Se è vero che per immaginare il futuro bisogna partire dall’analisi del presente, per poter delineare il ruolo che i prodotti nutraceutici potranno ricoprire nei prossimi decenni, è indispensabile comprendere anche il loro valore in termini economici e sociali.
La letteratura nazionale ed internazionale offre numerosi spunti di riflessione sul costo-efficacia dei nutraceutici, particolarmente rilevanti oggi se si considera la forte criticità legata alla sostenibilità complessiva dei sistemi sanitari.
Le tendenze macro del nostro sistema sanitario in particolare ci fotografano infatti una realtà caratterizzata dal forte impatto delle cronicità; circa il 38% – più di una persona ogni tre – è malato cronico di patologie come diabete, ipertensione, bronchite cronica e malattie connesse all’età avanzata (sopra i 65 anni), con patologie a notevole impatto economico. Il 70% della spesa sanitaria, che oggi si aggira intorno ai 140 miliardi di euro (di cui 112 mediati dal servizio pubblico), è a copertura dei costi legati alla gestione delle cronicità e a poco sono servite nel corso degli anni le soluzioni avanzate dalle amministrazioni, generalmente limitate ad interventi di tagli e tetti di spesa, controlli stringenti sui prezzi e sui volumi, aumento della compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini.
Si tratta di misure per garantire la sostenibilità finanziaria della spesa sanitaria nel breve periodo che dimostrano scarsa efficacia nel lungo periodo poiché non riescono a tenere sotto controllo adeguatamente i principali fattori di crescita della spesa e presentano rischi per quanto riguarda il mantenimento dei livelli di qualità ed equità dei sistemi.
Quel che è evidente è che i costi legati alle malattie croniche mettono a dura prova la sostenibilità economica di un sistema pubblico non più in grado di mettere a disposizione le risorse necessarie, a fronte di una domanda crescente di cura al pari della forte crescita delle aspettative dei cittadini che oggi non si accontentano più solo di non ammalarsi, ma vogliono stare bene.
Oggi la vera sfida per il nostro sistema sanitario è dunque rappresentata dalla promozione della salute e dalla prevenzione quale leva per generare risparmio. Uno spazio che sembra adattarsi perfettamente alle caratteristiche dei prodotti nutraceutici.
“L’importanza del prodotto nutraceutico si evidenzia proprio parlando di costi sanitari in relazione al tipo di patologia. Basti pensare che il 70% dei costi sanitari sono determinati dalle patologie HONDA: Hypertensive, Obese, Non-compliant, Diabetic, Asthmatic, proprio le patologie legate all’aumento dell’aspettativa di vita per le quali i prodotti nutraceutici si sono dimostrati essere clinicamente efficaci” sostiene il prof. Giorgio L. Colombo, Università degli Studi di Pavia, Dip. Scienze del Farmaco S.A.V.E. Studi Analisi Valutazioni Economiche, Milano “Se l’intento è quello di spostarsi dalla medicina tradizionale alla medicina preventiva e dal promuovere farmaco al promuovere salute, questi prodotti potrebbero risultare molto utili nella riduzione dell’incidenza di tali patologie e potrebbero quindi risultare in un reale risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale”.
Quello che la letteratura scientifica ci restituisce sono le prove di “efficacia economica” dell’integrazione alimentare utilizzata nella prevenzione di alcune patologie dal forte impatto economico come ad esempio i difetti del tubo neurale, le fratture, le infezioni respiratorie, le malattie cardiovascolari, e nel miglioramento generale della qualità della vita delle persone.
Uno studio1 pubblicato in Francia nel 2015 ad esempio ha esaminato l’impatto dell’assunzione di probiotici da parte della popolazione. I risultati dimostrano che l’uso generalizzato dei probiotici consentirebbe una riduzione di 6,6 milioni di pazienti affetti da infezioni respiratorie, di 473.000 minori cicli di terapia antibiotica e di 1,5 milioni di giorni di malattia in meno. Il risparmio totale per il Sistema Sanitario Nazionale francese ammonterebbe a 37,7 milioni di euro l’anno.
Queste cifre dimostrano quindi che l’impiego dei vari integratori e prodotti nutraceutici, associati sempre ad una dieta sana ed equilibrata e ad uno stile di vita salutare, può aiutare non solo a migliorare la qualità della vita degli individui ma anche a ridurre la spesa sanitaria pubblica e l’impatto sociale che comportano alcune patologie.
Applicando una analisi economica alle attività sanitarie si possono individuare delle soluzioni a lungo termine rendendo evidente l’uso più efficiente delle risorse disponibili, senza intervenire sulla riduzione della spesa, valutando gli effetti reali e/o potenziali, sia a priori sia durante l’intero ciclo di vita, nonché le conseguenze che l’introduzione o l’esclusione di un prodotto potrebbe avere per il sistema sanitario, l’economia e la società.
Per la nutraceutica sembra dunque giunto il momento di rivestire un ruolo attivo e protagonista in campo “farmaco-economico”, che permetta, grazie alla realizzazione di nuove e più specifiche ricerche valutative, di evidenziare i benefici economici legati all’utilizzo degli integratori alimentari, diventando così un riferimento costante nelle scelte dei medici e dei responsabili delle politiche sanitarie anche dal punto di vista del contenimento e dell’ottimizzazione della spesa.
1Lenoir-Wijnkoop I. et al., PLoS One. 2015 Apr 10;10(4):e0122765. doi: 10.1371/journal.pone.0122765. eCollection 2015