L’utilizzo del cumino in medicina si può far risalire fino agli antichi egizi, ma è in epoca medievale, che ricercatori arabo-islamici come il filosofo e fisiologo Avicenna, se ne è data una prima descrizione delle sue attività. Nel “Canone della Medicina”, il fisiologo sostiene che i semi del grano nero abbiano la proprietà di stimolare l’energia corporea e che siano ricostituenti naturali. Più vicini agli effetti terapeutici confermati da recenti studi c’erano andati gli indiani, che utilizzavano i semi di nigella sativa come antiasmatici, (oltre che come diuretici e contro il meteorismo).
Revisioni sistematiche della letteratura ci permettono di attribuire al cumino nero proprietà antiasmatiche, antiipertensive dislipidemiche, analgesiche e antiinfiammatorie. Sembra inoltre in grado di migliorare il profilo eritrocitarico, aumentando il volume cellulare (PCV) e il contenuto in emoglobina (Hb). I metaboliti secondari presenti nei semi di cumino sono alcaloidi e saponine, ma il principale responsabile dell’attività terapeutica della pianta sembra essere un componente dell’olio essenziale: il timochinone.
Negli anni ’10, si è approfondito il ruolo che può avere il cumino nel trattamento delle allergie, in particolare nei confronti delle riniti allergiche. In un primo esperimento, somministrando 2g/die di semi di cumino a pazienti allergici alla polvere domestica, si è osservato un miglioramento generale dei sintomi, con un significativo aumento dei linfociti CD8.
In un secondo studio, l’assunzione di olio di N. sativa ha permesso la riduzione delle IgE a livello nasale da 100 a 0 in 59 pazienti su 66. Questo risultato si è tradotto in riduzioni di starnuti, di rinorrea, di congestione nelle prime 2 settimane di trattamento.
Talvolta, l’allergia stagionale può presentarsi in forme più severe e diventare una vera e propria asma allergica. In una ricerca è stata testata l’efficacia preventiva della somministrazione di cumino nero nei pazienti asmatici. Infatti, in studi su animali, il cumino ha dimostrato interessanti effetti anticolinergici e antistaminici.
In questo studio, gli autori hanno utilizzato un estratto di cumino alla dose di15 mL/kg e sono stati valutati all’inizio e dopo 45 giorni di trattamento. In questo lasso temporale, tutti i sintomi quali la frequenza degli attacchi, la costrizione toracica. Parametro da sottolineare è stata la riduzione nell’utilizzo di spray cortisonici o beta-bloccanti nei pazienti trattati. Gli stessi risultati si sono ottenuti utilizzando capsule di estratto secco: in questo caso, si è registrato anche una significativa riduzione degli eosinofili circolanti.
Viste le prove di efficacia, rimane da valutare il rischio della somministrazione di cumino nero: ebbene, negli studi non si sono evidenziati effetti avversi a livello epatico o renale, né in altri distretti corporei.
Fonti:
Phytother Res.2003Apr;17(4):299-305
Med Princ Pract.2010;19(3):206-11. doi: 10.1159/000285289. Epub 2010 Mar 29.
Fundam Clin Pharmacol.2007 Oct;21(5):559-66.
Phytother Res.2017 Mar;31(3):403-409. doi: 10.1002/ptr.5761.Epub 2017 Jan 17.