L’altea officinalis L. appartiene alla famiglia delle Malvaceae, ordine “Malvales”. Si tratta di una pianta erbacea perenne, pluriennale, che può raggiungere un’altezza di 60-150 cm. Il fusto è semplice e poco ramificato, ricoperto da una fitta peluria come le foglie. Queste ultime, di color grigio-verde, hanno una forma triangolare o ovale, con bordo seghettato e sono per lo più lievemente trilobate o pentalobate. Sono presenti solo in estate e cadono in inverno. I fiori bianco-rosati, che sbocciano da luglio a settembre, sono lunghi 25-40 mm e si presentano singoli o a ciuffi. Essi consistono in 8-9 sepali esterni lanceolati uniti alla base e in cinque petali lunghi 15-25 mm. La riproduzione avviene per impollinazione attraverso le api o per autoimpollinazione col concorso dell’ovario superiore ricoperto di peluria feltrata e dei grossi stami lunghi 12 mm. Questi sono composti da filamenti viola chiaro e antera color porpora. Gli emicarpi sono pelosi e contengono semi reniformi. La radice bianco-giallastra ha forma affusolata. L’altea è una pianta emicriptofita, le cui gemme sono situate alla superficie del suolo e quindi seminascoste. (2,4,5)
DIFFUSIONE
L’altea cresce soprattutto in ambienti umidi o su prati salmastri, come quelli lungo le coste marine. Tale specie è diffusa soprattutto nelle zone basse dell’Europa sud-orientale fino ai monti Altaj. La si può incontrare anche nelle terre lungo la corrente del mar Caspio, mar Nero e Mediterraneo orientale. Cresce anche sia nelle pianure della Germania settentrionale, nei bassifondi della costa del mare del Nord e delle baie del mar Baltico, che nel paesaggio a gradoni della Germania meridionale.
Dell’althaea officinalis L. si usano foglie e radici (monografie n° 1856 e 1126 della farmacopea europea). In Germania le piante spontanee sono dichiarate specie protetta con decreto del 18.09.1989. (2,4)
PROFILO FITOCHIMICO
L’althaea officinalis L. fa parte delle piante contenenti mucillagini. Le radici ne contengono circa il 10-20% e le foglie il 6-10%. Le mucillagini consistono soprattutto di polisaccaridi acidi come ramnogalatturonano, arabinogalattani e glucani. Oltre alle mucillagini, le radici hanno anche un contenuto elevato di amido. Le foglie, invece, sono ricche in flavonoidi, in particolare di tiliroside un derivato del canferolo, di ipolaetina-8-gentiobioside e di derivati della luteolina. In entrambe le parti della pianta sono presenti anche acidi fenolici, come acido p-cumarico, ac. ferulico, ac. p-idrossibenzoico, ac. p-idrossifenilacetico, ac. caffeico, ac. salicilico, ac. siringico ed ac. vanillico. La radice contiene inoltre pectina, scopoletina e olio essenziale con trigliceridi della palmitina, acido oleico ed acido butirrico e, in piccola parte, anche tannini (Tabella). (2, 6-9) Molti degli effetti fisiologici attribuiti alla pianta sono associati a tiliroside (Figura sopra), considerato tra i costituenti più attivi delle foglie di altea. Dai dati ricavati da alcuni studi (non pubblicati), sembra che tale sostanza sia presente in quantità pari allo 0,4-0,5%.
Gli impieghi principali dell’altea si basano principalmente sul contenuto elevato di mucillagini in foglie e radici.
Tabella – Principali costituenti della radice e delle foglie di Althaea officinalis L. CLASSE DI SOSTANZE |
MOLECOLE |
Mucillagini |
Ramnogalatturonano Arabinogalattano Glucano |
Flavonoidi/flavonolglucosidi |
Ipolaetina-8-O-β-D-glucoside Isoquercitrina Canferolglicosidi (es. tiliroside o canferolo-3-O-β-cumaroilglucoside) |
Acidi fenolici e derivati |
Acido p-cumarico, ac. ferulico, ac. p-idrossibenzoico, ac. p-idrossifenilacetico, ac. caffeico, ac. salicilico, ac. siringico, ac. vanillico |
Cumarine |
Scopoletina |
Altri: – Polisaccaridi – Lipidi – Olio essenziale – Tannini
|
Amido, pectina Trigliceridi con acido palmitico, oleico e butirrico |
EFFETTI BENEFICI DOVUTI PRINCIPALMENTE A TILIROSIDE
- Effetti antibatterici e antimicotici
Le foglie di Althea officinalis L. hanno mostrato un’attività antimicrobica nei confronti del batterio gram-positivo Streptococcus pyogenes e gram-negativo Haemophilus influenzae, probabilmente attribuibile all’olio essenziale e ai composti fenolici, in particolare al flavonoide “tiliroside”. Anche l’effetto antimicotico contro Candida albicans potrebbe essere dovuto all’azione di tali composti. (10,11)
Il tiliroside sembra inoltre agire su specifici batteri gram-positivi (soprattutto su Staphylococcus aureus) nel quadro di una terapia antibiotica come “modificatore della resistenza”. Un meccanismo dello sviluppo della resistenza consiste nell’aumentare l’espressione di pompe di efflusso che agiscono trasportando fuori dalla cellula gli antibiotici assorbiti dai batteri. Il tiliroside, inibendo questo meccanismo, consente a determinati antibiotici, come ad esempio il fluorchinolone, di continuare a svolgere la loro azione.(12)
- Influsso sul metabolismo
Il tiliroside agisce anche come inibitore non competitivo della -amilasi, impedendo in questo modo un aumento dell’iperglicemia postprandiale dovuta ad assunzione di amido. Tale flavonoide blocca inoltre l’azione di specifici trasportatori di glucosio, riducendo pertanto l’assorbimento di glucosio negli enterociti.(13)
Risultati di esperimenti su animali hanno evidenziato la capacità della tiliroside di attivare l’adiponectina, ormone proteico secreto dal tessuto adiposo coinvolto nella modulazione di diversi processi metabolici, insieme ad un aumento dell’ossidazione degli acidi grassi nel fegato e nella muscolatura scheletrica.(14)
Grazie all’attività anti-iperlipidemica, anti-iperglicemica e antiossidante mostrata dal tiliroside, unita alla capacità di ridurre la concentrazione di trigliceridi e colesterolo, le foglie di altea potrebbero essere efficaci nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 (15) o di altre condizioni come obesità e sindrome metabolica.
- Proprietà antinfiammatorie
Anche in questo caso potrebbero essere i flavonoidi a rivestire un ruolo importante. In particolare, studi in vitro hanno evidenziato la capacità del tiliroside di inibire la via delle MAP chinasi (protein chinasi attivate da mitogeni), riducendo i processi di apoptosi e infiammatori.(16) Anche estratti di fiori di altea presentano attività antinfiammatoria.(17)
- Altri effetti biologici
I risultati di uno studio in vitro hanno evidenziato la capacità del tiliroside di inibire l’ossidazione delle LDL, rappresentando quindi un potenziale rimedio per contrastare l’arteriosclerosi.(18) Anche per le sue proprietà antipertensive, le foglie di altea potrebbero essere utili nel diminuire il rischio dell’insorgenza di patologie cardiovascolari.(19)
Esperimenti di inibizione del sistema del complemento hanno mostrato un’azione del tiliroside. soprattutto sulla via classica che riveste un ruolo importante nello sviluppo di processi infiammatori. (20) Alcuni studi hanno inoltre messo in evidenza potenziali effetti epatoprotettivi dell’altea sulla base della capacità mostrata dal tiliroside nel bloccare la produzione di TNF-, oltre all’inibizione reversibile di singoli enzimi epatici, come il citocromo P450 3A4 (CYP3A4), l’isoforma dell’enzima maggiormente coinvolta nel metabolismo dei farmaci. (21,22)
EFFETTI BENEFICI DOVUTI ALLE MUCILLAGINI
- Effetto antitosse
L’efficacia dell’altea nel lenire la tosse irritativa è dovuta invece alle mucillagini contenute sia nelle radici che nelle foglie della pianta.
Studi su animali hanno dimostrato che a possedere uno spiccato effetto antitosse sono soprattutto i ramnogalatturonani, per la loro capacità di attenuare l’infiammazione delle vie respiratorie.(23) I poliuronidi contenuti nell’altea si depositano a strati sulle mucose, impedendo così l’attivazione dei recettori della tosse.(24) Gonfiandosi a contatto con l’acqua, i poliuronidi formano uno strato bioadesivo con l’effetto di coprire e proteggere le mucose. (8) In esperimenti su animali, con estratti metanolici ed acquosi di radice di altea si è osservata un’azione broncospasmolitica, attraverso meccanismi diversi da quelli β-adrenergici. (25)
- Proprietà anticicatrizzanti
In uno studio su animali un estratto di foglie di Althaea officinalis L. si è dimostrato efficace nell’accelerare il processo di guarigione delle ferite, favorendo la coagulazione del sangue e ostacolando le infezioni. A questo processo partecipano, oltre alle mucillagini, anche i composti fenolici e i flavonoidi presenti nella pianta, che sono in grado di attivare la cicatrizzazione della ferita, prevenendo i danni cellulari e stimolando la sintesi del DNA.(26) Interessante anche il possibile impiego delle foglie di altea per arrestare un’eccessiva pigmentazione della pelle. Gli estratti di altea inibiscono sia la crescita che la differenziazione dei melanociti.(27)
IMPIEGO IN FITOTERAPIA
Nella medicina si usano sia le foglie (Althaea folium) che le radici (Althaea radix), la medicina popolare impiega anche i fiori. I principali campi d’impiego sono le irritazioni della mucosa orale e della faringe. Preparati a base di questa pianta sono anche indicati negli stati catarrali delle vie respiratorie e per il trattamento della tosse secca. Nella medicina popolare si trattano con l’altea anche lievi infiammazioni del tratto gastro-intestinale e delle vie urinarie. In rare occasioni si usa anche contro ulcere, ascessi, ustioni e corrosioni della pelle, nonché per punture di insetti.(28)
TOSSICITÀ
Radici, foglie e fiori dell’Althaea officinalis L. non hanno mostrato effetti tossici e sono ben tollerati. La dose giornaliera raccomandata per gli adulti è di circa 5 g per le foglie, 6 g per la radice e 10 g per lo sciroppo.(29)
CONCLUSIONI
L’uso dell’altea è noto sin dai tempi antichi come testimoniano le numerose citazioni nelle opere di importanti medici e botanici greci, da Teofrasto a Galeno, fino a Dioscoride. Già nel 1700 si parlava di preparazioni a base di radice di altea per il trattamento di affezioni polmonari, tosse e raucedine. Studi più recenti hanno dimostrato come responsabili di questi effetti benefici della pianta sono le mucillagini, come il ramnogalatturonano e gli arabinogalattani, contenuti sia nelle radici che in misura minore nelle foglie. Alle mucillagini dell’altea è attribuito anche il potere di cicatrizzare le ferite. Altro importante composto attivo della pianta è il tiliroside, un flavonoide contenuto nelle foglie, dal quale dipendono le proprietà antibatteriche ed antimicotiche della pianta, gli effetti ipoglicemici e di controllo sul metabolismo in generale, oltre a potenziali proprietà antinfiammatorie.
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