La pianta è conosciuta per le sue proprietà astringenti, antinfiammatorie e vulnerarie.
Esistono dati che si tratti in realtà di una pianta epatotossica: i diterpeni neoclerodanici contenuti nell’estratto di questa pianta (ma anche nel genere teucrium e scutellaria), possono epatiti di vario tipo.
In letteratura sono descritte numerose sostanze vegetali e piante epatotossiche o potenzialmente tali, reperibili in forma di preparazioni erboristiche tradizionali o presenti sul mercato come integratori e fitoterapici propriamente detti. Purtroppo, è scarsa è tuttavia la percezione del rischio relativamente a tali prodotti, sia nella popolazione sia tra gli stessi operatori e professionisti sanitari.
Proprio per questo Firenzuoli et al. sottolineano l’importanza di estendere l’indagine amnestica anche verso supplementi dietetici, fitoterapici, omeopatici e preparazioni domestiche a base di erbe in caso di epatite ignota.
Proprio per evitare fenomeni di epatotossicità, recentemente Proprio per questo motivo, più che la pianta nel suo complesso, la ricerca si è concentrata su alcuni metaboliti secondari specifici dell’estratto della pianta: uno tra tutti il teupolioside.
Conosciuto anche come Lamiuside “A”, nella pianta questa molecola svolge un ruolo difensivo contro le radiazioni Uv.
Principalmente questo fenilpropanoide è conosciuto per le sue attività antiinfiammatorie, ma sembra in grado di svolgere molte altre interessanti attività.
Sembra, infatti, che le proprietà vulneraria della pianta risiedano in questo attivo. Infatti, Pastore e Dal Toso hanno studiato in vivo la velocità di guarigione delle ferite applicando giornalmente il teupolioside. I promettenti effetti sembrano dovuti sia ad una diminuzione dell’infiammazione locale, sia all’inibizione della produzione di specie reattive dell’ossigeno da parte dei globuli bianchi e alla captazione degli ioni ferrosi.
Altri studiosi italiani, hanno invece studiato gli effetti di questo singolo componente per il trattamento di colite indotta in animali da laboratorio. Dopo 4 di trattamento, I ratti presentavano meno casi di diarrea e di Perdita di peso corporeo. Questo ha condotto ad un miglioramento dell’architettura del colon ed in una riduzione dei fattori pro-infiammatori.
Inoltre, dati preliminari in vitro presentano una possibile modulazione delle attività del testosterone mediante un’azione sull’enzima 5 alfa-reduttasi.
Fonti
– Cell Mol Biol (Noisy-le-grand). 2007 May 30;53(5):84-91.
– Biochem Pharmacol. 2009 Mar 1;77(5):845-57. doi: 10.1016/j.bcp.2008.11.010. Epub 2008 Nov 25.
– Pharmacoepidemiology Drug Safety 2008 ; 1 7 : 626. 635 Firenzuoli F. Fitoterapia. Elsevier ed. IV^ ed.,
– Milano, 2008 Firenzuoli F. Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci. Tecniche Nuove, ed. II^Ed., Milano, 2009