Igiene intima femminile, definizione e caratteristiche
La parola igiene deriva da Hygieia la dea greca della salute, mentre l’Oxford English Dictionary la definisce come l’insieme dei principi e le regole per preservare o promuovere la salute. Ciononostante, il tema dell’igiene intima femminile non ha ricevuto sufficiente attenzione nella letteratura medica, rendendo prioritaria la necessità di costruire un’adeguata formazione a riguardo.
Nel mondo, le donne usano una grande varietà di prodotti per l’igiene intima come componente delle abitudini igieniche quotidiane. Queste sono influenzate da molteplici fattori quali le preferenze personali, norme culturali, pratiche religiose ed indicazioni degli operatori sanitari.
Sebbene il buon senso imponga una detersione intima femminile adeguata, poche sono le evidenze scientifiche riguardanti l’impatto dei detergenti sull’equilibrio ed i danni sulla salute della regione vulvare. I prodotti per l’igiene intima femminile devono essere formulati e testati specificatamente per i genitali esterni, in quanto preparati inadeguati ed aggressivi possono causare sintomi irritativi (prurito e/o bruciore), oltre che provocare od esacerbare patologie vulvari quali dermatosi o le dermatiti allergico irritative.
Vulnerabilità della regione vulvare, ecco le cause
La vulva è rivestita da epiteli con caratteristiche differenti. Le grandi labbra presentano un epitelio squamoso stratificato cheratinizzato di derivazione ectodermica, dove si ritrovano numerose ghiandole sudoripare, sebacee ed annessi piliferi. Queste si congiungono anteriormente a formare la commessura labiale anteriore, e si fondono posteriormente con il tessuto circostante alla commessura posteriore per sconfinare nel perineo, area tissutale che separa l’introito vaginale dalla regione perianale. Le piccole labbra, situate medialmente alle grandi labbra, presentano un epitelio squamoso che progressivamente mostra una riduzione della cheratinizzazione superficiale, l’assenza di annessi piliferi, ghiandole sudoripare e l’incremento di ghiandole sebacee.
La regione vulvare presenta alcune peculiarità che la rendono vulnerabile a numerosi stimoli infettivi, microtraumatici e pratiche igienico comportamentali non corrette, come un’igiene intima inadeguata.
In particolare, la vulva rappresenta un’area di transizione cutaneo-mucosa, è adiacente a serbatoi microbiologici come l’area perianale e la vagina, ha una ricchezza di annessi piliferi e ghiandole sudoripare e sebacee, e non da ultimo presenta una quasi costante occlusione (biancheria intima, assorbenti e salvaslip) che può favorire l’insorgenza di fenomeni irritativi ed allergici.
Come particolare “regione di confine” tra cute e mucosa, nella vulva è possibile ritrovare elementi patologici unici rispetto ad alcune affezioni dermatologiche che presentano un aspetto differente in altre aree cutanee.
Fenomeni irritativi, ecco come si manifestano
La cute vulvare, come quella di altri distretti corporei, presenta un film idrolipidico superficiale, che ha funzioni protettive di barriera. Fattori locali tra cui il calore, l’umidità e l’attrito ne possono indebolire la funzione di barriera, contribuendo all’insorgenza di fenomeni irritativi.
Il film idrolipidico viene ulteriormente danneggiato dalla maggior parte delle patologie vulvari, ed il suo ripristino è elemento essenziale dei protocolli di cura.
Il ph vulvare fisiologico presenta un range tra 3.8 e 4.2, collocabile tra i valori di quello cutaneo (ph di 4,7) e quello vaginale (ph medio di 3.5 in età fertile). Questo può essere influenzato da fattori endogeni quali umidità, sudorazione, secrezioni vaginali, mestruazioni, contaminazione di feci ed urine ed età. Mentre notevole rilevanza nelle variazioni del ph vulvare hanno fattori esogeni quali detergenti intimi, lubrificanti, prodotti cosmetici, assorbenti, salvaslip ed esiti di depilazione.
Un detergente intimo inadeguato può contenere surfattanti o tensioattivi particolarmente aggressivi responsabili dell’effetto schiumogeno, che se da un lato consentono di “catturare” la frazione lipidica delle secrezioni da rimuovere, dall’atro danneggiano con effetto “microabrasivo” il film idrolipidico protettivo. I profumi ed i conservanti sono ulteriori componenti “pericolose” della detersione intima, perché mascherando la gradevolezza del prodotto ne amplificano le potenzialità allergico-irritative.
Detersione intima, supporto terapeutico essenziale
Spesso la detersione intima viene confusa con l’utilizzo di soluzioni endovaginali ( vaginal douching), in particolare in alcuni paesi europei ed asiatici. Tale pratica non solo è poco utile nel rimuovere le secrezioni che si accumulano in regione vulvare, ma possono essere dannose per l’alterazione dell’equilibrio microbiologico vaginale.
L’igiene intima deve essere concepita come prevenzione e supporto di cura.
L’identikit del prodotto ideale deve essere profilato con un ph rispettoso della cute vulvare, non deve contenere tensioattivi aggressivi né profumi e conservanti, oltre ad essere adeguato alle fasi di vita della donna ed eventuali condizioni patologiche vulvo-vaginali.
Questo evita l’insorgenza di dermatiti vulvari allergico-irritative, dove una detersione intima inadeguata può essere importante elemento patogenetico.
Le donne affette da dermatosi vulvari (es. lichen scleroso, lichen symplex e dermatiti allergico-irritative) hanno necessità di una detersione intima che agevoli la terapia specifica da utilizzarsi in questi casi, tramite un supporto idratante che favorisca il ricrearsi del film idrolipidico quasi sempre marcatamente danneggiato. Infatti, si è dimostrato che un detergente intimo a base di estratti di cocco, maltodestrine e gomma xantana ha effetto idratante nella terapia delle dermatosi vulvari riducendo il numero di applicazioni di una crema protettiva e lenitiva.
Similarmente, la presenza di estratti di timo nel detergente intimo, che possiedono proprietà antibatteriche ed antimicotiche naturali, riducono la sintomatologia in caso di infezioni vulvo-vaginali agendo in sinergia con la terapia specifica chemioterapica ad azione antimicrobica.