Molte sono le patologie di competenza ginecologica per le quali è stato proposto l’impiego di nutraceutici. Tuttavia, per motivi di spazio, limiteremo questa discussione alle due tematiche per le quali l’impiego di nutraceutici trova un importante riscontro nella let- teratura: la terapia della Sindrome dell’ovaio policistico con l’impiego di inositoli ed il trat- tamento della sintomatologia vasomotoria in postmenopausa con l’impiego di fitoestrogeni e di cimicifuga racemosa.
GLI INOSITOLI NELLA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disordine endocrino che colpisce le donne in età fertile. La sua prevalenza nella popolazione femminile è di circa il 20%. La PCOS è stata definita utilizzando diversi criteri: irregolarità mestruali, iperandrogenismo e morfo- logia ecografica ovarica policistica (PCOM). La diagnosi si basa sulla presenza di almeno due dei seguenti tre criteri, in assenza di altre cause di iperandrogenismo: anovulazione cronica, iperandrogenismo (clinico o biochimico) e PCOM che viene definita come la presenza di al- meno 20 follicoli (da 2 a 9 mm) e/o aumento del volume ovarico oltre i 10 cm3. (195).
Nell’eziopatogenesi della PCOS gioca un ruolo fondamentale l’insulino-resistenza (IR). In- fatti, l’insulina a livello ovarico determina aumentata sintesi di androgeni e pertanto, in condizione di insulino-resistenza, nella quale una maggiore quantità di insulina è presente in circolo, si verifica una produzione di androgeni ovarici maggiore del normale (196). Mi- gliorare la sensibilità periferica dell’insulina determina una riduzione della produzione di androgeni ovarici. Un possibile approccio nutraceutico nella PCOS è rappresentato dagli inositoli, polioli carbociclici con proprietà insulino-sensibilizzanti. L’inositolo è prodotto in minima parte dal nostro organismo a partire dal glucosio 6 fosfato ed in parte assunto con gli alimenti quali ad esempio cereali e frutta (noci, meloni, arance etc.), seppure scarsa- mente assorbito. L’inositolo introdotto col cibo o sintetizzato nel nostro organismo dal glu- cosio-6-fosfato, è dapprima defosforilato e trasformato in myo-inositolo (MYO) e da questo per azione di una epimerasi convertito in d-chiro-inositolo (DCI), (Figura 2).
MYO e DCI costituiscono un sistema molecolare intracellulare di amplificazione del se- gnale insulinico, attraverso dei secondi messaggeri definiti inositol-fosfoglicani (IPG). Gli IPG sono detti IPG-P quando contengono DCI, mediano l’azione dell’insulina post-prandiale e fa- voriscono tanto l’ingresso di zucchero nella cellula quanto la sua successiva polimerizzazione a glicogeno; sono invece detti IPG-A quando contengono mio-inositolo, mediano l’azione del- l’insulina rilasciata al fine di bilanciare l’azione del glucagone e favorendo unicamente l’ingresso dello zucchero nella cellula. L’efficienza di questo meccanismo dipenderà dunque dalla trasfor- mazione del MYO a DCI, dall’azione della epimerasi e dall’adeguato apporto di inositolo con l’alimentazione. Le pazienti affette da PCOS, presentano insulino-resistenza legata ad un deficit della produzione di DCI da ricondurre ad una ridotta conversione a partire dal mio-inositolo (per deficit dell’epimerasi) e/o ad un suo aumentato catabolismo prima della filtrazione renale.
Queste alterazioni sono state dimostrate per la prima volta nel 1999 (197). In questo studio, durato 6-8 settimane, la somministrazione di 1200 mg di DCI in 22 donne obese con diagnosi di PCOS, riduceva significativamente i livelli di pressione arteriosa, il valore dei trigliceridi e l’insulinemia con un dimezzamento delle concentrazioni di testosterone libero. Inoltre, nel periodo di osservazione l’ovulazione si verificava in 19 donne su 22 nel gruppo trattato e in 6 su 22 nel gruppo che aveva assunto la preparazione placebo. Questi risultati venivano poi confermati anche in donne con diagnosi di PCOS, ma non obese, ri- correndo ad un dosaggio di DCI corrispondente a 600 mg/die (198).
Successivamente, numerosi studi, condotti anche in Italia hanno dimostrato l’efficacia del DCI e del suo precursore MYO, nel trattamento della PCOS.
NUTRACEUTICI IN POST MENOPAUSA
La menopausa, cioè la definitiva cessazione delle mestruazioni, conseguenza del- l’esaurimento del patrimonio follicolare, si accompagna ad un crollo dei livelli circolanti di estrogeni. Da questa condizione scaturiscono in breve tempo una serie di sintomi correlati al sistema vasomotorio (vampate di calore, sudorazioni), muscoloscheletrico (dolori artico- lari) e urogenitale (secchezza vaginale). Nel tempo poi, la carenza di estrogeni interesserà anche le ossa (osteoporosi) e il sistema cardiovascolare (malattie cardiovascolari).
La terapia sostitutiva ormonale, con estrogeni e progestinici, è in grado di contrastare gli effetti del deficit estrogenico ma, come suggeriscono alcuni studi, può accompagnarsi ad un aumento del rischio di tumore della mammella e di eventi trombotici.
Queste considerazioni hanno condotto all’utilizzo di una serie di trattamenti nutra- ceutici per la terapia dei sintomi e degli effetti a lungo termine della menopausa. Fra questi prodotti, quelli maggiormente studiati in letteratura sono i fitoestrogeni e gli estratti della Cimicifuga Racemosa.
I fitoestrogeni sono composti vegetali estratti da piante che possiedono un’attività simile a quella degli estrogeni. Tuttavia, la loro potenza è notevolmente inferiore rispetto a quella dell’estradiolo. Esistono 3 principali classi di fitoestrogeni: isoflavoni, cumestani e lignani. Gli isoflavoni della soia contengono 12 differenti isoforme divise in 4 classi chimi- che: agliconi (daidzeina, genisteina e gliciteina), glucosidi (daidzina, genistina e glicitina), acetilglucosidi (ace-tildaidzina, acetilgenistina e acetilglicitina) e malonilglucosidi (malonil- daidzina, malonilgenistina e malonilglicitina) (Figura 3).
Benché numerosi studi supportino l’efficacia degli isoflavoni di soia nel trattamento della sintomatologia vasomotoria della menopausa, una importante meta-analisi del 2013 confermava l’efficacia di questi composti solo per gli studi in cui veniva impiegata la geni- steina a dosi comprese fra i 30 e i 60 mg/die (199). Del tutto recentemente, infine, si è os- servato come l’associazione di genisteina con estratto secco di Angelica Sinensis e di Morus Alba con aggiunta di magnesio e di un particolare probiotico, sia in grado non solo di ridurre la sintomatologia climaterica ma anche di migliorare il profilo di rischio cardiovascolare (200).
La Cimicifuga racemosa (CR) è una pianta appartenente al genere delle ranuncolacee. I due più comuni estratti da essa ottenuti sono:
- L’estratto isopropanolico (iCR)
- L’estratto etanolico (BNO)
Una recente meta-analisi ha evidenziato che, allorché vengono presi in considerazione solo gli studi effettuati utilizzando l’estratto iCR, la Cimicifuga Racemosa risulta in grado di ridurre l’entità della sintomatologia vasomotoria in donne in postmenopausa (201). Il meccanismo d’azione è probabilmente riferibile all’interferenza con i sistemi neurotrasmet- titoriali implicati nella genesi delle vampate di calore. Infatti, l’estratto risulta privo di atti- vità estrogenica.
L’estratto iCR soddisfa inoltre i requisiti normativi per i trattamenti a lungo termine, è sicuro sui tessuti estrogeno-sensibili quali: mammella ed endometrio uterino ed è risultato privo di epatotossicità. L’European Medicines Agency (EMA) suggerisce una supplemen- tazione quotidiana con 40 mg di CR suddiviso in 1 o 2 dosi (202).
Bibliografia
195. Azziz R, Carmina E, Chen Z, Dunaif A, Laven JS, Legro RS, Lizneva D, Natterson-Horowtiz B,
Teede HJ, Yildiz BO. Polycystic ovary syndrome. Nat Rev Dis Primers. 2016 Aug 11; 2:16057
196. Teede HJ, Misso ML, Costello MF, Dokras A, Laven J, Moran L, Piltonen T, Norman RJ;
International PCOS Network. Recommendations from the international evidence-based
guideline for the assessment and management of polycystic ovary syndrome. Clin Endocrinol
(Oxf). 2018 Sep;89(3):251-268.
197. Nestler JE, Jakubowicz DJ, Reamer P, Gunn RD, Allan G. Ovulatory and metabolic effects
of D-chiro-inositol in the polycystic ovary syndrome. N Engl J Med. 1999 Apr
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198. Iuorno MJ, Jakubowicz DJ, Baillargeon JP, Dillon P, Gunn RD, Allan G, Nestler JE. Effects of
d-chiro-inositol in lean women with the polycystic ovary syndrome. Endocr Pract. 2002
Nov-Dec;8(6):417-23.