Una revisione sistematica evidenzia l’associazione tra parto pretermine e microbioma vaginale
L’obiettivo di questa revisione sistematica e meta-analisi di rete è stato quello di indagare l’associazione tra il microbioma vaginale, definito come community state types (CSTs, cioè dominanza di lattobacilli specifici) e il rischio della nascita pretermine.
La nascita pretermine è una delle principali cause di morbilità e mortalità neonatale in tutto il mondo. Sempre più evidenze collegano il microbioma vaginale al rischio di travaglio pretermine spontaneo che porta alla nascita pretermine.
La nascita pretermine (< 37 settimane di gestazione completa), che rappresenta oltre il 10% delle nascite in tutto il mondo, è una delle principali cause di mortalità e morbilità neonatale.
Molti fattori possono scatenare l’insorgenza di un travaglio prematuro, tra cui la rottura prematura delle membrane (PPROM), infezioni (ad esempio Trichomonas vaginalis e Chlamydia trachomatis) e l’invasione microbica della cavità amniotica. Si ritiene che il microbioma vaginale protegga da tali infezioni, con un microbioma a bassa diversità dominato da specie di Lactobacillus considerato “sano”. Al contrario, un microbioma diversificato con una bassa abbondanza di lattobacilli ed elevate quantità di batteri anaerobi può causare disbiosi, che si sovrappone alla diagnosi clinica di vaginosi batterica. La vaginosi batterica è spesso asintomatica, tuttavia è stata associata a un rischio maggiore di infezioni e complicazioni genitali, tra cui le infezioni da papillomavirus umano (HPV).
Dal momento che la disbiosi vaginale colpisce milioni di donne, è importante comprendere il ruolo del microbioma vaginale nel parto pretermine. Attualmente, sono disponibili pochi studi che valutano la relazione tra microbioma vaginale e parto pretermine, con risultati contrastanti sul fatto che il microbioma vaginale possa influenzare il rischio di parto pretermine.
Sebbene le meta-analisi siano un ottimo strumento per mettere in comune i risultati di studi diversi, le sfide comuni sono l’eterogeneità clinica e metodologica. La meta-analisi degli studi sul microbioma è particolarmente difficile a causa della diversità dei disegni degli studi, della potenza limitata e della grande varietà di tecniche di campionamento e di elaborazione, tra cui diverse regioni ipervariabili prese in considerazione. Queste sfide sono state descritte in una revisione sistematica basata su metodi indipendenti dalla coltura per valutare il microbioma vaginale e la nascita pretermine, che comprendeva nove studi.
L’obiettivo di questa revisione sistematica e meta-analisi di rete è stato quello di indagare l’associazione tra il microbioma vaginale, definito come community state types (CSTs, cioè dominanza di lattobacilli specifici) e il rischio della nascita pretermine.
La Revisione sistematica è stata realizzata utilizzando PubMed, Web of Science, Embase e la biblioteca Cochrane. Gli studi longitudinali che hanno utilizzato metodi indipendenti dalla coltura che classificano il microbioma vaginale in almeno tre CST (cioè dominanza di lattobacilli specifici) diversi per valutare il rischio di parto pretermine.
È stata condotta una meta-analisi (di rete), che ha presentato rapporti di probabilità (OR) in pool e intervalli di confidenza (IC) al 95%. Tutti i 17 studi sono stati pubblicati tra il 2014 e il 2021 e hanno incluso 38-539 gravidanze e 8-107 nascite pretermine.
Le donne che presentavano un microbioma vaginale “a basso contenuto di lattobacilli” presentavano un rischio maggiore (OR 1,69, 95% CI 1,15-2,49) di parto pretermine rispetto alle donne a dominanza di Lactobacillus crispatus.
La meta-analisi di rete supporta il microbioma come predittivo di parto pretermine, dove una bassa abbondanza di lattobacilli è associata al rischio più alto e la dominanza di L. crispatus a quello più basso.
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