Il Trifolium pratense (detto comunemente Trifoglio dei prati, Trifoglio rosso o Trifoglio violetto) è una pianta erbacea perenne, geograficamente diffusissima.
I componenti attivi dell’estratto di trifoglio rosso sono i cosiddetti “isoflavoni”, meglio conosciuti come fitoestrogeni, per la loro attività all’interno del corpo umano.
Chimicamente sono dei flavonoidi con attività agonista/antagonista sui recettori per gli estrogeni. I nomi dei più presenti nel trifoglio sono: formononetina, biocanina, daidzeina ed egenisteina.
Nella moderna fitoterapia, viene utilizzato per contrastare i sintomi della menopausa: dalle vampate di calore, fino al controllo del peso corporeo.
La dose più utilizzata negli studi prevede 80mg di isoflavone una volta al giorno. Con questo dosaggio, gli autori hanno registrato una riduzione sia soggettiva che oggettiva dei sintomi dell’atrofia vaginale e una riduzione delle vampate di calore. Poco l’effetto sulla componente psicologica, sessuale e sulla qualità del sonno. Dosi inferiori purtroppo non riescono ad avere un’adeguata efficacia nel controllo delle vampate.
Aspetto interessante dove si sono concentrati gli studiosi è il profilo emato-lipidico delle pazienti in trattamento con il trifoglio rosso. Aspetto questo cruciale se pensiamo agli effetti collaterali in tal senso che può talvolta procurare la terapia ormonale sostitutiva.
Dopo 90 giorni di trattamento a dose piena di isoflavoni del trifoglio rosso, le pazienti hanno osservato una riduzione nei livelli di trigliceridi Ldl e lipoporteina A. Aspetto ancora più interessante se pensiamo che le donne reclutate avevamo un Bmi più elevato del normale.
Dal punto di vista della sicurezza di utilizzo, il trifoglio rosso viene registrato dalla Fda come “Likely Safe”. Infatti può causare rash cutanei, dolori muscolari, mal di testa, nausea e spotting.
Può interagire con la terapia anticoagulante e con altri estrogeni naturali o di sintesi. Particolare attenzione alle pazienti in trattamento con tamoxifene, in quanto, come riporta il dott. Firenzuoli nel suo libro “Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci” vi è un rischio di interazioni clinicamente rilevanti con questo principio attivo.
Interazioni negative che possono presentarsi in tutte le situazioni patologiche estrogeno-dipendenti ed estrogeno-sensibili.
Fonti
J Obstet Gynaecol. 2016;36(3):301-11. doi: 10.3109/01443615.2015.1049249. Epub 2015 Oct 15.
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Myers SP1, Vigar V2. Rev Assoc Med Bras (1992). 2010 Sep-Oct;56(5):558-62.
Effects of Trifolium pratense on the climacteric and sexual symptoms in postmenopause women.
[Article in English, Portuguese] del Giorno C1, Fonseca AM, Bagnoli VR, Assis JS, Soares JM Jr, Baracat EC. Gynecol Endocrinol. 2008 Nov;24(11):620-4. doi: 10.1080/09513590802288283