L’ossido di zinco nella pratica medica viene utilizzato per via esterna, in paste contro gli arrossamenti, per prevenire le ulcere da decubito o per il suo effetto antiseborroico.
Un altro utilizzo sono i cosiddetti bendaggio all’ossido di zinco: particolari bendaggi effettuati con garze impregnate di paste all’ossido di zinco utilizzate per il trattamento di ulcere agli arti inferiori.
Infatti, queste si caratterizzano spesso da edema reattivo ed infiammazione che, oltre a generare dolore al paziente, possono rallentare il processo di cicatrizzazione e guarigione. In questi casi, gli studiosi hanno osservato come l’effetto barriere dell’ossido di zinco sia in grado di ridurre il dolore, velocizzare la formazione del tessuto di granulazione e migliorare l’aspetto estetico della cicatrice.
Quando viene utilizzato assieme all’acido salicilico si può impiegare per la dermatite seborroica o l’acne. Ma in certi casi si dimostra più efficace dello stesso acido salicilico: è il caso del trattamento delle verruche.
In uno studio condotto nel 2007 da Tammin e Khattar, gli studiosi hanno confrontato una pasta al 20% di ossido di zinco rispetto ad un trattamento con acido salicilico (15%) e acido lattico (15%) per l’eradicazione delle verruche. Al termine dei 3 mesi di trattamento si è osservata un leggero scarto a favore dell’ossido di zinco: sia come percentuale di risoluzione completa, sia come riduzione del dolore e sicurezza di applicazione.
Esempi formulativi:
Pasta di Hoffmann (pasta per piaghe da decubito)
Zinco ossido 49g
Olio di oliva 49g
Acido borico 2g
Pasta all’acqua (FUII XII)
Zinco ossido 25g
Talco 25g
Glicerolo 25g
Acqua 25g
Pasta di Lassar
Zinco ossido 25g
Acido salicilico 2g
Amido 25g
Vaselina qb a 100g
Fonti
Dermatol Surg. 2011 Feb;37(2):158-65. doi: 10.1111/j.1524-4725.2010.01844.x. Epub 2011 Jan 26
Int J Dermatol. 2007 Apr;46(4):427-30