I livelli di vitamina D nel sangue sono collegati al fitness cardiorespiratorio, secondo uno studio pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology. «Il nostro studio mostra che livelli più elevati di vitamina D sono associati a una migliore capacità di esercizio dal punto di vista cardiorespiratorio. Questo si aggiunge a quanto già conosciamo dalla ricerca precedente sugli effetti positivi della vitamina D su cuore e ossa» dice
Amr Marawan, della Virginia Commonwealth University, Virginia, USA, che ha diretto il lavoro. I ricercatori hanno esaminato 1.995 persone, un campione rappresentativo della popolazione statunitense di età compresa tra 20 e 49 anni, utilizzando i dati del National Health and Nutrition Survey (NHANES) per raccogliere informazioni su valori di vitamina D e consumo massimo di ossigeno durante l’esercizio (VO
2max), un’ottima misura del fitness cardiorespiratorio. Il 13% dei partecipanti soffriva di ipertensione e il 4% era diabetico. Ai fini dell’analisi i partecipanti sono stati divisi in quartili in base ai livelli di vitamina D. Ebbene, dalla valutazione è risultato che le persone che rientravano nel quartile più alto per i valori di vitamina D avevano una capacità cardiorespiratoria superiore di 4,3 volte rispetto a quelli del quartile inferiore.
Il legame è rimasto significativo, con una forza di 2,9 volte, dopo aggiustamento per fattori che potevano influenzare l’associazione come età, sesso, razza, indice di massa corporea, fumo, ipertensione e diabete. Ogni aumento di 10 nmol/L di vitamina D è stato associato a un aumento statisticamente significativo di 0,78 mL/kg/min nel VO2max. Poiché si trattava di uno studio osservazionale non è possibile concludere che la vitamina D migliori la capacità di esercizio, ma gli autori sottolineano che l’associazione era forte, incrementale e coerente tra i gruppi. Non bisogna comunque dimenticare che assumere troppi integratori di vitamina D può portare ad un eccesso di calcio nel sangue, con conseguenti nausea, vomito e debolezza. «Conosciamo i livelli ottimali di vitamina D per le ossa sane, ma sono necessari studi per determinare di quanta vitamina abbia bisogno il cuore per funzionare al meglio. Dal punto di vista della salute pubblica, la ricerca dovrà esaminare se l’integrazione dei prodotti alimentari con la vitamina D possa portare ulteriori benefici oltre alla salute delle ossa» concludono gli esperti.
Eur J Prev Cardiol. 2018. doi: 10.1177/2047487318807279
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30373395