I semi oleosi hanno una potente azione protettiva nei confronti delle malattie neurodegenerative (Alzheimer e Parkinson prima di tutto) oltre che un’azione generale di prevenzione dalle malattie degenerative. Una meta-analisi effettuata nel 2015 su oltre 350.000 persone dall’italiano Giuseppe Grosso (1) ha evidenziato l’azione protettiva delle noci non solo sulle forme tumorali, ma anche sulle malattie cardiovascolari e sulla mortalità da tutte le cause. Questa ricerca si inserisce nel vasto campo della relazione tra dieta, suo effetto antinfiammatorio e protezione della degenerazione neuronale. In particolare però, proprio le noci hanno dimostrato un’azione diretta nella prevenzione dalla malattia di Alzheimer.
Un lavoro di Nooyens (2), segnalava già nel 2011 che l’effetto protettivo sulla demenza non è legato al generico uso elevato di frutta e verdura, ma all’impiego di semi oleosi (noci in particolare), cavolo e radici. Nel 2012, anche Essa (3), su Neurochemical Research, ha dimostrato l’importanza di semi oleosi, noci, frutta e verdura nella prevenzione delle malattie neuro-degenerative. Proprio per le noci si è visto che questo fantastico gheriglio è in grado di rallentare e a volte opporsi alla progressione della demenza connessa all’Alzheimer.
L’azione contro l’Alzheimer sembra sia dovuta specificamente a un’azione di segnale intercellulare e contemporaneamente di controllo dell’infiammazione.
Non si tratta comunque di ingozzarsi di mandorle o di noci. Una meta-analisi, effettuata da ricercatori provenienti da USA, UK e Norvegia, con la partecipazione di Imperial College e Harvard Medical School, pubblicata nel 2016 su BMC Medicine (4) ha infatti definito che 28 grammi di assunzione quotidiana sono sufficienti per indurre una riduzione del rischio relativo di ammalarsi di alcune malattie degenerative. In particolare il rischio di contrarre una malattia cardiaca coronarica cala del 30%, il rischio di malattie tumorali cala del 15%, il rischio diabetico cala del 40% e il rischio di contrarre malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer cala del 35%. I 28 grammi giornalieri proposti dal lavoro scientifico corrispondono ai gherigli di 5 noci medie e a un numero compreso tra 20 e 25 mandorle. Meno di una manciata, che fa comunque la differenza tra prenderli e non prenderli. I risultati sono stati valutati sia per i veri semi oleosi (noci, mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli, anacardi e pecan nuts) sia per i semi e per le leguminose (come la noce del Brasile e l’arachide) e i risultati sono stati simili per tutte queste “sottocategorie” che hanno in effetti fondamentali caratteristiche nutrizionali comuni.
1) Grosso G et al, Am J Clin Nutr. 2015 Apr;101(4):783-93. doi: 10.3945/ajcn.114.099515. Epub 2015 Feb 4
2) Nooyens AC et al, Br J Nutr. 2011 Sep;106(5):752-61. Epub 2011 Apr 11
3) Essa MM et al, Neurochem Res. 2012 Sep;37(9):1829-42. Epub 2012 May 22
4) Aune D et al, BMC Med. 2016 Dec 5;14(1):207