Le piante appartenenti al genere Cynara sono conosciute come cardi e, in genere, sono grandi e spinose. Membri della stessa famiglia botanica (“Asteraceae”) cui appartengono le margherite, i cardi sono originari della regione mediterranea, dell’Africa nordoccidentale e delle Isole Canarie. 1-4 Il carciofo coltivato (Cynara cardunculus spp. scolymus) e il cardo coltivato a foglia (C. cardunculus var. altilis) discendono entrambi dal cardo selvatico (C. cardunculus).5,6 Il nome della sottospecie deriva dal greco “scolymos”, che significa “spinoso” e si riferisce ai cardi in generale ed, in particolare, alle spine trovate sulle brattee che racchiudono i capolini della porzione commestibile del carciofo.6,7 Il cardo selvatico si è evoluto nelle specie oggi più comuni del carciofo e del cardo sia attraverso la coltivazione che la pressione selettiva, che hanno consentito di ottenere caratteristiche desiderabili quali grandi teste non spinose per il carciofo e larghe foglie tenere, non spinose e peduncolate per il cardo. Nei climi secchi e subtropicali, la pianta del carciofo è coltivata come una pianta erbacea perenne, mentre il cardo è una pianta annuale.1,6 Entrambi hanno foglie di colore verde-grigiastro, profondamente dentate con lobi appuntiti che crescono fino a 90 cm di lunghezza. I robusti gambi fioriti nascono da una rosetta basale e possono crescere fino a 180 cm in altezza, producendo da tre a cinque capolini carnosi, racchiusi in brattee spesse, verdi, edibili.2,5 La parte comunemente più consumata del carciofo è costituita dai grandi fiori immaturi che vengono raccolti molto giovani o prima che le numerose brattee a forma triangolare si arriccino, il che indica che il capolino si aprirà presto e non sarà più commestibile. 3,7,8 Alla base di ogni capolino si trova il cosiddetto cuore del carciofo, edibile. Le cimette immature non si possono mangiare e vengono rimosse prima di cucinare il cuore di carciofo.8,9 Se ai fiori è consentito di aprirsi e maturare, producono una fioritura di colore blu-violaceo simile al cardo e possono raggiungere fino a 18 cm in diametro.5 Il cardo è coltivato per gli steli carnosi e i gambi delle foglie.
Storia d’uso
La storia del genere Cynara risale all’antica Grecia. La prima testimonianza scritta di questa pianta appare negli scritti di Teofrasto, filosofo e botanico greco, nel IV secolo a.C..4 Nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio, nella sua opera “Naturalis historia” raccomandava il carciofo e il cardo per il disagio intestinale e per rinfrescare il respiro, ma anche per altre applicazioni insolite, tra cui la cura della calvizie e il concepimento di maschi. 10 Sia i Greci che i Romani usavano le foglie di carciofo come agente coleretico (aumenta la bile) e come diuretico.1 Mentre la domesticazione del cardo sembra sia avvenuta in Spagna o in Francia, i carciofi sono stati coltivati, per la prima volta, nella regione di Napoli in Italia nella metà del 15° secolo per poi, gradualmente, diffondersi in altre parti d’Europa.5,6,8 La nobildonna italiana Caterina de’ Medici introdusse i carciofi in Francia quando divenne regina nel 1547. Il carciofo si guadagnò anche la reputazione di afrodisiaco e, alla fine, divenne noto in tutta Europa. Apparve persino sulle tavole dei monarchi, incluso Enrico VIII d’Inghilterra. I coloni francesi portarono il carciofo nel Nord America nel 1800 e all’inizio del XX secolo i carciofi erano largamente coltivati in tutta la California.5 Oggigiorno, i carciofi sono ancora un ortaggio molto apprezzato, soprattutto in Francia, Italia, Spagna e Belgio, dove sono comunemente coltivati.8 Negli Stati Uniti, il 100% dei carciofi presenti sul mercato proviene dalla California. 11 Numerose cultivar sono state sviluppate per migliorarne sapore e robustezza.2 Quando i carciofi sono serviti interi, le brattee fogliari vengono strappate una ad una e raschiate per mangiare la polpa alla base. Dopo aver tolto le foglie, la barba viene rimossa svelando il dolce e tenero cuore del carciofo.12 I carciofi, interi o i cuori, sono comunemente conservati in salamoia o in olio aromatizzato, oppure si possono mangiare ripieni, saltati con burro o panna, in insalata o in casseruola.8 Le foglie del cardo sono apprezzate nella cucina regionale di alcuni paesi del Mediterraneo, dove sono bollite, fritte o stufate.13 I fiori maturi del carciofo e del cardo contengono enzimi proteolitici che fungono da coagulanti naturali e sono usati come alternativa vegetariana al caglio da alcuni caseifici.14,15 Molti degli usi tradizionali del carciofo e del cardo sono focalizzati sulla salute del fegato per la loro azione epatoprotettiva.1 Tuttavia, la pianta è stata tradizionalmente utilizzata per stimolare l’appetito e migliorare la digestione aumentando il flusso biliare dal fegato, con conseguenti effetti lassativi naturali.1,7,16,17 In Germania, Svezia e Finlandia, le preparazioni a base di foglie di carciofo sono ancora utilizzate per questi scopi e per stimolatore l’appetito nella popolazione pediatrica. 1,18 I liquori a base di carciofo sono agrodolci; possono essere consumati prima (aperitivo) o dopo i pasti (digestivi) per migliorare la digestione.14
Nutrienti e profilo
Fitochimico
Nutrienti |
Valori medi riferiti a 100 g di carciofi crudi |
Energia |
47 kcal/197 kJ |
Grassi |
0,15 g |
di cui saturi |
0,036 g |
monoinsaturi |
0,005 g |
polinsaturi |
0,064 g |
Carboidrati di cui zuccheri |
10,51 g 0,99 g |
Fibre |
5,4 g |
Proteine |
3,27 g |
Minerali |
|
Calcio |
44 mg |
Ferro |
1,28 mg |
Magnesio |
60 mg |
Fosforo |
90 mg |
Potassio |
370 mg |
Sodio |
94 mg |
Zinco |
0,49 mg |
Rame |
0,231 mg |
Manganese |
0,256 mg |
Selenio |
0,2 g |
Vitamine |
|
Vitamina C |
11,7 mg |
Tiamina |
0,072 mg |
Riboflavina |
0,066 mg |
Niacina |
1,046 mg |
Acido pantotenico |
0,038 mg |
Vitamina B6 |
0,116 mg |
Folato |
68 g |
Vitamina A (RAE) |
2,7 g |
Vitamina E (-tocoferolo) |
0,19 mg |
Vitamina K |
14,8 g |
Componente tradizionale della dieta mediterranea, i carciofi sono un ortaggio ipocalorico. Forniscono solo 47 kcal per porzione da 100 grammi.4,8 La parte commestibile del carciofo contiene fibra, utile per abbassare il colesterolo, ed è priva di grassi e colesterolo. 11,19 I cuori di carciofo sono una fonte di vitamina C e folati e, tra i minerali, di magnesio, potassio e fosforo.4,8 Sono inoltre ricchi di fibre e, per tale motivo, sono in grado di contrastare la costipazione. 20 Oltre al loro valore nutrizionale di base, i cuori di carciofo sono considerati un alimento “funzionale” con componenti naturali in grado di ridurre i fattori di rischio di malattie specifiche. 14,21 Nelle brattee esterne del carciofo è presente in concentrazione significativa inulina, un carboidrato indigeribile che agisce come prebiotico naturale, una sostanza in grado di “nutrire” i batteri benefici, in particolare il Bifidobacterium, nell’intestino crasso di esseri umani e animali, aumentando l’efficienza e la frequenza della peristalsi intestinale.6,14 Il miglioramento della microflora intestinale è associato ad affetti benefici riguardanti l’assorbimento dei minerali, la composizione dei lipidi nel sangue e la prevenzione del cancro del colon.7 I capolini e le foglie del carciofo e del cardo contengono livelli importanti di sostanze fitochimiche, come fenoli, flavonoidi ed antociani, sostanze che, grazie al loro potere antiossidante, sono in grado di proteggere le cellule del corpo dai danni ossidativi e di inibire l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL). La capacità antiossidante totale dei capolini del carciofo è una delle più alte segnalate per le verdure ed i carciofi si assestano al settimo posto tra i 20 alimenti con il contenuto più elevato di antiossidanti (fonte USDA).23 Le brattee e i ricettacoli interni del carciofo contengono livelli elevati di polifenoli bioattivi come gli acidi caffeilchinici (es. cinarina e acido clorogenico) e i flavonoidi.21 Se la cottura del carciofo, in genere, porta a ridurre la concentrazione di flavonoidi, così non avviene con la cottura al vapore che ne aumenta notevolmente la capacità antiossidante.15,24 Oltre alla cinarina e all’acido clorogenico, il carciofo e il cardo, come evidenziato da diversi studi, contengono altri composti fitochimici in grado di ridurre il colesterolo e l’infiammazione e con potenziali proprietà antitumorali
|
Composto fitochimico |
Gruppo di appartenenza |
Parte della pianta |
Proprietà benefiche associate |
|
|
Cinarina |
Derivati dell’acido caffeilchinico |
Gemma fiorita e foglie |
Antibatterico, citotossico, antiossidante, coleretico (sti- mola la produzione di bile), colagogo (promuove la secre- zione biliare)7,14,16,25 |
|
|
Acido clorogenico |
Derivati dell’acido caffeilchinico |
Gemma fiorita e foglie |
Antiossidante, antibatterico, citotossico14,25 |
|
|
Luteolina |
Flavonoide |
Gemma fiorita e foglie |
Riduce il colesterolo4,21,26,32 |
|
|
Apigenina |
Flavonoide |
Gemma fiorita e foglie |
Neuroprotettivo, antiossidan- te, antinfiammatorio22 |
|
|
Soforoside |
Antocianina |
Gemma fiorita |
Antiossidante4 |
|
|
Cianidina-3-O-glucoside |
Antocianina |
Gemma fiorita |
Antiossidante4 |
|
|
Beta-sitosterolo |
Fitosterolo |
Gemma fiorita e seme |
Riduce l’assorbimento del colesterolo19 |
|
|
Stigmasterolo |
Fitosterolo |
Gemma fiorita e seme |
Riduce l’assorbimento del colesterolo19 |
|
|
Cinaropicrina |
Sesquiterpene lattone |
Gemma fiorita e foglie |
Sapore amaro, stimola la di- gestione, riduce il colesterolo, antispasmodico, anti fotoin- vecchiamento (protegge con- tro i danni UV), citotossi- co4,14,15,21,35 |
|
|
Taraxasterolo |
Triterpene |
Foglie |
Riduce il colesterolo14,35 |
|
|
Arctigenina |
Lignano |
Foglie |
Antiossidante, antinfiammato- rio14,35 |
|
Potenziali effetti benefici per la salute
I risultati degli studi più recenti supportano gli usi medicinali tradizionali degli estratti di foglie di carciofo e cardo come agenti cardioprotettivi, epatoprotettivi e lenitivi dell’intestino, nonché le loro proprietà preventive del cancro. Le principali attività biologiche attribuite sia ai carciofi che ai cardi sono, infatti, l’epatoprotezione, la prevenzione del cancro al colon, la stimolazione della secrezione biliare e l’abbassamento del colesterolo.14,16,25 Un limite delle attuali ricerche è la mancanza di studi specifici sui potenziali effetti benefici per la salute umana correlati al consumo del cuore di carciofo.19 Ulteriori studi sono, inoltre, necessari per studiare in modo più approfondito i metaboliti del carciofo e i loro meccanismi d’azione.14
- Effetti cardioprotettivi
Elevati livelli di colesterolo nel sangue sono un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Vi è un crescente interesse per i rimedi ipolipemizzanti naturali che possono ritardare o eludere la terapia farmacologica antipercolesterolemica convenzionale.26 Tra i rimedi naturali allo studio per questo scopo vi sono anche il carciofo e il cardo. Mentre i cuori di carciofo apportano sufficienti fibre per abbassare il colesterolo, recenti studi clinici hanno dimostrato che un estratto di foglie di carciofo (ALE) ha un ruolo potenziale maggiore nel ridurre i livelli di colesterolo totale e LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) e, in alcuni casi, nell’abbassare i livelli di trigliceridi e nell’aumentare le lipoproteine ad alta densità (HDL).18,27-31 La capacità del carciofo e del cardo di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue è attribuita in parte al miglioramento dell’escrezione dei sali biliari per stimolazione della peristalsi intestinale.32 E’ stato, inoltre, dimostrato che l’inulina contenuta nella pianta possiede proprietà prebiotiche, ossia è in grado di stimolare in modo selettivo la crescita e l’attività di specie batteriche benefiche per la salute del nostro organismo, come i bifidobatteri, con conseguenti effetti positivi sulla composizione lipidica del sangue. L’acido propionico, un acido grasso a catena corta derivante dalla fermentazione dell’inulina ad opera della microflora intestinale, rivestirebbe un ruolo importante nella riduzione della sintesi epatica di colesterolo.4 Da una revisione del 2013 di tre studi randomizzati e controllati che hanno valutato gli effetti ipolipemizzanti di un estratto di foglie di carciofo (ALE) è emerso un modesto effetto positivo di questa preparazione sui livelli di colesterolo totale e LDL; l’estratto ha mostrato una maggior efficacia nei soggetti con livelli plasmatici di colesterolo molto elevati rispetto a quelli con concentrazioni più basse.31 I pochi eventi avversi registrati sono stati di lieve intensità e transitori. Gli autori di questa review hanno concluso che gli effetti ipolipemizzanti mostrati da ALE in studi in vitro e sugli animali, confermati dai pochi studi clinici esaminati, sono abbastanza promettenti. Sono, tuttavia, necessari studi clinici su un campione più numeroso di soggetti e meglio controllati per stabilire se ALE rappresenti un trattamento ipolipemizzante sicuro ed efficace per individui con alti livelli di colesterolo anche a lungo termine. In una meta-analisi del 2017 sono stati esaminati nove studi clinici randomizzati e controllati che hanno studiato gli effetti di ALE sulla riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo LDL. L’assunzione di questa preparazione, a dosi comprese tra 500 e 2.700 mg al giorno, ha portato ad una significativa riduzione dei livelli ematici di colesterolo totale e di LDL in soggetti con ipercolesterolemia da moderata a grave con un livello basale medio di LDL di 213 mg/dl.26 L’efficacia di ALE sulla diminuzione dei livelli di colesterolo sembra non essere correlato alla dose e alla durata del trattamento, ma ai livelli di colesterolo LDL basali,26 confermando le conclusioni tratte dagli autori della precedente revisione. Nel complesso, questi dati supportano il potenziale uso di estratti di foglie di carciofo per ottenere una riduzione lieve, ma significativa, del colesterolo LDL. Il trattamento con ALE non ha avuto alcun effetto sulla riduzione dei livelli di trigliceridi o sull’aumento dei livelli di colesterolo HDL. Sono necessari ulteriori studi clinici per capire se ALE, da solo o in combinazione con farmaci ipolipemizzanti come le statine, può ridurre il rischio di aterosclerosi e migliorare i risultati clinici, a lungo termine, nel trattamento di livelli elevati di colesterolo.
- Effetti a livello gastrointestinale
Sebbene la ricerca si sia concentrata meno sui potenziali effetti benefici del carciofo sul sistema gastrointestinale, alcuni studi hanno dimostrato che gli estratti di foglie di carciofo sono in grado di attenuare i sintomi della dispepsia (fastidio addominale). 33,34 Più specificamente, l’assunzione di ALE ha dimostrato la capacità di ridurre in modo significativo il dolore e il disagio addominale, i crampi, il reflusso acido, la sensazione di pienezza, il gonfiore, la nausea e il vomito.18.34,35 A causa della significativa sovrapposizione tra i sintomi della dispepsia e della sindrome dell’intestino irritabile (IBS), un terzo degli individui con dispepsia funzionale soffre anche di IBS.18 Diversi studi hanno indicato che l’estratto di foglie di carciofo può essere un trattamento efficace anche nell’alleviare i sintomi dell’IBS.18,36 Si ritiene, inoltre, che ALE abbia anche un’azione antispastica, una proprietà che può contribuire al sollievo dei crampi intestinali, nausea e vomito. 35 La ricerca suggerisce che moderate quantità di cinaropicrina, una sostanza presente negli estratti delle foglie di carciofo, contribuiscono notevolmente al suo uso diffuso per alleviare i sintomi della dispepsia.
- Effetti epatoprotettivi
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è la causa più comune di malattia epatica cronica a livello globale. Per contrastarla è opportuno modificare la dieta e svolgere un regolare esercizio fisico, ma ad oggi i trattamenti terapeutici disponibili sono limitati. La NAFLD si sviluppa quando la capacità del fegato di metabolizzare i grassi è ridotta, rendendo questo organo più suscettibile a lesioni e fenomeni infiammatori.32 La NAFLD è associata alla sindrome metabolica; pertanto, obesità, resistenza all’insulina, ridotta tolleranza al glucosio e colesterolo alto sono spesso cofattori della malattia. La sola perdita di peso potrebbe non essere sufficiente per invertire la progressione del danno epatico. Le proprietà coleretiche ed epatoprotettive del carciofo e del cardo sono dovute alla cinarina. In uno studio clinico pilota che ha valutato la capacità di estratti di foglie di carciofo di migliorare la NAFLD, pazienti trattati con ALE per un periodo di due mesi hanno mostrato, rispetto al placebo, un miglioramento significativo della gravità della NAFLD (dimensioni ridotte del fegato e del diametro della vena porta e aumento del flusso sanguigno al fegato) come emerso dall’esito dell’ecografia al fegato. 32 Nei soggetti trattati con ALE, si è registrata una significativa riduzione dei livelli di bilirubina totale, degli enzimi aspartato aminotransferasi (AST) e alanina aminotransferasi (ALT), e dell’acido urico. Migliorati anche i rapporti AST/ALT e AST/piastrine (APRI), indice di una migliorata funzionalità epatica. Infine, i pazienti che assumono ALE hanno sperimentato un miglioramento indiretto degli indici NAFLD attraverso una diminuzione dell’indice di massa corporea (BMI), che è fondamentale per migliorare altri parametri alterati di NAFLD. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sono circa 700 mila le persone che muoiono ogni anno per malattie epatiche correlate all’epatite C.35 La gestione dello stress ossidativo e del conseguente danno epatico è fondamentale per rallentare la progressione delle infezioni virali da epatite C (HCV). La cinaropicrina, un composto idrosolubile isolato dal carciofo, è un potente composto antiossidante ed antinfiammatorio. Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato gli effetti protettivi e rigenerativi che cinarina e cinaropicrina, presenti negli estratti di foglie di carciofo, hanno sulla salute del fegato. In studi in vitro, la cinaropicrina, in particolare, ha dimostrato la capacità di inibire l’ingresso di tutti i genotipi di HCV nelle cellule epatiche. Studi clinici su ALE hanno dimostrato che è sicuro e ben tollerato, con effetti avversi minimi o nulli. Tuttavia, questi risultati devono essere confermati da studi clinici randomizzati su un campione più numeroso di soggetti al fine di indagare ulteriormente l’efficacia clinica di ALE.16,32
Conclusioni e considerazion finali
Negli ultimi 20 anni, il consumo di carciofi è aumentato del 40% circa.15 Attualmente, l’Italia è il principale produttore di carciofi, seguita da Spagna, Francia e Grecia. 4,14 Il cardo ha una produzione molto più limitata, nonostante l’uso tradizionale sia come alimento che per le sue proprietà medicinali nelle aree del Mediterraneo settentrionale. In commercio, i carciofi sono disponibili freschi, in scatola o congelati. Ogni anno vengono prodotte più di 1.678.872 t di carciofi, di cui più del 60% proviene da coltivazioni in Europa.14 Anche i paesi nordafricani, tra cui Egitto, Marocco e Algeria, contribuiscono alla produzione mondiale dei carciofi. La Cina è l’unico paese asiatico che figura tra i primi 10 produttori mondiali di questo vegetale,36 mentre gli Stati Uniti si assestano al nono posto, con la maggior parte del raccolto originario dello Stato della California. Il carciofo ed il cardo crescono molto bene nei climi aridi del Mediterraneo, dove la maggior parte delle precipitazioni si verifica durante la stagione invernale. 13 Il loro apparato radicale profondo li aiuta a resistere a periodi di scarse precipitazioni. I composti amari presenti nelle foglie, come la cinaropicrina, li rendono meno appetibili ai comuni parassiti delle piante.4,21,35 I carciofi vengono per lo più coltivati per i loro capolini immaturi, il cui cuore è di comune uso alimentare, ma anche per le sue foglie, le cui preparazioni sono usate nella produzione di integratori alimentari per le loro proprietà benefiche a livello epatico e digestivo, confermate da diversi studi clinici. Gli estratti delle foglie di carciofo hanno, inoltre, mostrato effetti ipolipemizzanti soprattutto in individui con livelli medio-alti di colesterolo totale e LDL nel sangue. Dalle parti non commestibili del carciofo, comprese le foglie, le brattee esterne e gli steli, si ottiene una quantità significativa di biomassa (80- 85%), contenente però livelli elevati di polifenoli e inulina e, per questo, studiata per i suoi potenziali impieghi come additivo alimentare, colorante vegetale, biocarburante e, persino, per la produzione della carta.4,14 La pianta intera e gli steli sono tradizionalmente usati come foraggio per galline, capre e altri animali della fattoria.14,15
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