«L’end point primario era la comparsa di sibili persistenti o asma e quelli secondari includevano infezioni del tratto respiratorio inferiore, esacerbazioni d’asma, eczema e sensibilizzazione allergica» precisano gli autori, che a conti fatti hanno scoperto che gli integratori abbassano dal 23,7% al 16,9% il rischio di asma, sibili persistenti e infezioni respiratorie delle basse vie. «Se proiettata ai primi tre anni di vita, la riduzione è pari al 30,7%» conclude Bisgaard. E in un editoriale di commento Christopher Ramsden del Laboratory of Clinical Investigation, National Institute on Aging a Baltimora, scrive: «Questi risultati sono promettenti ma esigono una nota di cautela, in quanto le dosi di acido eicosapentenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (Dha) somministrate in questo studio, pari a 2,4 g al giorno, sono almeno 15 volte superiori rispetto alla media alimentare. Prima di un’implementazione nella pratica clinica, è quindi indispensabile appurare che dosi tanto elevate non abbiano effetti negativi a lungo termine, per esempio sulla sfera cognitiva o comportamentale, della prole. Servono inoltre studi futuri per capire se dosi più basse abbiano la medesima efficacia e se questi risultati possano essere replicati in altre popolazioni».
N Engl J Med. 2016. doi: 10.1056/NEJMoa1503734
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28029926
N Engl J Med. 2016. doi: 10.1056/NEJMe1611723
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28029914