Dopo aver considerato le variazione stagionali della vitamina D legate al periodo di prelievo, i partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al livello di vitamina D, e sono stati seguiti per una media di 16 anni, durante i quali si sono registrati 3.301 nuovi casi di cancro. I ricercatori hanno scoperto che un livello più elevato di vitamina D era associato a un valore inferiore di circa il 20% del rischio relativo di tumore complessivo in uomini e donne. Livelli più alti di vitamina D sono stati in particolare associati a un rischio relativo inferiore del 30-50% di cancro al fegato, con un’associazione più evidente negli uomini rispetto alle donne. Nessuna associazione è stata invece trovata per il cancro del polmone o della prostata, e gli autori sottolineano che nessuno dei tumori esaminati ha mostrato un aumento del rischio associato a livelli più elevati di vitamina D. I risultati sono rimasti in gran parte invariati dopo aver tenuto conto di fattori dietetici e dopo ulteriori analisi per testare la forza dei risultati. Gli autori affermano che le loro scoperte supportano la teoria che la vitamina D possa proteggere dal rischio di cancro, ma che potrebbe esserci un livello di vitamina D oltre al quale non si verifica più un effetto protettivo. «Saranno necessari ulteriori studi per chiarire le concentrazioni ottimali per la prevenzione del cancro» concludono.
BMJ. 2018. doi: 10.1136/bmj.k671
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29514781