arco degli ultimi 8 anni quelli registrati, ma non segnalati ai sopracitato sistema di allerta rapido, tra Francia, Svezia e Slovenia. In alcuni di questi casi sarebbe stata accertata in realtà la presenza di antiinfiammatori/antidolorifici di sintesi.
Ad ogni modo le autorità di quei paesi non hanno ritenuto evidentemente necessaria la segnalazione di questi casi al sistema RASFF, proprio per l’incerta correlazione nesso/causale.
Anche per quanto riguarda il resto del mondo, in letteratura sono riportati due casi di epatite su base immunitaria in Arizona e due casi in Australia, identificati dagli autori del report come reazioni idiosincrasiche 2.
Gli estratti di curcuma (titolo > 90%) non sono Novel food poiché è documentata la loro presenza sul mercato da prima del 15 maggio 1997 e l’esposizione dei consumatori a tali ingredienti è di portata significativa. Ed è infatti da tempo che tali estratti sono utilizzati negli integratori alimentari a concentrazioni variabili in tutto il mondo.
Nessun paese, europeo (e non EU), ha preso infatti misure restrittive riguardo l’uso di estratti di curcuma negli integratori alimentari, né in termini di concentrazione massima né di avvertenze o precauzioni d’uso.
L’uso della curcumina come additivo alimentare colorante (titolo non inferiore al 90%) è disciplinato a livello europeo dai regolamenti (CE) 1333/20083 e (UE) 231/20124. E 100 è stato oggetto di diversi pareri del comitato congiunto di esperti FAO/WHO sugli additivi alimentari (JECFA) ed è stato da ultimo rivalutato da EFSA nel 2010 5, che ne ha confermato un ADI6 di 3 mg/kg peso corporeo/die tenendo conto dell’esposizione cumulativa alla sostanza da tutte le possibili fonti alimentari. L’additivo è utilizzabile in diverse tipologie di prodotti a concentrazioni che variano da un minimo di 20 mg/kg, nelle preparazioni di carne, ai 300 mg/kg degli integratori alimentari solidi pronti per il consumo (categoria 17.1), fino a livelli d’uso “quantum satis”7 in moltissime altre preparazioni alimentari.
Il Ministero della salute, a un mese dall’inizio delle segnalazioni, ha attivato una task force di esperti composta oltre che da propri funzionari, da esponenti dell’Istituto superiore di sanità, di Centri antiveleno, da botanici e tossicologi e rappresentanti dei NAS.
L’orientamento sembra quello di ritenere (e di comunicare all’opinione pubblica), salvo nuovi imprevedibili al momento riscontri, che l’accaduto sia una manifestazione di quel X% di casi di idiosincrasia che si verificano in soggetti predisposti o i trattamento con altri farmaci, legata all’assunzione di curcuminoidi, conosciuta e documentata in letteratura, a fronte della quale il Ministero potrebbe adottare, per tali estratti, limiti massimi di impiego negli integratori alimentari e avvertenze.
Irrisolta resta la questione del perché la concentrazione di questi casi solo ora e solo in Italia, dopo decenni di uso di prodotti contenenti estratti di curcuma a elevato titolo, ammesso e non concesso che l’estratto di curcuma sia il vero fattore scatenante e che non si tratti invece di una manifestazione dovuta a esposizioni e fattori causali diversi in soggetti comunque predisposti.
Indipendentemente dal fatto che l’estratto di curcuma sia o meno responsabile, la vicenda costituisce un monito per tutti gli OSA a cui resta la responsabilità di quanto immettono al consumo, che dovrebbero effettuare un’attenta valutazione del razionale con il quale costruiscono i loro integratori, in specie quelli contenenti attivi di origine vegetale, per l’uso dei quali si dovrebbe tenere conto della esposizione complessiva da diverse altre fonti e di quanto reperibile in letteratura in termini di storia d’uso e di possibili eventi avversi o interazioni con altre sostanze e farmaci.
Rimane valido da parte del ministero della Salute, l’invito alla sospensione dell’uso dei prodotti a titolo precauzionale in attesa delle analisi.
Il direttore dell’Unità operativa Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Iss, Marco Silano, contattato da agenzie stampa, ha dichiarato «proseguono e l’aumento delle segnalazioni di epatiti dovute al consumo di integratori a base di curcuma è atteso, perché ora il fenomeno è monitorato. Le Regioni – fa sapere – hanno scritto alle Asl di segnalare tutti i casi. Ma potenzialmente ve ne potrebbero essere stati anche altri, in passato, non segnalati. Gli accertamenti analitici sui lotti interessati sono negativi nel senso che non abbiamo ancora individuato nessuna sostanza contaminate, o aggiunta in modo fraudolento, che potrebbe spiegare le intossicazioni. I campioni sono tanti e stiamo procedendo alle analisi. Tra le ipotesi al vaglio, il fatto che le epatiti possano esser collegate alla materia prima, ovvero alla curcuma importata e utilizzata per realizzare gli integratori. Sembra per ora non si sia trattato di casi di sovradosaggio».
1 Il Sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi, Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF), è uno strumento essenziale per la tutela della salute pubblica poiché consente di notificare in tempo reale rischi diretti o indiretti per la salute umana e animale derivanti dalla presenza e dal consumo sul territorio comunitario di alimenti e mangimi non sicuri. Questo scambio di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione europea permette agli attori della sicurezza alimentare di agire più rapidamente e in maniera coordinata per affrontare e risolvere tali rischi.
2 Hindawi- Case reports in Hepatology Vol. 2019, Article ID 6741213, 4 page https://doi.org/10.1155/2019/6741213
3 Regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 relativo agli additivi alimentari (GU L 354 del 31.12.2008, pag. 16)
4 Regolamento (UE) N. 231/2012 della Commissione del 9 marzo 2012 che stabilisce le specifiche degli additivi alimentari elencati negli allegati II e III del regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 83 del 22.3.2012, pag. 1)
5 EFSA Panel on Food Additives and Nutrient Sources added to Food (ANS); Scientific Opinion on the reevaluation of curcumin (E 100) as a food additive. EFSA Journal 2010; 8(9):1679. [46 pp.]. doi:10.2903/j.efsa.2010.1679.
6 Acceptable daily intake (ADI) Abbreviazione di dose giornaliera ammissibile, ovvero stima della quantità di una sostanza presente negli alimenti o nell’acqua potabile che può essere assunta per tutta la vita senza rischi apprezzabili per la salute. In genere è espressa in milligrammi della sostanza per chilogrammo di peso corporeo e si applica a sostanze chimiche quali additivi alimentari, residui di pesticidi e farmaci veterinari.
7 Per «quantum satis» si intende che non è specificato una quantità numerica massima e le sostanze sono utilizzate conformemente alle buone pratiche di fabbricazione, in quantità non superiori a quella necessaria per ottenere l’effetto desiderato e a condizione che i consumatori non siano indotti in errore.