Riportiamo di seguito i risultati di due recenti studi che hanno rivelato nuove scoperte sui meccanismi causa dell’invecchiamento della pelle e su possibili rimedi per contrastare tale fenomeno.
Il cacao previene la formazione delle rughe: evidenze da studi sull’animale e in vitro
Le proprietà antiossidanti del cacao e il suo ruolo di prevenzione nello sviluppo di patologie cardiovascolari, tumori ed altre malattie croniche, sono da tempo oggetto di numerosi studi scientifici. Recenti ricerche dimostrano come il consumo di cacao abbia effetti benefici sulla pelle e sulla microcircolazione dermica e che formulazioni per uso topico a base di cacao sono in grado di proteggere la pelle dai danni ossidativi provocati dal sole e di riparare tali danni migliorando la circolazione sanguigna nei tessuti cutanei e sottocutanei, la densità della cute e l’idratazione. Nonostante le numerose evidenze scientifiche che sottolineano le proprietà benefiche del cacao sulla pelle, ad oggi non sono ancora noti i meccanismi molecolari alla base di tali effetti. Un segno tipico del foto-invecchiamento sono le rughe. L’esposizione ripetuta e cronica alla luce UV del sole porta ad una ridotta produzione del precursore del collagene e alla rottura delle fibre che questa proteina forma. Tale processo è in parte dovuto alla sovraespressione delle metalloproteinasi di matrice (MMP), enzimi ad azione proteolitica che degradando il collagene contribuiscono alla formazione delle rughe.
Uno studio condotto in topi privati del pelo ha dimostrato che l’assunzione di cacao in polvere è capace di ridurre l’invecchiamento della pelle indotta dai raggi UVB e di prevenire la formazione di rughe. Gli animali sono stati suddivisi in modo randomizzato in 4 gruppi per ricevere due diverse dosi di cacao in polvere, picnogenolo (controllo positivo) o una sostanza inerte (controllo negativo). Nei topi trattati con cacao in polvere, sono stati individuati 788 geni la cui espressione dopo irradiazione con raggi UVB era diversa rispetto a quella osservata negli animali controllo. In particolare, sono stati osservati cambiamenti nella trascrizione di due geni, la catepsina G e la serpina B6c, che rivestono un ruolo opposto nel processo di formazione delle rughe indotto dai raggi UVB.
Il cacao se da una parte riduce l’espressione di catepsina G, responsabile dell’aumentata produzione di MMP e del foto-invecchiamento della pelle, dall’altra aumenta la trascrizione di serpina B6c che alcuni studi hanno dimostrato essere un inibitore della catepsina G. I risultati di uno studio in vitro parallelo condotto su un modello equivalente di pelle umana hanno rivelato che il cacao in polvere è in grado di inibire l’attivazione del fattore di trascrizione AP-1, indotta dai raggi UVB, e la sovraespressione di una metallo proteasi di matrice specifica, prevenendo così la degradazione del collagene e la formazione delle rughe. Pare che tali effetti siano correlati ad un particolare metabolita, il 5-(3’,4’-didrossifenil)-g-valerolattone, che si forma in vivo dalle epicatechine e procianidine, principali sostanze caratterizzanti il cacao. Questa sostanza sembra inoltre in grado di ridurre in vitro l’espressione della catepsina G nei fibroblasti di derma umano.
I risultati di questo studio sono quindi promettenti, in quanto dimostrano i potenziali effetti del cacao nel prevenire l’invecchiamento della pelle provocato dal sole e la formazione delle rughe. Ulteriori studi servirebbero per approfondire meglio i meccanismi d’azione e le sostanze, oltre al 5-(3’,4’-didrossifenil)- g-valerolattone, coinvolte in tali azioni.
Fonte: The Journal of investigative dermatology. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.1016/j.jid.2015.11.032. “Oral supplementation with cocoa extract reduces UVB-induced wrinkles in hairless mouse skin”. Autori: J.E. Kim, D. Song, J. Kim, J. Choi, J.R. Kim, H.S. Yoon, et al.
Complex II: un nuovo meccanismo coinvolto nell’invecchiamento della pelle
Una interessante scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle (Inghilterra) potrebbe aprire le porte non solo alla formulazione di nuovi cosmetici “anti-età”, ma aiutare a capire come invecchiano i nostri organi e a sviluppare nuovi farmaci, per esempio in campo antitumorale. Quando il nostro corpo invecchia, i mitocondri si esauriscono ed aumentano i radicali liberi che sono dannosi per la nostra salute in generale, ma anche per la nostra pelle, sulla quale iniziano a comparire i primi segni di invecchiamento, ossia le rughe. Con l’avanzare dell’età si è osservato che diminuisce l’attività di un enzima, il “Complex II”, che si trova all’interno dei mitocondri, organelli coinvolti nella produzione di energia. L’attività di questo enzima è stata misurata in 27 volontari, tra i 6 e i 72 anni, ai quali sono stati prelevati campioni di pelle da un’area protetta dal sole. La misurazione è stata effettuata in cellule prese sia dal livello superiore (epidermide) che da quello inferiore (derma) del campione. Un calo della attività di questo enzima contribuisce quindi alla diminuzione della bio-energia man mano che la pelle invecchia.
I risultati di questo studio sono quindi molto interessanti perché pongono l’attenzione su un nuovo biomarcatore specifico, che potrebbe essere il bersaglio per lo sviluppo di nuove formule cosmetiche che, contrastando il declino della bio-energia, siano in grado di rallentare il processo di invecchiamento della pelle.
Fonte: The Journal of investigative dermatology. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.1016/j.jid.2016.01.017. “Age- Dependent Decrease of Mitochondrial Complex II Activity in Human Skin Fibroblasts”. Autori: A. Bowman, M.A. Birch-Machin